Seguici su

Altri Sport

Un circuito al mese – Südschleife, il Nurburgring in miniatura

Pubblicato

il

Fratellino minore

Basta la parola Nurburgring per evocare nella mente di ogni appassionato le immagini del fantastico circuito immerso nella foresta dell’Eifel, l’università della guida che dal 1927 attende chiunque voglia laurearsi in pilotaggio. Anche se dal 1984 esiste il cosiddetto “Grand Prix Strecke”, autodromo di cinque chilometri e spiccioli costruito per le moderne esigenze delle massime categorie, il vero ‘Ring per tutti gli appassionati resta la mitica Nordschleife (anello nord) che con le sue 73 curve spalmate su 20,830 chilometri troneggia maestoso ai piedi del castello di Nurburg nella sua metafisica grandiosità. Pochi lo ricordano, ma fino agli anni Settanta del Novecento esisteva anche un piccolo Nurbugring che nulla aveva a che vedere con quello della Motor Valley, l’Autodromo di Imola. Una specie di fratello minore specchiato rispetto allo storico “inferno verde”. Stiamo parlando della Südschleife, l’anello sud.

Il complesso del Nurbugring in una carta storica. La Sudschelife è ben visibile (Claudio Troncaro su Pinterest – Sconosciuto)

Solo sette chilometri

Si trattava di un circuito minore per l’epoca con i suoi 7,747 chilometri, ovvero molto più di qualunque circuito dell’attuale mondiale di Formula 1. Venne costruito insieme alla Nordschleife per ingrandire l’immenso complesso del Nürburgring e venne ugualmente inaugurato nel 1927. Fin dall’inizio sembrò però subire l’ingombrante presenza del fratello maggiore che apparve subito come il circuito più difficile ed ammirato al mondo. Le competizioni principali non sfioravano nemmeno l’ “anello sud”. Nello sviluppo dell’intera struttura era previsto un tratto comune ai due circuiti, la “Start und Ziel Area” (area di partenza e arrivo) costituita da due rettilinei legati tra loro da una coppia di tornanti. Questo mini-anello di cemento (detto per questo “Betonschleife”) da 2,292 chilometri era nato per consentire il collaudo antegara delle vetture e, “bypassando” i tornanti, consentiva di unire Nord e Sudschleife nella Gesamtstrecke, unico circuito da ben 28,265 chilometri. Ovvero il tracciato che fino al 1931 divenne teatro del Gran Premio di Germania donando la massima visibilità anche all’anello sud.

 

Bello ma sottovalutato

Sarebbe un errore pensare che la Sudschleife fosse un circuito meno interessante della pista “maggiore”. Si trattava di un tracciato più breve ma altrettanto spettacolare ed impegnativo. Nella sua parte iniziale una serie di rapidi curvoni in discesa portava verso il piccolo centro di Müllenbach, dove il ritmo veniva spezzato da un’ improvvisa destra ad angolo retto che immetteva sul velocissimo tratto in salita che verso la “Start und Ziel Area”. Con l’aggiunta della “Stichstraße”, una bretella che nel 1938 venne costruita a sud della Südkehre, l’anello sud poteva essere utilizzato indipendentemente dalla Nordschleife in una configurazione ridotta a circa 5,7 chilometri evitando l’utilizzo dell’area di partenza. Sulla carta un’ottima opportunità di aumentare l’attività per il “piccolo ‘Ring”, tagliato fuori in occasione dei Gran Premi. In realtà fu l’inizio della sua decadenza lenta ed inesorabile.

 

Giorni di gloria

Negli anni del secondo conflitto mondiale l’area del Nurburgring venne utilizzata dagli eserciti alleati come un enorme rimessaggio per veicoli bellici. Il transito senza sosta dei mezzi cingolati danneggiò gravemente il nastro d’asfalto, rendendolo inutilizzabile. Al termine delle ostilità il governo francese offrì aiuti per ripristinare il circuito e riprenderne l’utilizzo a scopi agonistici iniziando proprio dalla Sudschleife. Il circuito piccolo fu così teatro per la ripresa delle gare nel 1947 salendo nuovamente alla ribalta delle cronache per un paio d’anni. Giusto il tempo di rimettere in sesto la Nordschleife, che tornò rapidamente a recitare la parte del leone. La Sudschleife ebbe ancora risalto sulla scena del motorsport quando fu teatro del Gran Premio motociclistico della Germania Ovest nel 1965. Ovvero il giorno in cui Giacomo Agostini mostrò al mondo il suo talento vincendo il suo primo gran premio in classe 350. Anche tre anni dopo il Motomondiale tornò a fare tappa sull’anello sud. Insieme alle due ruote corsero anche le monoposto di Formula Vee e Formula 3, in un evento che richiamava le gare di anteguerra in cui auto e moto correvano sulla stessa pista nel medesimo fine settimana. Escludendo quelli che all’epoca si chiamavano giri turistici a pagamento (ovvero i moderni “track days” per veicoli stradali), l’attività della Sudschleife fu riservata a competizioni nazionali fino al 17 ottobre 1971. Il giorno in cui si tenne l’ultima gara ufficiale per vetture monoposto sul fratellino minore della Nordschleife. Passarono altri 4 anni in cui il tracciato fu riservato all’uso turistico prima dell’abbandono e del rapido declino.

Un raro filmato del 1962 dedicato ad una gara di formule minori sulla Sudschleife (ardientemetal su YouTube)

Ruderi di un circuito

Quando nacque l’esigenza di un nuovo circuito rispondente ai moderni standard di sicurezza, la scelta per l’area da utilizzare fu semplice: era a disposizione quella della Sudschleife. Una volta demolita la Betonschleife e le vecchie infrastrutture dei box fu il turno dell’anello sud, di cui diverse porzioni vennero demolite per sempre. Non tutto il nastro d’asfalto venne però eliminato: il tratto iniziale verso Müllenbach venne riconvertito alla viabilità ordinaria, mentre altri settori di asfalto in disuso vennero in breve inghiottiti dalla foresta. Ma anche oggi, tra la lama di un vecchio rail ed una postazione telefonica in disuso, il sapore del piccolo ‘Ring può essere ancora gustato dagli appassionati che affrontano una serie di veloci curve in discesa in mezzo ad una foresta dell’Eifel.

 

Continua a leggere le notizie di 1000 Cuori Rossoblu e segui la nostra pagina Facebook

E tu cosa ne pensi?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *