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Calcio

Cose dell’altro…Calcio: la scienza del calcio di rigore – 31 Ago

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Battere un rigore, così come pararlo, è una scienza? Probabilmente no, forse tutto sta nei nervi saldi di chi lo batte, dato che un tiro potente ed angolato scagliato dagli 11 metri, è quasi impossibile da parare per qualunque portiere, però qualcuno potrebbe pensare che la matematica, o ancor meglio la legge delle probabilità, possa venire incontro ad un portiere per difendersi dal tiro più insidioso e temuto del calcio.

Così un portiere, dopo un paio di rigori tirati alla propria destra, potrebbe tuffarsi a sinistra pensando che le probabilità di azzeccare il lato siano superiori, e quindi anche quelle di parare il rigore.

Bene, sbaglierebbe. Sbaglierebbe incappando nell’errore logico denominato “fallacia dello scommettitore“, infatti le probabilità che un calciatore decida di calciare a destra o sinistra, sono le stesse di quelle con cui escono il rosso ed il nero in una roulette: ovvero le stesse. I portieri, in poche parole, non dovrebbero buttarsi in base ai calci di rigore precedenti. A questa conclusione sono arrivati alcuni studiosi dello University College di Londra, che hanno pubblicato i risultati della loro ricerca su Current Biology (che trovate qui), dopo aver studiato i 361 tiri dal dischetto calciati nelle 37 partite che sono state decise dai calci di rigore nei Mondiali e negli Europei degli ultimi 36 anni.

Non solo, come detto, i portieri non riceverebbero un aiuto nella decisione di come tuffarsi in base ai tiri precedenti, ma anzi, incorrendo nell’errore detto “fallacia dello scommettitore”, diventerebbero addirittura prevedibili. Ma fortunatamente neppure chi batte il rigore è immune a questo errore, e comunque, non è solitamente uno scienziato dell’University College di Londra, e quindi difficilmente anche chi si trova contro il portiere, sa bene come sfruttare questo possibile errore in cui potrebbe incorrere l’avversario.

Infatti se il consiglio per i portieri è di decidere prima del rigore da che lato tuffarsi e poi mantenere quel lato qualunque cosa accada, per gli attaccanti il consiglio è quello di studiare da che parte il portiere è solito tuffarsi, oppure se alterna i due lati con qualche “schema” riconoscibile. In questo caso, portiere e tiratore, possono essere più incisivi. In tutti i casi, come cantava De Gregori: “…non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore…“.

 

Fonte: Il Fatto Quotidiano

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