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Il Corriere dello Sport – Palacio: “L’ambiente è molto più positivo quest’anno. Questo dev’essere il periodo della svolta”

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Nell’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” è presente un’intervista a Rodrigo Palacio, che ha usato solo parole di incoraggiamento per l’attuale situazione rossoblù e per Pippo Inzaghi. Il prossimo anno, invece…
Ecco l’estratto.

Quanto sta pesando il terzultimo posto?
“Non sta pesando, l’ambiente é molto piú positivo dell’anno scorso. Pensare che avevamo 24 punti a una gara dal girone d’andata. Erano tutti arrabbiati, dicevano che il Bologna giocava male. Quest’anno siamo piú giú, ma l’ambiente é piú sereno. La gente ci sta aiutando tanto, sappiamo dove siamo in classifica, ma se giochiamo cosí al ritorno faremo i punti”.

La stupisce tutto questo amore da parte del popolo rossoblú?

“É incredibile, a maggior ragione per una squadra che non sta facendo tanto bene. Le persone sono positive, vanno allo stadio e quello per noi é un grande aiuto. Non fischiano, non mugugnano. Speriamo continuino cosí”.

Non avete nemmeno un po’ di timore? Si parla di retrocessione.
“Certo, piú passa il tempo e piú stai lí in classifica, piú il margine d’errore si riduce. Abbiamo bisogno di un buon risultato, di una vittoria. Io ho fiducia, a Genova possiamo andare a vincere e a quel punto ci puó essere la svolta. Dopo c’é l’Empoli, se vinciamo con la Samp l’affronteremo in un’altra maniera”.

Il primo segnale delle difficoltà di questa stagione si era visto subito alla prima di campionato contro la Spal. É cosí?
“Non meritavamo di perdere quella partita, ci stava un pareggio. Peró é vero che siamo partiti con un po’ di sfortuna. Potevamo vincere contro altre squadre, contro il Sassuolo, per esempio. A quei punti si aggiungono anche quelli che non abbiamo fatto contro il Chievo. Se li sommi tutti fanno 15 e sei 13°”.
Allora anche contro l’Atalanta: nel primo tempo potevate stare sul 2-0.
“L’Atalanta é una squadra molto fisica. Per me era la terza gara di fila, ma anche quella partita poteva finire 2-0 nel primo tempo”.

Qual é il vero problema del Bologna, il gol?
“Non siamo una squadra che arriva tre volta davanti alla porta e fa tre gol. Se fosse cosí io giocherei nel Real. Dopo le prime giornate dicevano che non facevamo gol. Adesso li facciamo, ma li prendiamo anche, ma so che arriveranno anche le partite senza subire”.

Si dice che una squadra é figlia del carattere del suo allenatore. Sul campo siete piú agguerriti rispetto all’anno scorso: la serenità di Donadoni é stata sostituita dall’elettricita di Pippo.
“Come atteggiamento e voglia di lottare quest’anno non abbiamo mai sbagliato. Pippo ci dà l’entusiasmo, quello che ha lui e lo porti in campo. Per lui mi dispiace. É quello che ci tiene di piú, speriamo di regalargli una vittoria”.

Vi trasmette anche tensione?
“No, si arrabbia, come tutti gli allenatori, ma questa é una squadra che sa combattere, e quando lotti per la salvezza la grinta é un fattore molto importante”.

Servirebbe Saputo piú presente in questo momento?
“Lui c’é, quando viene si fa vedere, é sempre positivo, ci trasmette positività e anche questo é molto importante per noi”.

L’obiettivo della salvezza per voi era chiaro sin dall’inizio?
“Si, é sempre stato chiaro per la squadra. Certo, preferivo lottare per l’Europa League, ma per poterlo fare lo devi dimostrare coi fatti, sul campo”.

Quanto conta il modulo?
“Abbiamo fatto quasi sempre il 3-5-2, e in alcune partite abbiamo giocato abbastanza bene, per quello che possiamo fare come squadra. A Sassuolo abbiamo fatto il 4-3-3, e non abbiamo fatto male”.

In questo senso Orsolini é sempre stato l’ago della bilancia. É ancora cosí?
“A lui mettono addosso molta pressione. Quando non gioca deve giocare, quando gioca é meglio se lo fa negli ultimi trenta minuti: non va mai bene niente. Orso é un giocatore molto importante per noi, é uno che puó saltare l’uomo, é un tipo di giocatore che non abbiamo. Lui mi piace. Ma deve avere continuità”.

