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Dell’Aquila e il Leone S2 #13 – Pagellino di metà stagione

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Sulle montagne russe basta un attimo per salire in alto, precipitare giù e ritornare nuovamente su. Il girone d’andata della Fortitudo è molto simile, fatto di gare ottime e altre da dimenticare, di momenti perfetti e altri di blackout all’interno della stessa sfida. La costante è la scostanza tra casa e trasferta, al Paladozza si vince sempre, fuori (quasi) mai. Il suo giudizio è già stato espresso ieri qui insieme a quello delle altre formazioni di A2 (http://www.1000cuorirossoblu.it/news/55-basket/41287-serie-a2-le-pagelle-al-termine-del-girone-d-andata)

I singoli giocatori, invece, come sono andati? E’ il momento del pagellino di metà stagione ai biancoblu.

Ygor Biordi – L’idea che potesse recitare il ruolo del comprimario, se non riserva, si concretizza appena comincia il campionato e il giocatore sanmarinese si accomoda in panchina senza alzarsi quasi mai. Nei rari momenti in cui calca il parquet non riesce a dare un contributo alla causa biancoblu e rimane, stando alle parole del coach, un professionista serissimo ma al momento non utile all’interno di questo roster. 5

Marcus Thornton – Il numero tre che si ispira ad Allen Iverson mette subito in mostra le proprie qualità da attaccante ma anche il suo andare a corrente alternata. Proprio come la Effe, a prestazioni da superstar della categoria alterna prove in cui è la versione di sé stesso al quale i montstars hanno rubato il talento. Contro alcune guardie avversarie sfodera un’intensità difensiva decisiva per la risoluzione della sfida. Può e deve essere più “trascinatore”. 6

 Pietro Aradori – Per la A2 è un lusso e si vede. Raggiunge la doppia cifra praticamente sempre con grande facilità e la sua esperienza  da veterano accompagna tutto il resto. Continua a non essere un difensore impeccabile ma questo è noto e non ci si aspettava da lui un contributo difensivo superiore. Poteva fare di più? La sua competitività tende a calare spesso nel secondo tempo, come, insieme ai suoi compagni di squadra, in trasferta. 6,5

Simone Barbante – Il centro tecnico della Fortitudo. Questo ormai è il suo ruolo e a questo pare destinato. Ottimo tiro dalla media, uno dei migliori tra i biancoblu, e facilità anche nei movimenti offensivi; a più riprese la Fortitudo si affida a lui quando gli avversari stringono gli spazi e lui ripaga la fiducia. Il corpo alla “Kevin Durant” non lo aiuta però nel resto delle mansioni che un lungo dovrebbe svolgere: troppo poca fisicità sotto le plance e confronti con i dirimpettai molte volte persi. 6

Alessandro Panni – Da un playmaker veterano della categoria, ci si aspetta ritmo e cadenza. Panni da subentrante ne ha solo una, quella velocissima, perfetta per giocare in contropiede ma di difficile comprensione quando la gara richiede di essere amministrata. Coraggio ed esuberanza sono apprezzati ma non bastano. 5,5

Paolo Paci – Parte come pivot titolare, poi il minutaggio cala fino a scomparire. Parabola discendente che si spiega però con le sue statistiche. Sotto canestro non traduce la sua stazza in rimbalzi catturati o punti segnati, un peccato considerando le potenzialità del suo fisico. E’ evidente, manca la tecnica. Se si facesse una fusione con Barbante, il lungo perfetto per la LNP sarebbe servito. Esperimenti a parte, ci si chiede se il suo prossimo futuro possa ancora essere a Bologna. 4,5

Matteo Fantinelli – Chi più di lui poteva interpretare meglio il ruolo del capitano? Dopo la stagione mancata riparte dalla serie A2 e lo fa mangiandosela, dalle incursioni in area, ai mismatch sfruttati contro gli altri playmaker fino alle statistiche (doppie doppie e tripla doppia) che rafforzano il proprio rendimento. Tutto ciò fa di lui uno dei registi più pericolosi della categoria, all’occorrenza anche rimbalzista. 7,5

Nazzareno Italiano – Impiega qualche gara prima di trovare il proprio ruolo all’interno della Fortitudo, quando lo trova è un’iniezione di carattere per tutta la squadra abbandonando il backup. Alcune prove da uomo chiave e da MVP capace di risolvere le partite ed indirizzarle verso un’inerzia biancoblu, facendosi condizionare positivamente dal tifo della Fossa e traendo la sua forza, una parte almeno, dall’effetto Paladozza. Non a caso, in trasferta, si appanna un po’ di più. 6,5

Valerio Cucci – Come Italiano, partenza a diesel da riserva poi, progressivamente, tra “Cucci e Spintoni” scalza le gerarchie e si piazza sotto canestro e da lì sì muove solo per andare a tirare dall’arco. Chiude il girone d’andata in crescendo come uno dei migliori attaccanti biancoblu e giocatori che quando il momento della gara è più critico non manca di interpretarlo da protagonista che sa prendersi tante responsabilità. 7

Steven Davis – Arrivato in agosto con il carico di aspettative di chi è stato tra i migliori della scorsa stagione, disattende praticamente subito le aspettative risultando un pesce fuor d’acqua. L’infortunio che lo tiene fuori dal campo per oltre un mese certamente non lo aiuta e al rientro tarda ad ingranare. Non che prima avesse ingranato. Dalmonte lo ha più volte ripetuto: non bisogna aspettarsi gli stessi numeri riportati a Biella perché si tratta di un sistema di gioco diverso; giusto, ma dal potenziale go-to-guy qualcosa in più si può e si deve pretendere. Cosa salvare dei primi mesi dell’americano a Bologna? Un dettaglio: l’atletismo difensivo. Quando è assente, la squadra lo soffre. 5

Coach Luca Dalmonte – Costruisce da 0 in poche settimane una squadra, dandogli forma prima e sostanza poi. Bravo a rimediare in itinere ai problemi e ad adattarsi alle squadre che si trova davanti. In casa ci riesce sempre benissimo, in trasferta solo a tratti e mai in maniera decisiva. Il girone di ritorno sarà il banco di prova definitivo per le gare in trasferta e quindi per capire dove può andare a parare la stagione biancoblu e fino a dove lui potrà portarla. 6,5

Lorenzo Bonfiglioli, Tommaso Natalini, Saliou Niang – Tra infortuni e situazioni di gara non leggerissime, il minutaggio a loro riservato è esiguo. Sarà interessante vedere se nel corso della seconda parte di stagione qualcuno di loro riuscirà a ritagliarsi degli spazi e magari entrare all’interno delle rotazioni della squadra. sv

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