Tra fuochi d’artificio e applausi, il Dall’Ara perdona la sconfitta al Bologna

Nonostante la sconfitta, il Bologna ha chiuso la stagione in maniera “Poetica”. Come del resto, Poetica è stata l’atmosfera al Dall’Ara dal riscaldamento, fino ai fuochi d’artificio al triplice fischio. La commozione c’è stata già dall’entrata in campo dei giocatori rossoblù che, per l’occasione sono stati accompagnati dai propri figli. Successivamente, la squadra e l’intero stadio si sono raccolti in un minuto di silenzio dedicato alla memoria degli scomparsi Bruno Capra e Nino Benvenuto.

La Curva Bulgarelli, carica come sempre, ha poi dedicato numerosi striscioni alla dirigenza rossoblù.  Il presidente Saputo, accolto dal coro “Ohi ohi ohi Joey Saputo uno di noi” ha ringraziato i tifosi avvicinandosi alla balaustra in cui sventolava la bandiera del Canada. La Bulgarelli ha poi dedicato anche uno striscione a Sartori, tornato dall’Olanda appositamente per l’ultima di campionato, che recitava “Onore al Cobra Sartori”.

Qualche fischio dopo il primo tempo, ma poi Dall’Ara in festa

Il primo tempo tuttavia, è stato tutt’altro che commovente, le lacrime c’erano, ma erano più di rabbia e disperazione. Il Bologna è apparso stanco e il Grifone ha sfoderato gli artigli. I primi 45 minuti si chiudono con un pesantissimo 3-0, con il giovanissimo Venturino che segna la sua prima doppietta in Serie A. All’uscita dal campo, per i rossoblù c’è stato qualche sporadico, ma percepibile fischio. Nella ripresa Vincenzo Italiano fa qualche cambio, ma il Bologna non ha le forze di rialzarsi del tutto. Non basta infatti il gol di Orsolini, che arriva a quota 17 gol stagionali, per riaprire la partita.

Nonostante la sconfitta e la frustrazione, l’inno dell’Europa League che riecheggia al Dall’Ara fa venire voglia di festeggiare. Ed ecco che allora lo stadio si prepara a far festa. I fuochi d’artificio illuminano lo stadio e i giocatori fanno il giro per tutto il campo insieme allo Coppa conquistata dopo 51 anni, che mostrano ai tifosi. Vincenzo Italiano è felicissimo e “L’anno che verrà” sembra quasi un presagio di rinnovo di contratto.

Massimo Vitali: Il Resto del Carlino

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