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RdC – Bologna, Pioli fissa le priorità – 3 Aprile

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Da qui all’eternità: in 8 partite, 50 lunghissimi giorni, ci si gioca molto del presente e tantissimo del futuro, sul quale abbiamo una sola certezza, che è quella di ritrovare Pioli in panchina. Stessi punti dell’anno scorso, recita il pezzo a firma Massimo Vitali, con una voglia matta di ripetere la stessa rincorsa, partendo dal Toro, in visita al Dall’Ara sabato sera. Ma queste ultime partite, con la salvezza quasi in tasca, possono permettere di iniziare a pianificare un futuro con il numero maggiore di certezze possibili che in questo caso si chiamano giocatori in organico. Pioli su questo è stato categorico al momento della firma sul rinnovo/prolungamento: che la preparazione non faccia rima con rivoluzione e che il ritiro estivo serva a creare fin da subito l’architrave della prossima stagione. I primi dubbi da sciogliere sono, in ordine, Perez, Gilardino e Diamanti (solo quest’ultimo ha un contratto che lo lega al Bologna fino al 2017). Fare l’en plein è matematicamente impossibile, quindi la possibilità che almeno uno dei tre se ne vada da Bologna è altissima. E come si è visto a Udine, un Bologna con Diamanti e Perez nel motore è un’altro Bologna. Per Gila Pioli si è già speso: l’attacco l’anno prossimo ripartirebbe da lui, con reciproca soddisfazione. Altro pilastro da mantenere è il franco algerino Taider, a cui vanno aggiunti Antonsson, Soerensen, Cherubin (promossa la difesa centrale in blocco, speranco che per Frederik la Juve non faccia i capricci). In porta il mister ha chiesto a Guaraldi di riscattare Curci, chiedendo poi ad Agliardi di accettare il ruolo da numero 12. Morleo, in scadenza, sarebbe un altro punto su cui il tecnico di Parma vorrebbe consolidare la ricostruzione, mentre dall’altra parte la scelta ricadrebbe su Garycs. A centrocampo Pioli farebbe follie per Kone, e vorrebbe dare più di una chanche allo sloveno Khrin mentre Guarente, Pazienza, Riverola e Pulzetti non rientrerebbero nei piani futuri. Ultima considerazione va per Gabbiadini: se dipendesse dal Mister, Manolo non si muoverebbe da Casteldebole, ma le vicende torinesi raccontano di un Gabbiadini già da giugno a Vinovo, con buona pace di tutti. Adesso la palla tocca alla dirigenza e Zanzi: c’è tempo per fare un buon lavoro e iniziare a sognare in grande, senza dover per forza spendere fortune

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