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MotoGP | Cosa cambia con il nuovo regolamento dal 2027

Dal 2027 arriverà il nuovo regolamento tecnico della MotoGP. Novità che potrebbero sovvertire gli equilibri attuali e regalare più spettacolo

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La partenza della MotoGP ad Austin, Texas
La partenza della MotoGP ad Austin, Texas (© Red Bull Content Pool)

Nel 2027 arriverà in MotoGP un nuovo regolamento tecnico. Le moto torneranno ad essere più pulite aerodinamicamente e meno potenti, oltre ad essere vietati alcuni sistemi che oggi nella classe regina del motomondiale sono di supporto ai piloti in momenti specifici della gara.

A inizio settimana Dorna ha ufficializzato il cambiamento tecnico che verrà portato in pista tra tre anni. A cosa porteranno le novità introdotte?

Lo sviluppo aerodinamico della MotoGP

Nella MotoGP odierna è stato raggiunto un livello di sviluppo tecnologico altissimo. Tutti i sistemi introdotti negli ultimi anni hanno semplificato la vita ai piloti e in altri casi hanno anche aiutato l’aumento delle prestazioni. Le moto come le ricordavamo fino al 2015 non sono più tali. Dal 2016, primo anno in cui Ducati introdusse con decisione le alette sulle carene delle Desmosedici GP di Dovizioso e Iannone, dopo il primo tentativo a vuoto nella buia Era Rossi, tutto è cambiato.

L’intenzione della casa di Borgo Panigale era quella di diminuire il wheeling e l’instabilità dell’avantreno, ma non potevano immaginare che con quell’evoluzione tecnica avrebbero aperto una vera e propria strada. In quel momento molti costruttori e addetti ai lavori storsero il naso, ma poi tutti furono costretti ad inseguire il genio di Dall’Igna.

Come cambierà la MotoGP dal 2027?

I motori nel nuovo regolamento tecnico della MotoGP

Il nuovo regolamento tecnico che verrà introdotto a partire dalla stagione 2027 mira invece a fare un passo indietro dal punto di vista tecnologico, per far si che le moto tornino ad essere più semplici. Allo stesso tempo le abilità di guida dei piloti potrebbero tornare ad essere determinanti.

La potenza del motore sarà ridotta da 1000cc a 850cc. I motori attualmente in uso come cilindrata furono introdotti nel 2012, dopo che nel 2007 Dorna decise di passare a motori da 800cc. Motori meno potenti a disposizione, ma che siano più gestibili e che l’elettronica diventi meno invasiva. I nuovi propulsori saranno quattro tempi e non ci sarà spazio per troppe innovazioni estrose. Di fatto dovranno avere 4 cilindri per regolamento.

Il numero dovrebbe scendere da sette a sei unità disponibili per tutta la stagione, ma potrebbero rimanere sette qualora le gare in calendario siano più di 20. Conseguentemente alla riduzione della cilindrata anche il serbatoio sarà più piccolo, con una capacità di 20 litri invece che 22. Per le Sprint le squadre potranno usare 11 litri contro i 12 di oggi. I carburanti dal 2027 dovranno essere al 100% non fossili, così da facilitare il percorso verso una categoria a zero emissioni.

L’aerodinamica nel nuovo regolamento tecnico della MotoGP

Dal punto di vista aerodinamico ci sarà una svolta. Tutte le appendici saranno limitate e riviste per favorire più sorpassi in pista. La larghezza della carenatura anteriore che sarà inoltre diminuita da 600 a 550 millimetri, così come lo sbalzo tra il cupolino e l’ala anteriore che diventerà di 50 millimetri.

Le novità non riguarderanno solo l’aerodinamica anteriore ma anche quella posteriore. Infatti fino ad oggi quest’ultima non era soggetta a omologa; dal 2027 i team dovranno omologare anche le appendici che saranno inserite sul retrotreno. Questa riduzione porterà le moto a subire una diminuzione di peso, che dai 157 attuali dovrebbe passare a 153 chilogrammi.

