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Il Resto del Carlino – Zirkzee: «Sono un centravanti diverso rispetto agli altri, ma in fondo diverso è bello, no?»

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Damiano Fiorentini / 1000cuorirossoblù.it


Lo vogliono tutti. Piace in Inghilterra all’Arsenal e allo United, ma pure in Italia il Milan è pronto a battagliare per l’attaccante olandese, consapevole di poter utilizzare l’arma Ibrahimovic a proprio favore in fase di trattativa (lo svedese è l’idolo di Zirkzee). Come se non bastasse c’è pure il Bayern Monaco sulle tracce di Joshua, nonostante i tedeschi la scorsa estate abbiano già fatto follie per assicurarsi le prestazioni di uno dei migliori centravanti in circolazione: l’uragano Harry Kane. La scelta dei bavaresi di esercitare il riscatto dell’attaccante del Bologna però dipenderà moltissimo dal nuovo allenatore che siederà in panchina la prossima stagione, visto il già annunciato addio d Tuchel. Ad esempio, se questo profilo dovesse combaciare con il nome di Antonio Conte tutte le contender per Joshua dovrebbero stare in allerta, dal momento che non è nuovo l’apprezzamento del tecnico italiano per Zirkzee e nemmeno la scelta di Antonio di giocare con la doppia punta. Tutti ragionamenti questi che però interessano poco al mondo rossoblù, il quale rimanda volentieri certe questioni all’estate e si concentra solo ed esclusivamente sull’incredibile corsa all’Europa di questa stagione.

L’intervista di Zirkzee a Sportwereld

 

Proprio come i tifosi pure Joshua non pensa ad altro se non al presente, come racconta in una lunga intervista rilasciata al quotidiano Ad Sportwereld di Rotterdam. Il numero 9 felsineo innanzitutto ha voluto sottolineare quanto sia stata giusta la sua scelta di lasciare la Germania per trovare più spazio e giocare con più continuità: «Pensavo di essere abbastanza bravo per diventare subito il primo attaccante del Bayern, ma non ero affatto pronto. Non ero neanche la metà di quello che sono adesso. A un certo punto ho pensato: ho 19 anni e sono già in campo col Bayern, ma perché non tutte le settimane? È stato molto positivo aver fatto un passo indietro e scoprire cosa serve veramente per avere successo al top. Ora sono completamente diverso». In seguito ringraziamenti speciali sia per Kompany, suo mister all’Anderlecht, che per Thiago Motta, due allenatori che hanno inciso molto sulla sua maturità: «Kompany mi ha spiegato tanto. Quell’anno con lui è stato molto importante per la mia crescita. Thiago è un grande capo, ama il suo lavoro.  Era molto bravo come giocatore, si vedeva già che sarebbe diventato allenatore perché ha un QI molto elevato. Il suo calcio è davvero divertente il suo è un Bologna all’olandese». È proprio in Emilia che Joshua si è consacrato come centravanti, sfoggiando però quelle sue caratteristiche che lo rendono unico ed inimitabile: «Ogni tanto mi metto a centrocampo ma lo faccio per aiutare la squadra. Mi chiamano falso centravanti e nove e mezzo, e questo è il mio gioco. Faccio il centravanti in modo diverso rispetto agli altri, ma in fondo diverso è bello, no?».  Uno spettacolo per gli occhi che incanta tutti gli amanti del pallone, Zirkzee ora come unico obbiettivo ha in mente l’Europa, e domenica nello scontro diretto con la Dea si gioca assieme ai suoi compagni un posto fra le grandissime.

Fonte: Il Resto del Carlino 

 

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