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Il Resto del Carlino – Sassuolo vs Bologna: sfida delicata

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Il Sassuolo di De Zerbi, attualmente, si trova a quota 10 punti mentre il Bologna di Mihajlovic ne ha conquistati 12. La classifica, quindi, ci consegna due squadre che come anticipato si presentato al derby quasi fianco a fianco, con la differenza che i neroverdi hanno una partita in meno, quella contro il Brescia che verrà recuperata il 18 dicembre. L’ultimo derby di campionato tra le due emiliane è andato in scena il 31 marzo scorso e, ad avere la meglio fu il Bologna che vinse 2-1. In quell’occasione andarono in rete Pulgar e Destro per i rossoblù e Boga per i neroverdi. Va da se che il Sassuolo abbia ancor più voglia di fare risultato.

Sassuolo e Bologna. Troppo diversi e troppo uguali i due mondi per riuscire a restarsi indifferenti. A rendere il derby dell’Emilia Romagna interessante sono proprio i modi di fare calcio che riflettono lo scarto tra le due realtà, simili forse solo per potenza economica.

Giorgio Squinzi era un grande amico della famiglia Saputo, con la quale aveva anche fatto affari in Canada. Ha dato alla sua società prima ancora che alla squadra una sua impronta precisa, trattandola come un’azienda. A Bologna certe scelte non si possono fare con la stessa tranquillità, come ha scoperto lo stesso Joey, che pur facendo parte di una delle famiglie più ricche al mondo, ha scelto di strutturare il suo club in modo più moderno. Il Sassuolo ha avuto le mani più libere per fare cose che il Bologna avrebbe voluto realizzare da tempo: il Mapei Stadium di proprietà è sicuramente un vantaggio imprenditoriale nei confronti di un Bologna che ancora non sa quando potrà trasformare il Dall’Ara nella propria nuova e moderna casa.

 

La classifica di entrambe non preoccupa, al momento, ma nessuna delle due può permettersi una distrazione. La linea dei neroverdi è stata dettata da tempo: giovani italiani e stranieri da far screscere, e poi rivendere a caro prezzo senza che questo generi particolari contestazioni, come invece spesso succede a Bologna. Da una parte De Zerbi predica un calcio iper offensivo con un turnover accentuato e qualche gol preso di troppo, dall’altra Mihajlovic e il suo staff hanno lavorato principalmente sulla psicologia degli atleti, ma soprattutto del gruppo, evitando di giocare a muro in caso di difficoltà (che forse avrebbero portato qualche punto in più). 

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