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Ripresa Serie A: istruzioni per l’uso. Gli aggiornamenti

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fonte immagine: Photo Andrea Staccioli / Insidefoto


Tutto ancora da decidere. Le trattative tra Federazione e Governo proseguono senza grandi novità, le date per la ripartenza rimangono le stesse filtrate nelle scorse settimane.
In Europa, intanto, altre grandi Leghe europee stanno ottenendo dai rispettivi governi l’ok per tornare a giocare e concludere la propria stagione. La Bundesliga a partire dal prossimo 15 maggio tornerà a giocare, la Premier League dal 1° giugno potrà ricominciare la sua stagione e in questa direzione sembra dirigersi la Liga, per voce del suo AD, Javier Tebas.
In questo clima la Serie A spera e spinge per un ritorno in campo ed evitare guai finanziari di larga portata.

DANNI E TELEVISIONI- Decontestualizzando, spostando lo sguardo sulla Francia, il punto centrale lo ha centrato il presidente del Lione Jean Michel Aulas. Il numero uno dell’OL nei giorni scorsi ha quantificato il danno alle casse dei club di Ligue1 in oltre 700 milioni di euro, a causa dello stop anticipato del campionato transalpino.
Una situazione non dissimile potrebbe travolgere la Serie A. Il danno quantificato finora per i club del massimo campionato italiano riguardava perlopiù il botteghino. In Lega era viva la sicurezza che le televisioni, come da contratto, avrebbero continuato a pagare le tranche stagionali dei diritti tv, visto che la stagione è al momento interrotta per “cause di forza maggiore”. Niente da fare. Sky e DAZN avrebbero dovuto versare l’ultima rata, da 223 milioni di euro, dei diritti di questa stagione entro il 2 maggio, versamento non avvenuto e club in allerta. Così anche i più decisi sostenitori dello stop definitivo sembrano ormai aver desistito e dato l’ok alla ripartenza della Serie A. Un esempio è il Presidente del Brescia Massimo Cellino, che nonostante avesse sempre votato a favore della ripresa del campionato, nelle dichiarazioni era sempre stato deciso nel respingere ogni possibilità di ritorno in campo del suo Brescia. Ieri però il dietrofront, “vogliamo tornare a giocare, ma nel nostro stadio”, ha dichiarato il patron delle Rondinelle. Insomma, situazione sempre più chiara, con la Lega Serie A che si schiera come fronte unito.

ALLENAMENTI- In questa settimana comunque era trapelata fiducia nella ripresa del campionato. 17 delle 20 squadre del torneo avevano deciso di iniziare a far allenare i calciatori all’interno delle rispettive strutture. Ingressi scaglionati, allenamenti individuali, con pochi elementi per terreno di gioco, in modo da mantenere il più possibile il distanziamento sociale. Prima però tamponi e visite di controllo per tutto. La prevenzione prima di tutto.
Uno dei temi che blocca al momento una decisione definitiva sulla ripresa prima degli allenamenti di gruppo e poi delle partite di campionato è la necessità di capire cosa sarà necessario fare se malauguratamente il virus dovesse infettare un calciatore durante il prosieguo della stagione. Ancora nessuna novità su questo fronte, una lacuna che task force della FIGC e Comitato Tecnico-Scientifico del governo devono ancora superare. La soluzione che il CTS ha proposto alla FIGC è quella della quarantena di tutta la squadra dell’infetto e dell’eventuale avversaria, proposta al momento difficile da accogliere visto che allungherebbe i tempi già risicatissimi per concludere le 12 (in alcuni casi 13) partite della Serie A 2019/2020.
Ad oggi però la situazione, nonostante le parole del Ministro dello Sport Spadafora, sembra positiva con 10 positivi al tampone su centinaia di test effettuati alla ripresa.

INSICUREZZA- C’è ancora da attendere per i dati definitivi di tutta la Serie A; oggi infatti Cagliari e Genoa, due delle tre squadre ancora completamente ferme, hanno cominciato il giro dei test ai loro giocatori in vista della ripresa del lavoro sul campo. Le due compagini rossoblù svolgeranno tra oggi e domani le loro attività mediche di controllo per tornare presumibilmente da mercoledì sul campo.
Rimane ferma solo la SPAL. Il club ferrarese attende tutte le indicazioni del protocollo FIGC per iniziare le sue attività, la squadra emiliana è l’unica a non essersi ancora mossa nella direzione di una normale ripresa delle attività.
Posizioni piuttosto divergenti anche tra i calciatori. Da Chiellini e Dalbert in questi giorni si sono espressi diversi giocatori, anche pubblicamente. Altri hanno fatto intuire la loro posizione con i fatti.
Il capitano della Juventus si è detto favorevole alla ripartenza, mentre il brasiliano della Fiorentina ha espresso parere contrario, sottolineando come sia molto più importante la salute di tutti i protagonisti piuttosto che la conclusione di questa travagliata stagione. Altri calciatori soprattutto stranieri stanno invece ritardando ancora il loro arrivo in Italia, questione che lascia ampio margine d’incertezza, poiché gli stessi dovranno al rientro rispettare i 14 giorni di isolamento.

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