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Bologna

L’inaDieguato – L’Avvelenata – 9 Maggio

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Ritorna in prima serata il grande Diego Costa. Si prega di allacciare le cinture, spegnere i cellulari e pronti a decollare nel mondo delle emozioni. Buona lettura.




E’ un finale di campionato deprimente. Ma è un finale, almeno. Perciò esulto come una liberazione. Ora cominciano i giochi estivi “spero che questo resti e questo vada via”. La solita storia. Ho pianto per lo smantellamento scientifico del Bologna ad opera di Luciano Conti (pace all’anima sua, l’ho detestato) e riconosco in quell’attimo il principio della nostra fine. In tempi moderni ho con dispiacere salutato tanti rossoblù che avrei voluto con noi fino a fine carriera. Ma ho imparato a non sanguinare più. Ad accettare la dimensione iperprovinciale che ci riguarda.
Ricordonegli anni 70 uno stadio tinto di blucerchiato per un Bologna-Sampdoria che per noi contava poco e per loro voleva dire sopravvivenza. Mi sembravano marziani. In campo c’erano “nonni” come Lodetti e Lippi. Finì 1 a 1 e loro festeggiarono come se avessero vinto lo scudetto. Oggi quei marziani siamo noi.
Da domani i temi sono diversi. Spero che Tizianti non sia ceduto, che Kaione venga riscattato. Datemi retta: bisogna accettare la realtà dei fatti: siamo legati a un filo sottile, i soldi ce li hanno gli altri e con i soldi oggigiorno si può fare tutto. Siamo pochi e poco appetibili. Persino i bolognesi e i figli dei bolognesi nascono con altri colori nel cuore. Sono quelli a cui dico che meriterebbero di dover viaggiare per vedere le loro squadre. Per sentirsi gridare “bolognese pezzo di merda” non in casa propria e a prova di sorriso ebete (anche la merda può essere migliore o peggiore). 
Una volta, di ritorno da Roma, pochi anni fa, mi chiesero: che si dice a Roma di questo Bologna? Risposi papale papale. “Ma a Roma il Bologna non esiste”. Naturalmente non sono più stato invitato, perchè i salotti televisivi sono così. Ci vai se dici al conduttore che è bravo, bello e buono. Se dissenti… addio telecamere. 
Ma no, il “nuovo che avanza” lancia sondaggi straordinariamente succosi. Chi prendereste e chi terreste? E i pesciolini abboccano: Ilicic, certo! Uno “possibile” per le nostre dimensioni. la Porsche Cheyenne parcheggiata sotto casa senza i soldi per pagare l’affitto! 
Il Bologna dovrebbe lanciare sconosciuti come fecero Pavone e Zeman a Foggia o Corioni e il Maifer. Ma no: Ilicic… o Emeghara…
Ultime divagationes altrettanto amare: il Perez dell’ultimo mese, senza sorriso e con un infortunio che mi sembra “politico”, non è irresistibile nè insostituibile. Il Bologna visto col Napoli ha più di una attenuante, soprattutto per la difesa decimata. Massa è l’ennesimo arbitro-omarino: forte con i deboli e debole con i forti. Il Napoli avrebbe vinto comunque, ma non c’era bisogno di sventolare due gialli pesanti dopo 8 minuti, di abboccare ai tuffi – di Zuniga – di fischiare un rigorucolo. 
Le valutazioni sui giornali continuano a essere elementi “volatili”: tre gol di meno sul coppino valgono per diversi più della sufficienza. Mah: esagerato il 4 politico all’Olimpico, così non si è ripreso quota. Infine Gilardino: sembra rassegnato a un doppio triste destino. Il primo: quello di non aspettarsi dagli esterni nessun pallone giocabile. Il secondo: ha capito che il “trattamento” per un centravanti – sia pure azzurro – da queste parti è differente che nelle grandi città. Del resto, si sa, il calcio NON è uguale per tutti. Il mercato dovrà tenere conto, se Gila riusciremo a trattenerlo, dell’assoluta esigenza di avere sulle corsie giocatori credibili. Non un corazziere che non ha spunto e ne gioca una sì e dieci no, nè un corridore volenteroso quanto si vuole ma che non sa gestire le situazioni con raziocinio. 
E infine, sul contorno. Ben vengano i Conte e il Napoli a fare festa sul prato della nostra città, Hamsik a fare come il Cesare Ragazzi del pallone sotto i nostri tifosi… Giusta cosa, la tolleranza. Vorrei vederlo, Conte, aizzatre i suoi rigati sotto il fuoco dell’Atleti azzurri diu Bergamo. O lo slovacco con criniera e denti alla Simpson rivolgersi alla curva romanista in quel modo. Forse rosico. Ma la colpa non è sempre di chi reagisce alle provocazioni.

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