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Calcio

100 Storie Rossoblù: 25 Torrisi, 24 Fiorini, 23 Marocchi

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Un viaggio lungo cento storie. Cento uomini, cento giocatori che hanno vestito la maglia del Bologna nella sua storia lunga oltre un secolo. Nato con l’idea di stilare una classifica dei più grandi rossoblù di sempre, questo progetto con il tempo ha virato verso un modo per raccontare in poche parole le storie di piccoli e grandi uomini. Tra loro c’è chi ha segnato un’epoca e chi invece è stato a malapena intravisto, tutti però hanno una storia da raccontare ed io ho pensato di raccoglierle qui, ogni lunedì, mercoledì e venerdì.  

PUNTATE PRECEDENTI:
– 100 (Bernacci), 99 (Womé), 98 (Dyego Coelho)
– 97 (Walsingham), 96 (Luciano), 95 (Meghni)
– 94 (Aaltonen), 93 (Vukas), 92 (Battisodo)
– 91 (Rubio), 90 (Macina), 89 (Matosic)
– 88 (Chiorri), 87 (Bellucci), 86 (Sarosi)
– 85 (Colomba), 84 (Bellugi), 83 (Turkylmaz)
– 82 (Antonioli), 81 (Binotto), 80 (Liguori)
– 79 (Jensen), 78 (Pilmark), 77 (Zagorakis)
– 76 (Kolyvanov), 75 (Gilardino), 74 (Demarco)
– 73 (Seghini), 72 (Marronaro), 71 (Rauch)
– 70 (Marazzina), 69 (Arnstein), 68 (Detari)
– 67 (Cusin), 66 (Eneas), 65 (De Ponti)
– 64 (Paris), 63 (Giordani), 62 (Fontolan)
– 61 (Cruz), 60 (Muzzioli), 59 (Pagotto)
– 58 (Maschio), 57 (Mayer), 56 (Perin) 
– 55 (Chiodi), 54 (Negri), 53 (Kone)
– 52 (Cappello IV), 51 (Maini), 50 (Capra)
– 49 (Bernabeu), 48 (Mancini), 47 (De Marchi)
– 46 (Alberti II), 45 (Pavinato), 44 (Gradi)
– 43 (Fogli), 42 (Badini II), 41 (Cresci)
– 40 (Diamanti), 39 (Genovesi), 38 (Tumburus)
– 37 (Cervellati), 36 (Ingesson), 35 (Janich)
– 34 (Ceresoli), 33 (Villa), 32 (Baldi)
– 31 (Della Valle), 30 (Roversi), 29 (Gasperi)
– 28 (Pagliuca), 27 (Nervo), 26 (Paramatti)

25 – Stefano Torrisi
Giocatore forse da molti sottovalutato, difensore con grandi mezzi tecnici capace con i suoi precisi lanci dalla propria area di ribaltare il gioco in un momento, spesso pescando con estrema perizia la punta centrale. Cresce nel Modena, arriva fino in orbita-Milan e da questi viene ceduto in prestito al Bologna in B: gioca bene, convince tutti, viene riscattato e la squadra torna in A. Si distingue per tempismo, leadership e appunto un’ottima capacità d’impostazione, figlia delle origini da mezz’ala. Trova i suoi massimi estimatori in Renzo Ulivieri, Gigi Delneri e Carletto Mazzone, con cui vive una seconda giovinezza dai 33 ai 36 anni tornando al Bologna dopo esperienze significative all’Atlètico Madrid e al Parma, dove conquista la stima e il rispetto anche di Arrigo Sacchi. Una presenza in Nazionale, una carriera buona ma che avrebbe potuto anche essere migliore, a Bologna lascia un segno importante: 165 gare e il ricordo di un difensore dall’aspetto estroso ma sul campo estremamente professionale e completo.

24 – Dino Fiorini (Nota)
Guascone, spaccone, bolognese di San Giorgio di Piano, Fiorini arriva in prima squadra giovanissimo nel 1932 e in breve tempo si prende il posto grazie alle sue doti di difensore rapidissimo, elegante e sicuro di se. Riscontra gran successo tra il pubblico femminile, ed è proprio in una delle sue vociferate scappatelle che contrae una malattia che lo debilita facendolo finire ai margini dopo anni di altissimo livello. Lo scoppio della guerra arriva proprio quando lentamente sta riconquistando il terreno perduto, il calcio si ferma e lui, fascista convinto, si arruola nella Guardia Repubblicana, mostrandosi in giro per Bologna fiero della sua divisa. É un rischio che si dimostra fatale, visto che viene ucciso – non ancora trentenne – durante uno scontro con i partigiani a Monterenzio: il suo corpo non viene mai ritrovato, e successivamente si dirà che, pentito, stava organizzando il modo di passare con i liberatori. Figura controversa, sul campo mise tutti d’accordo: 187 presenze con il Bologna, in un’epoca dove i tornei duravano meno di quelli attuali e considerando anche la già detta debilitazione non sono affatto poche. In rossoblù vinse quattro Scudetti e il torneo internazionale dell’EXPO di Parigi.

23 – Giancarlo Marocchi
Imolese, al Bologna fin da ragazzino, non lo aiuta il soprannome “Cicciobello” che l’allenatore Cadé gli affibbia per via di un volto un po’ paffutello e di una freddezza che in molti scambiano per indifferenza. Centrocampista completo, forte sia a difendere che a costruire, riparte insieme al Bologna sprofondato in C e si consacra grazie a Maifredi, che crede talmente in lui da portarselo alla Juventus: l’esperienza è sfortunata per l’allenatore ma non per Marocchi, che in bianconero resta un punto fermo anche una volta che il suo mentore viene allontanato. Alla Juventus sono otto stagioni, sette da titolare fisso: arrivano uno Scudetto, due Coppe Italia, una Champions League (seppure da riserva) e due Coppe UEFA. Passati i trent’anni ritorna al Bologna per giocare e lo fa bene per altre tre stagioni, tra i trascinatori dell’ultima grande avventura in Europa dei rossoblù. Lascia con 345 presenze in rossoblù e 23 reti. In Nazionale sta ai margini ma colleziona comunque 11 presenze.

(Nota): di Dino Fiorini e della sua storia ho parlato anche QUI

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