L’organico é inferiore rispetto all’anno scorso?
“Difficile dirlo. Certo, perdere Verdi non é facile, Simone faceva la differenza. Ti dava un tocco di fantasia, poteva vincere quasi da solo una partita. Quest’anno abbiamo una squadra che vince in modo diverso, piú da squadra, tutti insieme”.

E Santander invece, l’ha stupita?
“Federico mi ha sorpreso, é vero. É un giocatore per noi molto importante, é uno che lotta, che gioca bene, che fa gol. Dà i tempi alla squadra, sa muoversi bene. Mi piace molto”.

Falcinelli invece non é entrato nei meccanismi del gruppo. Puó essere importante anche lui?
“Falcio é uno piú di squadra, che fa tanti movimenti, che cerca di rendersi utile. I tifosi magari non lo vedono, ma lui si sacrifica tanto”.

Peró in una coda non é riuscito Palacio a Bologna. Ridare forza a Destro.
“Ci ho provato. Il momento di Mattia é difficile. É dura, ma é lui che si deve guadagnare il posto. Mattia é un ragazzo da dieci e lode, gli voglio bene, é un bravo ragazzo e ha tante potenzialità. Ma non le sta dimostrando. Ed é peggio quando non giochi, perché non puoi dimostrare”.

A lei é mai capitato un momento cosí?
“No, mai”.

Crede che stiano mancando piú gli esperti dei giocatori giovani?
“Non lo so. Magari é il contrario. I giovani possono dare a noi entusiasmo, voglia di giocare. Io peró posso parlare soltanto per me, devo giocare un po’ meglio, provare a fare di piú”.

Piú gol?
“Il gol non mi é mai mancato, ne ho fatti piú di duecento. Magari mi manca negli ultimi anni. L’anno scorso ne ho fatti quattro, pochi per come sono abituato. Se ne facessi sei, sette l’anno alla mia età andrebbe bene. Non é facile”.

Lei é uno che vuol sempre giocare?
“Io sono venuto qui per aiutare la squadra, ma alla fine ho giocato sempre. E io voglio farlo, anche se magari avrei bisogno di giocare meno. Se Pippo mi mette in campo sono molto felice, lo faccio dando tutto. Anche se poi alla mia età certe cose le pago”.

Dicono che lei sia il giocatore piú intelligente della Serie A.
“Posso essere intelligente, ma non il piú intelligente. Ce ne sono altro. Adesso faccio piú fatica a correre, prima andavo piú forte. Cinque anni fa avrei fatto altre cose che oggi non posso fare, anche contro la Fiorentina. Il fisico é cosí”.

Meglio seconda punta o esterno?
“Sono due ruoli diversi: quando gioco esterno mi piace prendere la palla e puntare l’avversario. La seconda punta cambia, sei piú vicino alla porta, piú libero, vai da una parte all’altra. Posso giocare in tutti e due i ruoli, sempre con i miei limiti”.

Questo é l’ultimo anno poi si ritira?
“Non lo so. Dipende da come finisco, da tante cose, se mi diverto ancora oppure no. Posso giocare perché fisicamente non sto male. Sono piú stanco a livello mentale, quello si. Forse a Bologna dovevo venirci prima, qui si sta davvero bene e magari avrei dato un po’ di piú”.

Se deciderà di giocare, sarà in Italia o all’estero?
“In Italia, quello é sicuro”.

Quella della salvezza é una lotta tra quattro, cinque squadre al massimo. O anche quello che stanno sopra devono preoccuparsi?
“Per me devono preoccuparsi. Il Parma, per esempio, in questo momento é fuori dai giochi é tranquillo. Dipende da noi metterle in difficoltà le altre squadre, se vinciamo possiamo mettere molta pressione. Perché non ci sono molti punti che ci separano”.

Alla fine c’é il traguardo della salvezza. Ma questo Bologna ci arriverà a braccia alzate o no?
“La consapevolezza di poterci arrivare c’è, vogliamo farcela. Penso che faremo meglio nel girone di ritorno. Me lo sento. Nel girone di ritorno vinceremo anche gli scontri diretti”.

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