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Austria 2016, il ritorno alla vittoria della Ducati

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mediahouse.ducati.com


Austria 2016, la foto celebrativa della Ducati dopo l'incredibile doppiettaLa Ducati, dal 2011 al 2015, visse un lungo periodo di crisi tecnica. Dopo la partenza di Casey Stoner, la Casa di Borgo Panigale non riuscì più a salire sul gradino più alto del podio, nonostante la presenza in squadra di Valentino Rossi, alfiere del marchio bolognese nelle stagioni 2011 e 2012. Questo lungo digiuno terminò nel 2016, alla vigilia di Ferragosto, con un’incredibile doppietta.

Ducati, una convivenza complicata

In quella stagione la Ducati sembrò aver ritrovato competitività, grazie anche al cambio di direttore tecnico. Luigi Dall’Igna entrò a far parte dell’azienda della Motor Valley nel 2014 e il frutto del suo genio iniziò a maturare anno dopo anno. Dopo qualche podio raccolto tra il 2014 e il 2015, all’alba del 2016 sembrava tutto pronto per tornare a vincere ma, arrivati a metà stagione, i due Andrea, Iannone e Dovizioso, non avevano però ancora piazzato la zampata giusta. In Argentina il pilota abruzzese causò un incidente con il compagno di squadra all’ultimo giro, quando i due erano in lotta per la seconda posizione a pochi metri dal traguardo.

I rapporti tra i due piloti non migliorarono con il tempo e a maggio Suzuki ufficializzò l’arrivo di Iannone per le stagioni 2017 e 2018. Il numero 29, gestito al tempo da Carlo Pernat, decise di cambiare nonostante fosse il pilota meglio piazzato fra i due in classifica. Con il senno di poi, e un po’ di pazienza in più i due non ci avevano visto poi così male.

Il ritorno di Spielberg

Il 2016 fu l’anno del grande ritorno del circuito di Spielberg nel calendario della MotoGP, togliendo a Brno lo spazio del calendario nel periodo centrale di agosto. Il tracciato situato in Stiria, con i suoi lunghi rettilinei, sembrava poter offrire alle due rosse un’occasione d’oro. Le Desmosedici, già dotate di un’aerodinamica più sviluppata di quella dei concorrenti, riuscivano a mettere a terra la propria potenza meglio di tutte le altre motociclette dello schieramento.

Sin dal venerdì fu così, con i due piloti ufficiali Ducati sempre tra i primi. In qualifica la prima fila fu tutta italiana. Iannone fece siglare il miglior tempo al sabato, seguito da Valentino Rossi e Andrea Dovizioso.

La gara

Partito dalla pole, Iannone prese il comando davanti a Dovizioso e Rossi. Alle loro spalle Marquez spinse Lorenzo largo alla Curva 1, ma il maiorchino riuscì a conquistare comunque la quarta posizione. Sin dalle prime battute la gara fu senza esclusione di colpi. Valentino, durante il primo giro, riuscì a conquistare la prima posizione, sorpassando prima il forlivese poi l’abruzzese, che si vide sopravanzare dal numero 46 all’ultima curva. Durante il secondo giro Lorenzo riuscì a superare Dovizioso in Curva 1, mentre Iannone riprese la testa della corsa, con Rossi che scivolò in quarta posizione dopo Curva 3. Lorenzo fu abilissimo nella circostanza e fece un sol boccone sia del compagno di squadra, sia del numero 04 Ducati. Rossi riconquistò brevemente la terza posizione ai danni di Dovizioso alla Curva 1 del terzo giro, perdendola poi andando lungo in Curva 3 e permettendo un ritorno del rivale Marquez, che lo infilò senza tanti complimenti. Il quarto giro si aprì con il sorpasso di Lorenzo su Iannone in Curva 3, ma il pilota di Vasto recuperò in accelerazione la prima posizione. Per i primi dieci giri questi cinque più Maverick Viñales, su Suzuki, corsero praticamente all’unisono.

Dopo il primo terzo di gara, le scelte sugli pneumatici cominciarono a influire sulla gara. Iannone giocò d’azzardo montando la Michelin morbida all’anteriore e quella media al posteriore, mentre Dovizioso e i due piloti Yamaha optarono per una più convenzionale scelta media davanti e dura dietro. A 10 giri dalla fine, la classifica recitava: primo Dovizioso, poi Iannone, Lorenzo e Rossi. Due giri più tardi Iannone si portò in prima posizione superando il suo compagno di squadra in Curva 8, con il box Ducati in evidente apprensione, grazie al ricordo ancora fresco della collisione fratricida avvenuta in Argentina. Le Ducati, sempre più a loro agio al Red Bull Ring, cominciarono ad allungare sulle due Yamaha.

Con quattro giri ancora da percorrere, Iannone siglò il giro record: nonostante questa accelerata, favorita dalle gomme più morbide ancora in salute, Dovizioso non perse il contatto con la Desmosedici GP16 gemella. In terza posizione Lorenzo, ancora con mezzo secondo di margine su Rossi. Iannone riuscì a mantenere la distanza dal romagnolo di casa Ducati, arrivando sotto alla bandiera a scacchi con quasi un secondo di vantaggio su Dovizioso. Terzo Lorenzo a tre secondi dal primo posto, poi Rossi, Marquez e Viñales.

Iannone: «Emozionatissimo per questo primo successo»

Sulle pagine del sito di Sky Sport, che trasmise quella gara, si possono ancora leggere queste dichiarazioni di Iannone, felicissimo per la sua prima vittoria: «Sono emozionatissimo per questo primo successo. È arrivato dopo quattro anni di lavoro, con un gruppo di persone stupende. Anche se a fine anno andrò via, ora conta solo il presente. Avendo la morbida davanti sono partito senza spingere troppo. È stata una bella responsabilità, ma si è dimostrata la scelta giusta».

Dovizioso: «Rode quando puoi vincere ma non riesci»

Fece da contraltare l’estrema delusione di Dovizioso: «Ti rode quando la moto va benissimo, hai la velocità per vincere ma non ci riesci. Verso la fine nelle curve a destra non potevo spingere. Non avevo più grip, la gomma scivolava, anche se non ho mai spinto al 100%, nemmeno a metà gara, proprio per salvare la gomma dietro. Peccato aver perso questa occasione».

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