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L’EA7 troppo forte per la Virtus attuale – 11 mar

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SEGAFREDO VIRTUS BOLOGNA – EA7 EMPORIO ARMANI MILANO 67 – 73 (11-22; 17-18; 19-14; 20-19 )

Segafredo Virtus Bologna: A. Gentile 8, Jurkatamm n.e., Umeh 7, Pajola, Baldi Rossi, Ndoja 6, Lafayette 12, Aradori 13, Lawson 4, Slaughter 17. All.Ramagli

EA7 Emporio Armani Milano: Goudelock 4, Micov 10, Tomba n.e., Pascolo 2, Tarczewski 10, Kuzminskas 7, Cinciarini 8, Cusin n.e., Abass 2, Bertans 9, Jerrels 9, Gudaitis 12. All. Pianigiani

Tiri liberi: BO 11/15; MI 11/15

Falli: BO 20; MI 20

Rimbalzi: BO 28; MI 39

A occhio dovrebbe essere la partita più giocata in Italia. Di sicuro, c’è che se si sommano i quindici scudetti della Virtus Bologna ai ventisette dell’Olimpia Milano si supera di gran lunga la metà dei campionati italiani disputati. Oggi, però, la cronaca dice altro: da una parte l’EA7 Armani appartiene all’élite dell’Eurolega, nei cui turni infrasettimanali raccoglie forse soprattutto figurette, ma intanto si è da poco concessa il lusso di andare a vincere a Mosca in casa del Khimki; dall’altra la Segafredo sgomita da neopromossa alla ricerca di un posto non poi così scontato nei playoff. Davide contro Golia, si direbbe, dunque, con il primo bendato e incerottato (se Ale Gentile è di nuovo a disposizione, Stefano Gentile è ancora fermo per infortunio) e il secondo che può concedersi il lusso di lasciare in tribuna uno Theodore e un Kalnietis per esubero di giocatori. E così in effetti appare dopo i primi cinque minuti: una partenza incerta da ambo le parti produce più palle perse che canestri, inizialmente, ma poco alla volta Milano prende il via, fra orrori diffusi e qualche prelibatezza, come un paio di schiacciatone di Slughter che nulla possono contro le triple ripetute dei biancorossi. Al primo stop il punteggio è 11-22, con Aradori e Gentile sostanzialmente non pervenuti e i milanesi che distribuiscono equamente i punti fra di loro.

Il secondo quarto comincia com’era finito il primo: Bologna sbaglia quasi tutto, Milano prosegue quasi per inerzia, con Ramagli che sembra prendersela soprattutto con Lawson, che cambia dopo soli 3 minuti per la verità senza che avesse commesso tanti più errori dei compagni. La Virtus prova a stringere in difesa, ma l’EA7 affonda come nel burro mentre i bolognesi restano sempre al palo più per errori propri che per effettiva impenetrabilità della difesa biancorossa. Nel frattempo Lawson è rientrato sostituendo Ndoja, ed  al 7° minuto un accenno di risveglio dei virtussini infiamma il Paladozza: è un 8-0 che porta le squadre sul 21-34, ma Pascolo inventa un canestro su rimbalzo d’attacco e la storia ricomincia. La Virtus però non ci sta più, l’emorragia in parte è bloccata  e alla fine lo scarto è -12, 28-40. L’EA7 ha fatto il suo, senza bisogno di strafare, distribuendo punti e minuti e dando davvero l’impressione di non essere più la squadra vista fino alla Coppa Italia, molto più reattiva e concreta. La Virtus per lo meno non si sta piangendo addosso anche se le bocche da fuoco consuete, Aradori, Umeh e Gentile sono ferme a soli 8 punti complessivi. I 19 rimbalzi milanesi contro i 9 bolognesi spiegano tanto, una differenza di fisico – e di tecnica – che per ora pare incolmabile.

Il riavvio è molto concitato, cucci e spintoni fanno procedere le squadre punto a punto, e a metà, quando Lawson sostituisce Slaughter, il punteggio è 37-47. Totalmente fuori condizione Gentile e Aradori, spetta agli stranieri tenere in piedi la baracca bianconera. Aradori si sente forse chiamato in causa e infila una tripla e quello che basta per accorciare ancora le distanze, mentre in campo si assiste a scene da campetto, anche per la foga con la quale i virtussini ora sembrano provarci. Colpevole, secondo Ramagli, di non partecipare col medesimo impeto, Lawson torna in panchina e così la Virtus propone l’inedita coppia Ndoja-Baldi Rossi a contrastare i lunghi milanesi. Comunque al terzo intervallo è 47-54.

 

L’ultimo quarto continua sulla falsariga del terzo: la Virtus cerca di ringhiare, ma Milano non si spaventa più di tanto, e una tripla di Micov a 5’24’’ dalla fine ha il sapore di una prima condanna (51-63). Per la verità la Virtus torna ancora sul -7, a due minuti e mezzo dalla fine, ma Milano non mostra alcuna paura: per vincere basta un punto di scarto, e all’EA7 va bene anche così. Finisce 67-73, senza che mai ci sia stata davvero l’impressione che potesse finire diversamente. Troppo forte questa Armani per la Virtus, che può rallegrarsi almeno per una conferma, quella di Pajola, play anno ’99, che ha sostituto ancora una volta Stefano Gentile con grinta, coraggio e tecnica.  Aggiungiamo anche i tre video delle parole dei protagonisti, in questo caso Pianigiani coach di Milano Ramagli coach Virtus e Pietro Aradori Virtus.

 

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