RS – STADIO: Guaraldi si dimette, Zanetti ci pensa. E nel frattempo Zeman… – 03 giu

Domani CdA in casa Bologna: Guaraldi presenterà doppie dimissioni, da presidente e da amministratore delegato del club. Lo farà spiegando i motivi che hanno portato a quel -1 in classifica dovuto all’Irpef non pagato.
Probabilissimo che le dimissioni vengano respinte dallo stesso CdA: avrebbe poco senso infatti non avere per presidente colui che al momento detiene le quote di maggioranza. Poteva forse esserci un timido tentativo da parte di Pavignani, ma tutto sembra rientrato: i soci aspettano Zanetti, che faccia una mossa. Senza di lui, avanti con Guaraldi.

Zanetti dunque: al momento, come noto, diviso tra cuore e ragione. Attende le valutazioni dei suoi avvocati e soprattutto delle banche che cureranno l’ingresso in borsa, in autunno, della Segafredo. Valutazioni ovvie e scontate: nessuno al momento pare consigliare l’acquisto di una società calcistica in Italia, oltretutto con i debiti che il Bologna FC ha accumulato negli anni.
Non lo consigliano gli avvocati, che hanno visionato i conti, non lo fanno i figli, il cui parere però è tenuto nella giusta considerazione.
Perché il cervello direbbe no, ma alla fine siamo persone, anche Zanetti lo è. Un assist al Bologna potrebbero darle le banche che si occupano della quotazione e della valutazione della Segafredo: potrebbero addirittura considerare la proprietà di una società come il Bologna un punto a favore. Non rimane che aspettare, dunque, ma il tempo è quel che è.

E Zeman? Con Guaraldi sicuro presidente, nonostante le scarse garanzie tecniche e la corte del suo ex-presidente Sebastiani al Pescara, avrebbe scelto Bologna già da tempo: lo affascina la piazza, lo affascina l’idea di riportare entusiasmo laddove è scomparso ma un tempo si vincevano gli scudetti. Lo affascina Bologna, il Bologna, la sua storia ed il blasone.
Ma deve rimanere Guaraldi e, di conseguenza, Filippo Fusco. Un ribaltone societario cambierebbe tutto, con Zanetti andrebbero trovati accordo e tutto. Anche per il boemo, come per tutti ormai, non rimane che attendere. 

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