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Perché non si è rinviata al prossimo weekend la partita tra Virtus e Sassari?

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foto di Bianca Costantini per 1000 Cuori Rossoblu/Basket City


La partita di ieri tra Dinamo Sassari e Virtus Segafredo ha rappresentato qualcosa di molto simile ad una messa in scena teatrale. Il tutto assolutamente senza premeditazione, certo, ma sul campo si erano create le condizioni perché quello che è poi avvenuto accadesse: di fronte, una squadra con l’obiettivo di migliorare la posizione ai playoff, con la possibilità addirittura di arrivare quarta, per il vantaggio maturato nel confronto diretto con Venezia, nel caso i veneziani dovessero perdere con Milano e Tortona a Brindisi; l’altra squadra, invece, reduce da una combattuta semifinale di Eurocup 48 ore prima, con la propria posizione in classifica già matematicamente determinata, in attesa di giocare la finale e con in programma, 48 ore dopo, un’altra partita contro Brescia. Le possibilità che la Segafredo potesse giocare non dico al meglio, ma anche solo con una carica agonistica minimamente adeguata erano pari a zero; le condizioni si sono aggravate nel momento in cui Teodosic, giocatore imprescindibile, ha subito un infortunio con il rischio di non poter giocare la finale. La partita, a questo punto, ha preso una piega grottesca: nel quarto successivo la Segafredo ha subito 39 punti, al limite del record, a sottolineare quanto la sola preoccupazione per le Vu Nere fosse diventata quella di non rischiare incidenti. È finita come è finita, con un notevole scarto, ma la cosa in sé non è che abbia conseguenza alcuna, se non sul piano mediatico. La Virtus resta prima, la Dinamo è ancora sesta in classifica, per quanto si siano create le dinamiche che potrebbero farle saltare due posizioni nell’ultima giornata. Non so quanto siano felici in laguna e a Tortona di quanto accaduto, ma questo è ancora un altro discorso. Domani invece la Virtus dovrà completare, con Brescia, la propria stagione regolare, con una disposizione d’animo se si vuole ancor meno concentrata sulla partita, anche perché quella di domani sarà assolutamente ininfluente sulla classifica. Diciamo che è nella norma che fra gare infrasettimanali di coppa si inseriscano quelle di campionato nel weekend, ma siamo sicuri che non si potesse rinviare al prossimo la partita di Sassari? Non sarebbe stato più opportuno anche per la regolarità del campionato? D’altronde, se Milano avesse partecipato alle F4 di Eurolega era già previsto un leggero slittamento dell’inizio dei playoff, cosa peraltro già avvenuta nello scorso campionato, con un posticipo causato dal Covid e una pausa, a fine maggio, per consentire a Milano la partecipazione alle Final Four continentali. È chiaro che il fatto che la Virtus partecipasse alla finale non era così scontato, ma si poteva prevedere (d’altronde, era già in possibile cantiere lo slittamento) questa eventualità, o comunque deciderla a finale conquistata. Avere una propria formazione finalista nella seconda competizione europea per il movimento cestistico italiano dovrebbe essere motivo di prestigio, non considerato un impiccio. È normale arrivare all’unica finale europea giocata quest’anno da una squadra italiana avendola obbligata a un tour de force di quattro partite in una settimana? La Lega basket, a questo proposito, non si sarebbe potuta attivare con maggiore opportunità rinviando al prossimo weekend l’ultima partita, posticipando di pochi giorni la partenza dei playoff? Le questioni burocratiche vincono sulla sostanza della pratica sportiva? È questo il basket che vogliamo?

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