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Bologna

Grandi Pensieri di Mattia Grandi

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Un punto al Friuli è sempre un buon bottino domenicale. Potevano essere tre ma anche zero. Pareggio onesto nell’economia globale di un match a tratti soporifero che rilancia le quotazioni di un Bologna in crescita da Napoli ad oggi. In straordinaria ascesa le credenziali di Curci che dopo la paperissima blucerchiata si riscatta con una prestazione sicura e coriacea, decisivo in almeno due interventi a botta sicura. Carica dinamitarda “estremo difensore” disinnescata appena in tempo. L’ex numero uno romano conferma il suo storico pedigree altalenante, guizzi e incertezze, il 65% dei portieri in serie A sono così. Una categoria che annovera gente come Da Costa ed Andujar, giusto per citarne un paio. Bene Diamantino, magari non in senso assoluto ma nella giocata che porta frutti. Un calcio piazzato da quasi tre punti e la premonizione di una magica traiettoria ancora prima del fischio di Doveri. Reserved to champion. Discreto anche naftalina Pazienza, il peso di un dichiarato ultimatum della piazza lo sprona ad una partita maschia con qualche sprazzo di inventiva. Recuperarlo è un bene dalla doppia valenza, tecnica ed economica. Maluccio la difesa che resta sensibilmente lenta, ingenua e vulnerabile. Il pari dell’Udinese è una robetta da amatori. Tutti su Muriel, Di Natale lo monitoro io. Negli ultimi cinque minuti di gioco, in vantaggio per una rete a zero, Di Natale si marca a uomo con l’Attack. Svarione sfiorato anche nella prima frazione di gioco con una serie di colpi di testa boomerang che innescano la bomba di Totò ed il miracolo di Curci. Limiti da appianare in tempi brevi, oggi sono costati due punti. Maluccio Kone (ha giocato?) e l’evanescente Rolly Bianchi reduce da una settimana tribolata. Perez aumenta il minutaggio, Cristaldo inevitabile debutto anonimo, non giudicabile. Due punti in tre partite, due pareggi ed una sconfitta con la capolista Napoli. Siamo un punto sotto la mia personalissima tabella di marcia in un torneo che evidenzia un livello qualitativo ben diverso dalla passata stagione. Due neopromesse veleggiano a sei punti (Verona/Livorno), una arranca a quota zero pur esprimendo un buon gioco. Il Catania al palo ha, sulla carta, la rosa per rialzarsi, il Genoa lo ha già fatto in serata nel derby della Lanterna. Samp e Chievo sono leggerine, ecco perchè pesa l’X casalingo con la squadra di Delio Rossi quindici giorni fa. Servono i tre punti e la prossima sfida al Dall’Ara contro il Toro è un viatico essenziale per il ruolino del percorso degli uomini di Pioli. La compagine di Ventura è tosta, quadrata, veloce nelle ripartenze, ben strutturata con un modulo, il 3-5-2, molto simile a quello di Samp e Udinese. C’è un fuori quota in maglia granata, Alessio Cerci, il Thierry Henry di Valmontone. Lo ricordo come straordinario protagonista del tridente di un super Pisa di Ventura formato cadetteria: Cerci-Castillo-Kutuzov. I toscani espressero per l’intero girone d’andata il più bel calcio di quella serie B mostrando le innegabili qualità dell’ex capitano della Primavera della Roma. Un paio di gravi infortuni ne falcidiarono il tragitto professionale, ora Cerci gode meritatamente di una postazione con vista sul panorama della pedata nazionale. Il Toro si prende per le corna in maniera intelligente, istigandone la rabbia post Milan con il mantello rossoblu. Sfinirlo per matarlo, guai a ferirlo. Vamos Bologna, alè!

Mattia Grandi

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