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FIM Women’s Motorcycling World Championship, la vetta della piramide

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motogp.com


Sulla scia della Women’s European Cup e del CIV al femminile, Dorna ha annunciato qualche mese fa la nascita di un campionato mondiale dedicato solo alle ragazze, con lo scopo di far crescere il movimento e creare più opportunità per tutte.

Una piramide da scalare

La nuova competizione sarà l’ennesima nata negli ultimi anni per provare a dare un’ulteriore spinta ad un movimento che ha bisogno di visibilità e crescita per provare a raggiungere risultati importanti. Oggi si parla sempre di più di motorsport al femminile ed è un argomento sempre più tenuto di conto dalle alte autorità del mondo dei motori. Un qualcosa che genera interesse e curiosità non solo nelle piccole bambine e nelle ragazze che magari un giorno sognano di vivere la propria passione ai più alti livelli di questo sport, ma anche in tutti quegli appassionati che seguono ardentemente le corse motoristiche.

L’annuncio fatto qualche mese fa a Jerez in occasione del GP di Spagna della MotoGP ha visto il capo di Dorna, Carmelo Ezpeleta, il presidente della FIM Jorge Viegas e Francoise Emery, CEO della FIM insieme a Gregorio Lavilla, direttore esecutivo WorldSBK presentare quello che dovrà essere un progetto alla base diverso da quelli già esistenti. Infatti l’intenzione del FIM Women’s World Championship sarà quella che le ragazze si guadagnino da vivere come delle vere pilote professioniste, realtà che ancora oggi, nelle altre competizioni in rosa, non è stata ancora raggiunta.

L’obiettivo è dare al movimento una costruzione piramidale che aiuti le ragazze ad arrivare al vertice delle competizioni motoristiche femminili a due ruote e poi provare a sfondare nelle competizioni mondiali senza distinzione di genere. Non una cattiva idea quella di costruire un percorso che parta dai campionati territoriali come per esempio il CIV in rosa, che poi prosegua nel Wec, il quale dalla prossima stagione diventerà semplicemente il Campionato Europeo femminile. Questo per poi arrivare al mondiale di riferimento dove alle atlete sarà riconosciuto lo status di professioniste.

Roberta Ponziani in azione durante il CIV, che corre anche nel Wec – credits to Marco Montrone

Il mondiale in rosa

Il Campionato si svolgerà molto probabilmente su 6 round con doppia gara per un totale di 12 manche. Una competizione al momento monomarca che avrà luogo in circuiti di livello mondiale in Europa e che farà da contorno alla World SBK. Sicuramente i primi anni, soprattutto il 2024, serviranno per capire che margini di miglioramento ci sono e che possibilità di crescita possa dare questa nuova categoria al femminile per poi capire di stagione in stagione come muoversi.

Per quanto non sia una fan delle competizioni solo femminili, almeno nel motorsport, spero vivamente che Dorna e FIM mi smentiscano con quanto stanno costruendo. Riconosco che gli investimenti che stanno facendo sono enormi e che l’idea ha una sua logica, per cui seguirla possa portare al raggiungimento dei risultati prefissati. Il traguardo più bello sarebbe vedere le stelline di ora come Sara Sanchez o Beatriz Neila Santos arrivare a lottare con i ragazzi nel motomondiale e avanzare di categoria in categoria. Per il mio modesto parere sarebbe bellissimo vedere un giorno che qualcuna arrivi stabilmente in MotoGP o in SBK, ma per farlo ci vuole ancora tanto tempo, perché il gap da colmare è ampio. Tra le giovani che stanno venendo fuori ci sono promesse interessanti che se coltivate forse riusciranno a ritagliarsi il loro personale percorso verso l’alto.

Ovviamente i proclami non andranno fatti subito, ma all’inizio sarà importante capire e concentrarsi sulla crescita, di cui questo movimento ha estremo bisogno. Questo affinché per le ragazze le corse motociclistiche possano diventare un lavoro e non rimanere un passatempo che presto finisca nel dimenticatoio.

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