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Mottastics – Novena

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Numeri (e considerazioni) ai tempi di Thiago Motta

 

(Giunti) Ad un quarto della nostra classifìca

la posizione della squadra risulta magnifica

e se avessimo in più quei 4 punti
 
la nostra posizione ci farebbe tutti più contenti.
 
Non volevamo scimmiottare i primi versi della Divina Commedia,  ma creare un incipit differente per commentare il nono risultato utile consecutivo, situazione che non accadeva dalla lontana stagione 2008-2009, quando proprio sulla panchina dei rossoblù sedette per la prima volta Sinisa Mihajlovic al posto di Daniele Arrigoni: la “novena” di risultati positivi iniziò dopo una sconfitta per 1 a 3 in casa contro l’Udinese, a cui fecero seguito 3 pareggi consecutivi per 0 a 0 (contro, rispettivamente, Bari, Parma ed Empoli) due vittorie (contro Venezia, fuori casa, e Piacenza, fra le mura amiche del Dall’Ara), un soffertissimo pareggio contro la Roma, dove Sinisa  iniziò il suo percorso di guida tecnica del Bologna, poi una vittoria per 0 a 4 al Menti contro il Vicenza, per finire con un pareggio (Perugia) e quel famoso 3 a 0 con la Juventus, con reti di Paramatti, Signori e Fontolan che già al 29esimo del primo tempo avevano distrutto il fortino bianconero.
Il decimo risultato utile non arrivò a causa di una sconfitta il 5 dicembre 2008, al Franchi di Firenze, per una rete di Battistuta che diede ai viola la vittoria.
 
Ma tornando all’oggi e al nono risultato consecutivo, la partita di ieri ci ha confermato alcune situazioni: 
1) solitamente il nostro possesso palla è predominante (59,30% conto il 40,70% neroverde), nonostante in estate la squadra abbia cambiato molti interpreti principali. La filosofia di gioca di Motta sul condurre il gioco, qualunque sia l’avversario e il campo da gioco (casa o trasferta), sta prendendo piede (solo per segnalare che il totale dei passaggi nostri sono 596 contro i 394 della squadra di Dionisi, con una precisione dell’87,80%), ma ancora la squadra deve completare l’imparare a memoria il copione, che la scorsa stagione divenne “verbo” nella seconda parte inoltrata del campionato. Adesso ci sono  alcuni interpreti che devono calarsi ancora nella parte: quando questo avverrà il gioco risulterà ancora più efficace, soprattutto in zona gol.
2) E’ proprio in zona gol dove siamo ancora carenti:  il Sassuolo ha fatto 17 tiri contro i soli 9 nostri. E se nello specchio il dato quasi si pareggia (6 loro contro i 5 nostri), è il dato dei tiri fuori (8 a 1 per i neroverdi) che segnala la nostra difficoltà in avanti.
Non prendiamo il dato sui cross, perchè Motta predilige il gioco a terra e manovrato (l’unico gol, sugli 11 insaccati nelle porte avversarie,  segnato di testa è l’eurogol di Lollo De Silvestri, sicuramente voluto, ma frutto più di una casualità che di una manovra ricercata e voluta). squadra, che ancora deve finire di maturare.
 
 
3) Per finire, sui duelli vinti siamo in testa (56,50% contro i 43,50 del Sassuolo) ed è la strada su cui dobbiamo insistere: la forza di una squadra si desume anche dal fatto di gestire al meglio la sfera e di uscire più spesso vincitore dai contrasti per fare ripartire la manovra, verso l’attacco.
 
Della classifica odierna parliamo solo incidentalmente (primi versi di questo articolo a parte): stabili nella parte sinistra, con punti mancanti che ci porterebbero ad una posizione “spettacolare”, che nessuno ad inizio stagione avrebbe mai potuto auspicare. La rivoluzione di Sartori di quest’estate ha, oggi, un suo senso compiuto nel cammino evidente della squadra.
Cosa manca a questa squadra per stabilirsi stabilmente fra le prime quattro? Difficile a dirsi, ma lasciateci dire la nostra: forse 2/3 top player che guidino l’11 fuori dalle secche, proprio come ieri, quando l’inerzia della partita porterebbe (come è successo) ad un pareggio scritto, grazie ad una giocata da fuoriclasse come quella avvenuta al 3′ del primo tempo.
E qui si vedrà la mano dell’allenatore: crediamo che alcuni fuoriclasse potrebbero già essere nella rosa attuale, ma ancora non lo sanno. Sarà Thiago  a farli crescere e dare a loro il compito di leader di un manipolo di buoni giocatori.
Possibile? Lasciatecelo credere: con così tanti “under” in squadra è possibile che i top player ci siano già, basta dare a loro il tempo (e la pazienza) di vederli crescere. Già venerdì prossimo con la Lazio.
 
(Fonte Claudio Beneforti e Davide Centonze, Stadio)

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