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Stadio – Da Calì a Bologna: Jhon Lucumì raccontato da chi lo ha visto crescere

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Bologna FC 1909


Quando è stato preso dal Genk per 8 milioni in molti si chiedevano se quella cifra valesse il giocatore che il DS Sartori, specializzato in materia, ha voluto fortemente sotto le Due Torri dopo la dipartita non di uno qualunque, ma di quell’Artur Theate che in un solo anno aveva fatto tanto bene al Bologna. La risposta ad oggi non può che essere sì: Jhon Lucumì in soli sei mesi è diventato un perno della difesa di Thiago Motta, il quale nelle ultime due uscite con Soriano in panchina, gli ha affidato la fascia di capitano. Gesto non scontato, anzi, visto che in campo con lui c’erano altri elementi della rosa che potevano tranquillamente portarla, ma invece il tecnico Rossoblù ha scelto Jhon, e per il colombiano questo significa tanto. I suoi miglioramenti sono notevoli, si sta adattando sempre di più al calcio nostrano, e non può essere altro se non motivo di orgoglio per chi lo ha cresciuto nel club del suo paese: chi conosce meglio Jhon se non Cesar Augusto Hernández Ocampo, direttore delle giovanili del Deportivo Calì.

La carriera di Lucumì parte da attaccante, come la maggior parte dei bambini che sognano di calciare la palla in rete il più forte possibile, cosa che dalle parole di Hernandez Ocampo non era proprio il suo forte, perché per quando fosse abile in area di gol il piccolo Jhon ne faceva pochi. Ma sapeva trattare la palla in modo diverso dai suoi coetanei, non aveva paura di gestirla quando veniva attaccato, è proprio da lì che avviene l’intuizione da parte di Américo Orbes di arretrarlo sulla linea difensiva. Possiamo dire che sia stata la svolta della sua carriera: già da piccolo era un ragazzo di poche parole, ma quando era il momento di dimostrare la personalità sul rettangolo verde non si è mai tirato indietro, sino a diventare un vero e proprio trascinatore per la squadra e i compagni, arrivando ad esordire in prima squadra nel 2015, sotto le direttive di Fernando “Pecoso” Castro, e l’anno dopo confermato da uno che la nostra Serie A la conosce bene: Mario Yepes.

Da Yepes il giovane Lucumì ha appreso, da sue stesse parole, l’importanza della fase difensiva votata a proteggere la porta, a non far subire gol alla propria squadra, a far di tutto per quell’obiettivo. Questa tenacia nel migliorarsi, nell’apprendere e poi applicare il tutto sul campo è ciò che ha portato Jhon prima in Europa, al Genk, e poi in Italia, al Bologna, e oggi può forgiarsi anche di un’ennesima convocazione per la sua Colombia, che lo tiene nel giro dei convocati da quasi un anno, ma ora Jhon vuole diventarne un perno, proprio come per il Bologna. Si è conquistato il posto grazie alla dedizione al lavoro che tanto piace al suo mister, e che tanto ha attuato anche in passato, come da parole di Hernandez Ocampo, che non lesina a ribadire come il lavoro fatto al Deportivo Calì soprattutto sui fondamentali, come il colpo di testa, lo abbiano portato ad essere uno dei migliori prospetti usciti dalla loro Cantera, con il quale è ancora legato e con cui collabora ancora oggi: il Calì organizza incontri virtuali con i ragazzi che sono usciti dal settore giovanile e che oggi hanno raggiunto la notorietà a livello professionale, come Jhon, che possono essere da esempio per chi ha il sogno di diventare calciatore. Il sogno che raccontava Jhon a nonna Guillermina quando lo accompagnava agli allenamenti, quel sogno che oggi lo ha portato da noi.

Fonte – Giorgio Burreddu, Corriere dello Sport – Stadio

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