Bologna FC
Storia di un allenatore e di un Bologna che gli insegnò a volare
Dalle tre finali perse con la Fiorentina al trionfo con il Bologna: il viaggio di Italiano racconta di crescita e riscatto, tra delusioni e vittorie, in un percorso intenso, fatto di errori e insegnamenti.

Il calcio, a volte, sa scrivere storie migliori di qualsiasi sceneggiatore. Una di queste è già andata in scena qualche giorno fa, indimenticabile, per chi era all’Olimpico, a casa, al bar, ma sempre con lacrime agli occhi, giustamente, per un traguardo che mancava da giusto una manciata d’anni. Domani, lo stesso calcio ne scriverà un’altra, allo stadio Artemio Franchi di Firenze, quando Vincenzo Italiano tornerà per la prima volta da avversario nella città che ha segnato profondamente la sua carriera da allenatore. Proprio lì il viaggio è cominciato, con tre finali perse e tanti rimpianti. Un ritorno speciale, per la prima volta, da vincitore.

Vincenzo Italiano portato in trionfo dai giocatori del Bologna (© Bologna FC 1909)
Italiano e quel Bologna che ha portato in alto
Il tecnico siciliano arriva al Franchi alla guida di un Bologna che ha saputo riportare in alto, conquistando la Coppa Italia, al primo tentativo con i rossoblù. Un successo che fa da contraltare alle tre finali perse con la Fiorentina, una in Coppa Italia e due in Conference League, durante il triennio alla guida dei viola. Sconfitte che avevano lasciato l’amaro in bocca, ma oggi vengono rivalutate alla luce di un percorso che ha contribuito a far maturare un allenatore diventato ora protagonista, perchè no, anche in ottica Champions League.
Il viaggio cominciato a Firenze
Italiano, nel bene e nel male, ha diviso Firenze. C’è chi gli riconosce il merito di aver riportato il club a competere in Europa e chi, invece, gli imputa l’incapacità di vincere nei momenti decisivi. Una spaccatura che rievoca dinamiche già viste con altri tecnici del passato, Prandelli docet, e che sembra far parte del DNA della piazza gigliata. Eppure, il cammino percorso da Italiano resta significativo: è nei corridoi del Franchi e nei campi del Viola Park che ha imparato, sbagliato, corretto e affinato il suo modo di allenare. Cogliendo a Bologna, i frutti di quel lungo apprendistato.

Vincenzo Italiano e Joey Saputo (© Damiano Fiorentini)
I precedenti con la Viola
L’ultima volta che ha affrontato la Fiorentina, nella gara d’andata, mise fine alla striscia record di otto vittorie consecutive di Palladino. In quell’occasione, esultò con trasporto, come era solito fare anche nei giorni migliori vissuti proprio sotto la Fiesole. Un gesto che non piacque al direttore sportivo viola Daniele Pradé, il quale reagì con durezza, criticando Italiano anche sul piano personale. Tuttavia, Italiano aveva già mandato un segnale di affetto verso la città subito dopo la vittoria in Coppa Italia, dedicando il trionfo alla famiglia di Joe Barone, simbolo e figura centrale della recente storia viola. Domani sera, in quello che per tre anni è stato il “suo” stadio, sarà difficile prevedere come il pubblico lo accoglierà: tra applausi, fischi o indifferenza, resta l’impronta lasciata. Quella di un percorso forse non coronato da trofei, ma colmo di significato.
Al di là delle emozioni e dei ricordi, Fiorentina-Bologna sarà una sfida cruciale anche per la classifica. I viola cercano ancora un pass per l’Europa, mentre i rossoblù inseguono un sogno Champions che ora sembra finalmente a portata di mano. Il resto, le polemiche, le tensioni, le nostalgie, è contorno. Sul campo, ci si gioca molto più di una semplice storia di riscatto, e del coronamento di un sogno, di una città e di un allenatore.
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