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IL GRILLO PENSANTE – Quando il gioco si fa duro

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Sgroppata prepotente di Lykogiannis sul binario sinistro, cross al bacio per Odgaard che irrompe trafiggendo impietosamente Terracciano e decapitando all’istante qualsiasi velleità di rimonta viola. E’ l’epilogo di tre giorni in cui il giovane Jens, giunto sotto le Due Torri nel mercato invernale grazie ai sempre più consolidati rapporti con l’AZ Alkmaar, subentrando dalla panchina per giocare 38 minuti complessivi si è guadagnato per ben due volte l’abbraccio travolgente di una Curva Bulgarelli in tripudio: domenica scorsa aveva scritto i titoli di coda di Bologna-Lecce 4-0 piazzando in contropiede la classica ciliegina su una torta debordante di crema, nel recupero infrasettimanale contro la Fiorentina ha chiuso a doppia mandata un derby che, nel XXI secolo, in poche altre occasioni aveva profumato così intensamente d’Europa. Alla fine della fiera toscani rispediti oltre Appennino a mani vuote e un intero popolo che può continuare a vivere una realtà sognata tante volte ma sempre formidabile nel far perdere le proprie tracce. Almeno fino ad oggi.

 

Più forti di qualsiasi pressione

 

La vittoria contro la Viola non porta in dote soltanto 3 punti già di per sé pesanti come platino, è l’emblema di una squadra che gioca meravigliosamente a calcio non certo per piaggeria ma perché “Giocare bene ti fa vincere” come decantato dal suo sapiente allenatore; la sfida in questione, trattandosi di un recupero isolato non sovrapposto ad altre gare, aveva catalizzato un’attenzione mediatica imponente che rischiava anche di sovraccaricare di pressione una truppa rossoblu che, invece, si è dimostrata talmente in palla da travolgere qualsiasi titubanza o complicanze collaterali. Quella etichettata come “Sfida Champions” è stata dominata e vinta senza possibilità d’appello, giornata dopo giornata cresce la fiducia nei propri mezzi e parallelamente la consapevolezza di poter restare agganciati al treno che condurrà all’interrail europeo della prossima stagione. Mancano 14 giornate dal termine del campionato, tante per poter anche solo pensare di aver già afferrato qualche ricompensa ma sufficientemente poche per considerarsi iscritti alla lotteria coi premi che contano…il rettilineo su cui si corre è quello finale, imperativo non tremare anche se la posta in palio è da farfalle nello stomaco.

 

Il Dall’Ara è un fortino inespugnabile

 

La Bologna odierna è una culla d’amore, dopo oltre mezzo secolo di nobiltà il glorioso squadrone che tremare il mondo fa è stato allontanato e quasi costantemente confinato ai margini del gotha che si spartiva titoli e campioni; la gente rossoblu si è però sempre tramandata, insieme all’orgoglio e alla passione per i propri colori, quell’ardente sentimento di rivalsa che ha sempre animato il ruggito di uno stadio intitolato all’indimenticabile presidente Renato Dall’Ara, l’uomo che della passione faceva la sua ragione di vita, e di una curva dedicata a quel Giacomo Bulgarelli emblema dell’amore per questa squadra e per questa terra. Non è un caso che, tra le mura amiche, i ragazzi di Thiago Motta stiano costruendo le loro fortune, nessuno come loro in serie A: 10 vittorie, 2 pareggi ed 1 sola sconfitta risalente all’esordio in campionato di quasi 6 mesi fa.

Nell’ultimo successo con la Fiorentina l’intero stadio si è adornato delle luci di tantissimi telefoni cellulari come un enorme festone luminoso, un suggestivo spettacolo a testimonianza dell’ammirazione e dell’affetto verso i ragazzi che stanno facendo palpitare una città intera. “Non ricordo di aver mai visto un’atmosfera del genere” ha proferito un emozionato Riccardo Orsolini a fine gara. Tutto sembra davvero ammantato di magia.

 

Quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare

 

E’ una bella sensazione ammirare Joey Saputo seduto sul suo trono in tribuna sorridente e rilassato come non si era mai visto, finalmente vede una squadra per cui gonfiare il petto (seppur con discrezione com’è nel suo stile). Per poter continuare a godere di atmosfere tanto coinvolgenti non esiste altra strada che continuare nella direzione intrapresa senza cedimenti, con l’avvicinarsi della linea dell’orizzonte la pressione aumenterà progressivamente, le giocate spensierate diventeranno decisive e la leggerezza rischia di trasformarsi nel peso sostenuto dalle spalle di Atlante. In sintesi il gioco si farà sempre più duro, a partire dall’imminente trasferta contro una Lazio in grande spolvero dopo la rumorosa vittoria contro il Bayern Monaco in Champions League, un vero e proprio scontro diretto che i capitolini non possono permettersi di fallire per non perdere contatto con le zone più altolocate. Balanzone si dovrà mostrare pronto a rintuzzare chi vuole rispedirlo nell’anonimato, un perfetto pranzo domenicale in quest’ottica sarebbe banchettare con una succulenta Aquila allo spiedo. Senza alcuna offesa nei confronti del WWF.

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