Bologna FC
Ore calde a Casteldebole: arrivato l’avvocato di Italiano
Avvistato a Casteldebole, l’avvocato di Italiano starebbe lavorando per il tanto chiacchierato rinnovo del suo assistito

Proprio mentre la città si mobilita per organizzare la festa, il Bologna già pensa al suo futuro. O meglio, al futuro del suo allenatore, Vincenzo Italiano, tanto apprezzato dalla tifoseria quanto dai suoi giocatori. Infatti, è proprio di queste ore l’immagine, lasciata trapelare da èTv rete7, che mostra Francesco Caliandro, legale del mister, dentro ai cancelli di Casteldebole. Rinnovo in vista, dunque? In attesa dei documenti, si può già dire che le due parti sembrano intenzionate a trovare un comune accordo.

Vincenzo Italiano, allenatore del Bologna (© Damiano Fiorentini per 1000cuorirossoblu)
Una storia… Italiano
Al suo arrivo, Vincenzo Italiano non è stato accolto a furor di popolo. La città sapeva tanto quanto lui che sarebbe stato impossibile replicare il capolavoro della stagione precedente. Eppure, il pifferaio magico di Karlsruhe ha saputo incantare, portandosi dietro tutti gli abitanti di Bologna, che, dopo un inizio complesso, hanno ritrovato la fiducia dei giorni migliori. Un ottimo girone di ritorno, culminato con la vittoria della Coppa Italia, gli è valso anche il Premio Bulgarelli, assegnato lunedì in Sala Borsa. Ma l’amore che si è saputo conquistare in Emilia va ben oltre l’onorificenza dedicata alla bandiera rossoblu. Il tecnico e la città parlano la stessa lingua, lui è solo il direttore d’orchestra, capace di scovare note impensabili con virtuosismi eleganti, ma mai sopra le righe. Italiano sembra veramente il protagonista di una fiaba dei Fratelli Grimm.
Il futuro
E ora? Ammesso che il rinnovo tanto atteso arrivi, ed i segnali sembrano esserci tutti, a beneficiarne sarebbe tutta Casteldebole. I giocatori troverebbero continuità tecnica in estate, potendo ripartire subito in spinta e con le idee chiare ad agosto. L’obiettivo? Difficile a dirsi, ma i presupposti per una grande stagione ci sono tutti. Anche perché due anni sono relativamente brevi, ma nella testa di tutti il percorso è appena iniziato.
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