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Troppa Schio per Venezia: alla Segafredo Arena trionfano le Orange 69-55

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FIBA


FAMILA SCHIO – UMANA REYER VENEZIA 55 – 69 (15-16; 24-34; 36-51)

Famila Schio: Keys, Mestdagh 14, Cinili 2, Gruda 22, De Pretto 2, Achonwa 8, Crippa, Andre’ 6, Dotto 7, Sottana 8. All. Pierre Vincent.

Umana Reyer Venezia: Bestagno 3, Carangelo 11, Pan, Natali ne, Anderson 23, Petronyte 2, Fagbenlet 8, Meldere ne, Attura, Penna 8. All. Giampiero Ticchi.

Arbitri: Fabio Ferretti, Jacopo Pazzaglia, Chiara Maschietto.

Tiri liberi: SC 9/13 (69%); VE 7/9 (78%).

Rimbalzi: SC 45; VE 37.

Falli: SC 16; VE 8.

Tiri da 2: SC 27/50 (54%); VE 15/40 (37%).

Tiri da 3: SC 2/12 (17%); VE 6/18 (33%).

 

QUINTETTI INIZIALI

Famila Schio: Dotto, Cinili, Mestdagh, Achonwa, Gruda.

Umana Reyer Venezia: Carangelo, Anderson, Penna, Fagbenle, Petronyte.

 

Eterne rivali, la finale della Coppa Italia Techfind mette una di fronte all’altra le prime due forze del campionato, Venezia e Schio. Un antipasto di quello che, con ogni probabilità, sarà l’epilogo della stagione sportiva di A1 femminile, in un derby tutto di stampo veneto per decretare chi si aggiudicherà il primo trofeo stagionale.

Si trova a rincorrere da subito la formazione Orange, indietro di tre lunghezze dopo la tripla di Carangelo. Ci mette una pezza Mestdagh, seguita a ruota da Gruda, ma dall’arco la Reyer è una furia e grazie a Penna e nuovamente Carangelo vola sul +5. Per ricucire il Famila si affida alle sue lunghe, accorciando con Gruda e Achonwa ed operando il controsorpasso con la tripla di Mestdagh a metà quarto. Qualche sbavatura di troppo convince Ticchi a chiamare minuto, da cui arrivano solo sei punti di Petronyte e Anderson, che però bastano per il controsorpasso Venezia. Minuto anche per Vincent, che trova una risposta positiva dalle sue ragazze con Sottana, per il +1 al primo giro di boa.

Concluso il mini break è subito Reyer con Anderson, mantiene il muso avanti Schio grazie a Cinili e Dotto dalla lunetta, ma Bestagno e Penna dai 6,75 regalano il vantaggio a Venezia. Pasticciano le ragazze di Ticchi, faticando a trovare varchi in avanti, Schio si traveste da boia e punisce senza pietà: Sottana accorcia, poi firma il controsorpasso, su cui pongono l’accento Mestdagh dall’arco e Andre’. Sprofondata sotto di due possessi Venezia decide di parlarci su, ma una stoccata di Gruda rincara la dose, ripetendosi poco più tardi dopo un rimbalzo offensivo sulla sirena, che sancisce il +10 Schio all’intervallo.

Sprofondata in fondo all’abisso scavato dalle Orange, Anderson si carica sulle spalle la sua squadra mandando in fondo al sacco sette punti. La produzione offensiva della numero 12 però non basta a tappare la falla aperta dalle scledensi, che vanno a referto con Gruda, Dotto e Mestdagh. E proprio la cestista belga porta Schio sul massimo vantaggio di +11, distacco ritoccato successivamente da Andre’, Sottana e De Pretto, per chiudere al terzo giro di boa sul punteggio di 36-51.

Forte dell’ampio tesoretto accumulato, il Famila ammazza la gara con cinque punti in fila di Achonwa, volando sul +20. Gravata di quattro falli, Anderson non riesce ad incidere come dovrebbe (e vorrebbe), mettendo comunque a segno nove punti. Con il divario orma incolmabile, i canestri di Dotto e Gruda sigillano la vittoria scledense, su cui Achonwa pone la classica ciliegina sulla torta per il 55-69 che incorona le Orange campionesse.

Primo trofeo stagionale in bacheca per la squadra di Pierre Vincent, artefice di una vittoria non scontata dopo una semifinale giocata non all’altezza delle aspettative contro Bologna. Sprofonda invece Venezia, annichilita dalle prodezze di Mestdagh e Gruda ed incapace di trovare soluzioni adeguate al dominio sotto i tabelloni delle avversarie, nettamente superiori con 45 rimbalzi a 29. Miglior giocatrice della finale è senza dubbio la transalpina Sandrine Gruda, autrice di 22 punti complessivi e determinanti ai fini della vittoria finale.

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