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Corriere di Bologna – Euro 2032 in Italia: ci spera anche il Bologna

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bolognafc.it

Nella corsa al restyling dello stadio, sembrano attualmente porsi tre strade diverse, ognuna con i propri dubbi, le proprie possibilità, i propri pregi e difetti. Già perché, se il progetto definitivo del temporaneo è stato consegnato in comune già martedì, si dovrà aspettare non meno di due mesi prima di sapere in quale direzione andrà ad evolversi. Dicevamo, le tre possibili strade.

LA PRIMA

La prima è quella più auspicabile. Quella in cui, per intenderci, l’Italia risulta assegnataria degli Europei 2032. Un evento storico, che porterebbe fondi non preventivati, capaci di far respirare le casse di comune e club. In tal caso, già a ridosso dei primi mesi del 2024 potrebbero aprirsi i cantieri a Fico-Caab per lo stadio temporaneo (che ricordiamo, è un passaggio obbligato prima di poter iniziare i lavori sul vecchio impianto). Questo conterebbe sull’organizzazione Fico in termini di gestione, ospitalità e ristorazione, oltre che su circa 16.000 posti anche coperti, e i rossoblù potrebbero giocarvi già nella stagione 24-25.

In tale ottica, comunque, nulla si saprà prima del 10 ottobre, quando arriverà la decisione finale della UEFA sul testa a testa tra noi e la Turchia.

LA SECONDA

La seconda si pone come la più auspicabile se Euro 2032 non si dovesse tenere tra le mura amiche. Perché, se è pur vero che in tal caso la pioggia di soldi prevista non arriverebbe, in una visione relativamente virtuosa ci sarebbero comunque possibilità di interlocuzione con le istituzioni, al fine di varare una legge di finanziamenti personalizzati per gli stadi, tra i peggiori del Vecchio Continente. I tempi del processo ne risulterebbero comunque dilatati, ma con un’incidenza relativamente sopportabile (magari un anno, per il rinnovamento del Dall’Ara).

LA TERZA

La terza e ultima possibilità è quella che vede il club impegnato quasi in solitaria per la realizzazione del progetto. Senza fondi per gli Europei, senza quelli di una legge specifica. Con l’aiuto del solo Comune (il cui apporto non supererebbe i 40 milioni sui 160 previsti), si dovrebbero ricercare appoggi esterni e non ancora sondati. Con un ovvio, e qui presumibilmente più corposo, aumento dei tempi d’attesa.

Intanto, tra tre anni il Dall’Ara avrà spento centro candeline. Ognuna pesa come un macigno, in termini di gestione e manutenzione, e questo club e Comune lo sanno benissimo. Anche per questo ci si augura che quest’ultima possibilità sia la più lontana. Nel frattempo, si attenderà ottobre, incrociando le dita.

(Fonte: Corriere di Bologna)

 

 

 

 

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