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Dell’Aquila e il Leone S3 #23 – Bicchiere pieno per tre quarti

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Non era per niente facile portare a casa due punti da Vigevano. Non lo era dopo l’inciampo di Casale e relativa pausa di due settimane, non lo era senza Fantinelli, non lo era dopo i primi 15′ di dominio casalingo. E, invece, bastano un paio di minuti da vera “Big” per rendere la missione alla portata e ribaltare un esito che, considerate le difficoltà citate, sembrava indirizzato verso la seconda domenica da dimenticare. 

“Il bicchiere è pieno per tre quarti” ha detto un Caja tanto provato quanto soddisfatto a fine partita, mettendo in luce la forza della squadra nel restare unita malgrado l’avvio complicato sotto il piano realizzativo (sette punti nel primo quarto sono il record negativo stagionale) e l’entusiasmo degli avversari. L’esperienza viene fuori in questi casi, in primis quella di gestione da parte dell’allenatore, in secundis quella dei giocatori sul parquet e i possessi che precedono l’intervallo la incarnano perfettamente. Caja gestisce i minutaggi, l’asse americano ingrana e non a caso la fiducia cresce anche nei compagni più giovani: la tripla di Giordano riassume il momento e marca il passo, anche se il vantaggio effettivo arriva dopo, per il decisivo cambio d’inerzia. Rimanendo sui secondi finali del primo tempo, fondamentali per il successo al 40°, stupisce fino a un certo punto il buzzer beater di Freeman da centrocampo; per il trend che la gara stava prendendo, una soluzione vincente, sebbene meno scenica, a quell’ultimo possesso la Fortitudo l’avrebbe ugualmente trovata.

Senza ripercorrere la cronaca della ripresa, la ritrovata consapevolezza dei propri mezzi, unita al risveglio di Aradori, indirizza i due punti verso Bologna che può anche permettersi di gestire l’epilogo. Che i tre quarti al quale si riferiva Caja fossero quelli della partita o meno, si può parlare di una Effe assente nei primi 10′ e presente nei restanti 30′, con un paio di minuti di margine. 

Se, invece, vogliamo uscire dal paragone con i periodi di gioco, per i tanti aspetti progressivamente volti in positivo, quelli da correggere non mancano. 

In cima alla lista ci finiscono senza dubbio i falli a carico dei playmaker. Avere sul groppone quattro falli a testa già a metà del terzo periodo non lasciava presagire nulla di buono e infatti, basta una reazione rabbiosa di Giordano a 13′ dalla fine per lasciare Panni da solo in cabina di regia, proprio lui che predilige agire da battitore libero sugli esterni. Errore ingenuo e perdonabile ad un 2003 che, però, dovrà imparare a gestirsi anche sotto questo aspetto se intende rimanere a questi livelli, ad oggi alla portata. Il rientro di Fantinelli, previsto per il confronto di domenica con Rieti, aggiusterà le lacune ma non l’altro grosso limite dei biancoblu che contro la Real Sebastiani potrebbe emergere con maggior gravità: le rotazioni ridotte. 

Coach Alessandro Rossi si affida a tutto il suo roster, schierando abitualmente, specie in questa fase ad orologio, l’intera panchina e non solo nei momenti di garage time come accauduto nellultimo confronto con Nardò. Questo significa far riposare adeguatamente le proprie bocche da fuoco senza spremerle in momenti della gara non imprescindibili. 

Statistica dunque opposta a quella fortitudina che suona come grosso monito. Un Conti utilizzato tre minuti e mezzo e un Sergio messo in campo per appena 2’30” servono a poco. Il loro apporto dovrà essere necessariamente maggiore sia in termini di impiego sia, anzi soprattutto, qualitativo. Taflaj, al contrario, resta un grande punto interrogativo: buon impatto per 4 minuti poi scompare e chissà se lo rivedremo in panchina con il ritorno del Fante

Per riempire completamente il bicchiere occorre ripartire dalla reazione caratteriale di Vigevano, correggendo le sbavature che hanno fatto vacillare il risultato. Che poi l’esito non sia immediato è comprensibile anche se ci si comincia ad avvicinare al clou della stagione in cui le formazioni più forti salgono in cattedra e le intertezze costano care. 

I due punti a domicilio sono stati aria, o meglio, acqua fresca, ora al Paladozza va trasformata in cocktail. 

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