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RS – CORSERA – Di Vaio: “Garantisco io per Saputo. A livello economico può fare quello che vuole” – 18 set

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A volte il calcio ci regala delle coincidenze pazzesche, come quella che sta legando il Bologna e Marco Di Vaio. L’ex capitano rossoblù è passato ai Montreal Impact nel 2010 e ora Joey Saputo, patron del club canadese, insieme ad altri soci è pronto a rilevare alcune quote del Bologna. L’imprenditore di origini italiane sarà in città lunedì prossimo insieme a Joe Tacopina e martedì incontrerà il sindaco Merola. Proprio di questa trattativa ha parlato ai colleghi del Corriere di Bologna Marco Di Vaio. Ecco le sue dichiarazioni:

 

Marco Di Vaio, dopo i 65 gol adesso regala al Bologna anche un nuovo investitore?
«Per me è stata una grande sorpresa. L’ho scoperto leggendo l’edizione online del Corriere di Bologna. Sono sorpreso perché non ne so niente. Non ci crederete, ma giuro che è così ».

Bel colpo per il Bologna, no?
«Direi proprio di sì. Però, sinceramente, mi sembra strano».

Perché non gliel’ha detto?
«No. Ma perché si sta impegnando molto con il Montreal. In campionato non stiamo andando bene (in Champions sì e stasera battendo New York andiamo ai quarti) e lui vuole rinforzarla. Non solo. Da poco ha presentato il progetto del nuovo Centro Tecnico, poi sta allestendo la squadra di serie B (un po’ come accade in Spagna)».

Magari qui parte come socio. I mezzi non gli mancano.
«A livello economico può fare quello che vuole, dipende dal progetto. In Canada sta investendo molto».

Lei lo conosce bene.
«Per ingaggiarmi venne a trovarmi a Bologna. Ci rimase due giorni. È tornato per l’amichevole giocata al Dall’Ara. Siamo diventati buoni conoscenti. Conosco la sua famiglia, i suoi quattro figli, il papà. Parlano tutti l’italiano. Sono ricchi, ma non ostentano. Joey è una persona molto riservata, ma anche ambiziosa e la Major Soccer lo appassiona molto e vuole farsi trovare pronto per il 2015 quando entreranno anche New York e Orlando. Segue la squadra, 24 ore su 24. Eppure ha anche altre attività. Viaggia tantissimo».

È però anche legato all’Italia.
«Le origini sono quelle, viene spesso a fare le vacanze, conosce bene il nostro paese».

Le avrà chiesto del calcio italiano.
«È capitato, sì, a cena, un anno fa. Mi chiedeva come funzionava il calcio da noi, come si fa a mantenere una squadra, gli introiti, le spese. Gli era stato proposto di acquistare un club, ma non mi ha detto quale. Ha rifiutato anche perché non si capacitava del fatto che quasi tutto dipende dai diritti sportivi. Qui è il contrario: c’è poca tv e quindi si lavora col marketing, con i biglietti, gli abbonamenti, la birra, con gli stadi di proprietà…»

Quello del Montreal è nuovo.
«Lo Stade Saputo. È un’opera di Joey che nel 2008 ha ristrutturato quello vecchio». Bel precedente. Gli ha raccontato del Bologna? «Sì, pour parler, sia della città sia del Bologna, ma un anno fa: la storia del club, il bacino di utenza, lo stadio, i tifosi, le ambizioni, le difficoltà, il gap con gli squadroni. Lui era informato, segue il nostro campionato. Magari il successo di Pallotta lo ha stimolato».
Saputo in società e lei dirigente del Bologna: mica male.
«No no, anche se ho un contratto con il Bologna, adesso è inutile parlarne. È invece importante vedere come va a finire la vicenda. I nuovi acquirenti non penso abbiano parlato di uomini (il più importante sarà il ds). Eventualmente ti devi adattare a quello che ti propongono e poi vedere se sei capace di farlo. L’unica cosa che so è che a fine ottobre torno a casa mia, a Bologna».

Sì, ma intanto stasera allo stadio incrocerà Joey Saputo.
«E di sicuro gli chiedo come stanno le cose: “ma come, compri la mia ex squadra e non mi dici niente!”».

 

Fonte: Corriere della Sera

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