Sì alle concessioni e al GPS condiviso, no agli abbassatori

Un’altra modifica importante sarà il divieto degli abbassatori. Un sistema che i piloti usano in partenza e in uscita dalle curve per generare più grip meccanico, spostando il peso sulla ruota posteriore. L’ingegnosa idea nata da Ducati verrà definitivamente abolita e di conseguenza non vedremo più le moto abbassarsi  prima dello start o in accelerazione.

Resteranno invece le concessioni per i team in difficoltà o per quelli che decideranno di entrare in MotoGP dal 2027, i quali avranno le stesse agevolazioni che oggi hanno Honda e Yamaha, le due Case più in difficoltà. Oltre a questo i dati GPS dei piloti saranno visibili da tutte le squadre.

L’intenzione dietro al nuovo regolamento tecnico della MotoGP

Con queste novità c’è la volontà degli organizzatori di fare un passo indietro dal punto di vista tecnologico per andare incontro ai tifosi e agli appassionati regalandogli più spettacolo. Le moto saranno più maneggevoli e i sorpassi dovrebbero essere più facili da effettuare. La direzione presa va verso una MotoGP più sicura e affidabile, anche per i piloti che attualmente si ritrovano su mezzi a due ruote molto, forse troppo, potenti.

Equilibri stravolti?

Potrebbe dunque esserci un cambiamento negli equilibri in pista? Forse sì, perché queste novità vanno ad impattare su tutte le innovazioni avviate da Ducati, che hanno reso le Case europee imbattibili negli ultimi anni, soprattutto la Rossa di Borgo Panigale. Può anche darsi che si crei invece un equilibrio tale, per cui i fattori in campo varieranno da pista a pista durante la stagione e questo andrebbe a livellare molto tutte le prestazioni.

Negli anni in cui l’aerodinamica non era preponderante, se non con il fine di ridurre la resistenza dell’aria per avere più velocità di punta, le moto giapponesi la facevano da padrone, salvo poi rimanere indietro anni luce sul passo in avanti imposto da Ducati. Stavolta però gli errori del passato potrebbero aver insegnato e quindi ci ritroveremmo le squadre nipponiche con un attitudine diversa e capaci di tornare competitive.

Un altro aspetto da considerare sono le gomme. Gli pneumatici molto spesso sono l’ago della bilancia nelle performance. Michelin, attuale fornitore della MotoGP, ha un contratto fino al 2026, ma come affermato dal responsabile Pietro Taramasso a Le Mans, la Casa francese è già subentrata nei discorsi per i nuovi regolamenti tecnici del 2027. La speranza infatti è quella di rinnovare l’accordo in essere ed essere fornitore della classe regina anche oltre la data di scadenza attuale.

L’opinione dei piloti

Jorge Martín, leader del mondiale, si è già espresso in merito alla questione. Lo spagnolo attende con impazienza il 2027. Le moto si crede avranno soluzioni meno innovative, ma saranno più facili da guidare in cui si vedrà veramente la forza dei piloti: «Non vedo l’ora che arrivi il 2027, penso che tutto cambierà molto, torneremo indietro di circa 10 anni. È chiaro che rimarremo lontani dai record, ma alla fine sarà più una questione di talento, stile e ognuno potrà lavorare meglio sulle proprie capacità di pilota».

Così come c’è anche chi non è d’accordo con tutti i cambiamenti previsti. Enea Bastianini alla vigilia del GP di Francia si è detto curioso di guidare le nuove moto, ma che avrebbe mantenuto l’abbassatore in quanto permette ai piloti di essere concentrati molto durante la guida.

Più spettacolo, meno tecnologia

Le incognite sono molte e mancano ancora tre stagioni prima che il nuovo regolamento venga attuato. La volontà di però è chiara. Avere un campionato competitivo e spettacolare che attiri sempre più tifosi e che diventi un prodotto competitivo a livello commerciale. Liberty Media già una volta ha dimostrato di saper trasformare un campionato spento, in qualcosa di ambito da tutti.

Morbidelli ha affermato che l’azienda americana ha un diamante grezzo tra le mani. Vedremo se riuscirà a farlo splendere come la F1, ma dentro l’ambiente e anche fuori c’è entusiasmo per il futuro che si sta profilando.

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