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Bologna

La pelle dell’Orsolini

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Un po’ vi invidio, moderni alchimisti che possedete la formula per creare l’oro. Voi (a chiacchiere) avete in tasca tutte le risposte, tutte le soluzioni. Se il mondo vi desse retta, sapreste come combattere la povertà, come eliminare le ingiustizie, come evitare le calamità naturali, come governare il Paese, addirittura come far giocare Orsolini, mica come quell’imbelle di Pippo Inzaghi, che lo utilizza part-time. Ecco, adesso che vi ho confessato l’invidia che provo nei vostri confronti – che siate salumieri, idraulici, elettricisti o miei colleghi – vi dico sommessamente quel è il mio inutile parere. Per come intendo io il calcio, quelli bravi devono sempre giocare. Non avendo io velleità da tecnico (che altrimenti facevo il Supercorso a Coverciano: e voi, invece, l’avete fatto?), non solo non ho la formula, ma non ho neanche una di quelle formulette con cui vi riempite quotidianamente la bocca, 4-3-3, 3-5-2, 4-2-3-1 e via dicendo, che mi sembrate mia madre quando controlla le estrazioni del Lotto. A questo punto, quindi, non ho nemmeno una “dritta” da regalare a Pippo, che peraltro non so se leggerà questo pezzo. Proprio per questo, umilmente, provo ad affrontare il problema – quello stesso problema che voi avete già risolto mi sembra con il 4-3-3, che vi auguro che esca il terno – da un’altra angolazione, la mia. Come anticipato, per me i bravi giocano e i “tristi” stanno a guardare: anni fa, per capirci, non capii per quale motivo Azeglio Vicini prima e Arrigo Sacchi poi si siano sempre rifiutati di far giocare insieme Baggio e Mancini… Scendendo di livello e tornando ai giorni nostri, eccoci a Orsolini. Che è bravo, socmel se è bravo, però credo che oggi sia difficilmente classificabile, un po’ come lo era – ricordate? – Simone Verdi quando arrivò al Dall’Ara o prima ancora Giaccherini. Dovevano essere ali destre, o almeno da quelle parti avevano sempre giocato, invece strada facendo fu chiaro che limitarli sulla fascia sarebbe stato un delitto e divennero attaccanti (meglio: trequartisti) con licenza di svariare su tutto il fronte offensivo. In questo, so di gettare sale su una ferita aperta, vidi molto la mano di Roberto Donadoni, anch’egli nato tornante e successivamente trasferitosi nel cuore del gioco pur non avendo qualità da bomber. Ma torniamo a Orsolini: che sia bravo, oltre al sottoscritto, lo dicono il fatto che la Juventus ne detenga il cartellino da qualche anno e che l’Under 21 ne abbia fatto un punto di forza. Tutto questo non deve farci dimenticare che è giovane e che Bologna rappresenta la sua prima, vera chance (dopo essere stato scaricato dall’Atalanta) di affermarsi nel calcio che conta. Calma e gesso con il ragazzo, quindi, e stesso trattamento per l’allenatore, perché se uno dei migliori insegnanti del calcio italiano, Gasperini, ce lo ha passato senza versare lacrime dopo averlo impiegato (da panchinaro) solo in una manciata di occasioni, un motivo ci sarà. Quindi Orsolini è bravo, ma pure il “Gas” ha avuto problemi a inquadrarlo. La soluzione? Io, nel dubbio, mi fido umilmente di quel signore che siede in panchina ed è pagato per fare l’allenatore dopo aver vinto scudetti, Champions League e Mondiali. Voi, che invece vi siete fatti il mazzo a Coverciano, avete tutto il diritto di pensare che al posto di Pippo fareste la vostra porca figura…

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