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Bologna – La “diga” Rossoblù non cede: che difesa quella del Bologna!

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Damiano Fiorentini/1000cuorirossoblu.it


Tre reti negli ultimi otto turni, due clean sheet consecutivi – il terzo nel mirino, per segnare un altro record in una stagione che lo è già, di per sé – tredici quelli totali, con ancora otto partite da giocare. E poi, il dato finale: venticinque gol subiti in trenta giornate. Il Bologna, da quando ha iniziato ad ingranare le marce dopo un avvio fatto di segni X, non si è schiodato dalle posizioni che contano, quelle europee, ed è rimasto la terza miglior difesa del campionato per tutto l’arco del campionato corrente. Il motivo è presto detto, e ha dei protagonisti ben precisi.

Gira e rigira, la solidità è di reparto

Potremmo parlare dei singoli, di come Calafiori sia tornato per imporsi in un campionato che lo aveva visto per spizzichi e bocconi ma nel quale ora è uno dei migliori, se non il miglior difensore centrale mancino. Potremmo parlare di Beukema, che ci ha messo giusto due amichevoli estive per comprendere e poi mettere in pratica, per diventare una diga. O di Lucumì, il quale ha avuto un upgrade clamoroso in termini di concentrazione e di prestazione, in un anno dove la titolarità non è certa. Ma è più corretto dirlo alla Motta: chi gioca se lo merita e chi gioca da il proprio contributo. Perché se arrivi a proporre un’alternanza tra i pali, e di risposta hai la miglior stagione di Skorupski in carriera, probabilmente, e la sicurezza anche con Ravaglia, allora c’è molto altro. 

Senza limiti anche grazie al “muro”

Il Bologna è consapevole della propria forza anche grazie a questa solidità difensiva che sembra non vacillare mai, contro nessuno. “Scambiando l’ordine degli addendi, il risultato non cambia”, e questo vale anche per le fasce, dove i Rossoblù hanno portato a casa bottino pieno con Posch, con De Silvestri, con Kristiansen – nel 2024 uno dei migliori – e con Lykogiannis, arrivato addirittura a due gol in questa stagione. Senza dimenticare il giovane Corazza, che si sta facendo le ossa in questo grande gruppo. Insomma, se le certezze potevano arrivare dal reparto offensivo dopo il grande mercato estivo, le risposte maggiori in realtà Thiago Motta le ha avute dai suoi difensori: davanti il successo era “atteso”, mentre aver creato una difesa da vera big, molto meno.

Fonte – Alessandro Mossini, Corriere di Bologna / Marcello Giordano, Il Resto del Carlino

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