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Calciomercato stories: Marius Cioară, il difensore che non vale “neanche una salsiccia” – 8 giu

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Ai tifosi del Bologna che oggi hanno letto con attenzione la sezione dedicata al mondo rossoblu presente in “STADIO”, scorrendo i vari nomi associati ai possibili acquisti del club in estate, probabilmente il nome di Adrian Petre non dirà niente di che. Si tratta invece di un prospetto interessantissimo, attaccante capace di segnare ad oggi ben 29 reti in 28 partite di campionato con la maglia dell’UTA Arad, squadra in corsa per la promozione nella massima serie rumena.

Numeri interessanti ma che naturalmente vanno valutati nel contesto di un calcio dallo scarso spessore tecnico quale quello espresso dalla Liga II della Romania, ovviamente, anche se è vero che basta guardare un video su YouTube per restare colpiti dalla completezza di questo attaccante giovanissimo (è la sua stagione d’esordio tra i professionisti, è un classe 1998) capace di segnare di destro, di sinistro, da fuori e dentro l’area, di testa, contando su un fisico poderoso e una gran corsa. Il noto sito di calciomercato Transfermarkt lo valuta 300.000 €, può essere una scommessa interessante? Valutate voi in questo video tratto dal canale YouTube del suo agente, Catalin Sarmasan.

In ogni caso non è di Adrian Petre che parleremo oggi, ma di una suggestione evocata, nelle menti degli appassionati di stranezze calcistiche, dal nome del club che attualmente ne detiene il cartellino, e cioè l’UT Arad, che in realtà si chiama Fotbal Club UTA Bătrâna Doamnă Arad e che è tra le squadre più antiche e prestigiose della Romania, cosa peraltro sottolineata anche dal suo stesso nome. 

Bătrâna Doamnă infatti significa “Vecchia Signora”, ed è da sempre il soprannome con cui è nota la squadra fondata nell’aprile del 1945, la seconda guerra mondiale appena dietro le spalle, dal barone Francisc Von Neumann, imprenditore tessile che intende donare una squadra di calcio alla città che ne ospita gli affari, Arad. Nel tempo, a Bătrâna Doamnă si aggiunge un altro soprannome che riguarda il club, e cioè Campioana Proviciei, ossia Campione Provinciale.

Questo secondo appellativo si deve al fatto che, nel calcio rumeno, l’UTA Arad è la squadra più vincente di sempre tra quelle che non provengono da Bucarest e dintorni, potendo vantare nella sua bacheca due coppe di Romania e ben sei titoli nazionali. Il primo arriva nella stagione d’esordio (1946/1947) mentre l’ultimo è del 1970, trionfo a cui farà seguito un’interessantissima avventura in Coppa dei Campioni, che termina al secondo turno con una netta sconfitta contro la Stella Rossa di Belgrado, ma che vede i rumeni eliminare a sorpresa, nel primo round, nientemeno che i campioni in carica del Feyenoord.

Da allora saranno anni sempre più difficili per l’UTA Arad, che si allontana sempre più dalle posizioni di prestigio in campionato fino ad affrontare anche una serie di retrocessioni che porteranno la “Vecchia Signora” addirittura in terza serie. Nel gennaio del 2006 la squadra è lontana dal calcio che conta: sono lontanissimi i tempi in cui a vestire la maglia rossa erano autentici campioni come Gyula Lóránt, colonna della “Squadra d’Oro” ungherese finalista ai Mondiali del 1954, Ion Pârcălab (chiamato “la freccia dei Carpazi” da un certo Helenio Herrera) e Helmut Duckadam, eroe della Coppa dei Campioni vinta nel 1986 dalla Steatua Bucarest, dove questo straordinario portiere giganteggiò nella lotteria finale ai rigori parando quattro tiri su quattro.

Gennaio 2006, dicevamo. In Romania uno sconosciuto calciatore lascia il Paese (e il calcio) per trasferirsi in Spagna: il suo nome è Marius Cioară, è un difensore che ha giocato per una stagione nell’UT Arad senza quasi mai vedere il campo e di lui parla ben presto tutto il mondo calcistico. Il motivo è presto detto: si dice che il povero Cioară abbia appeso gli scarpini al chiodo indispettito dalla valutazione fatta dal suo club, che per cederne i servigi alla squadra di quarta divisione (!) del Regal Hornia abbia chiesto in cambio quindici chili di salsicce

Avete letto bene. Quindici (15) chili di salsicce. 

Salsicce.

Preso atto di essere così poco considerato, ovviamente offeso da essere stato valutato tanto poco, Cioară si sarebbe immediatamente ritirato, non presentandosi neanche per un giorno alla sede del Regal Hornia, che addirittura pare dichiarare che si sente di aver perso due volte: “Abbiamo perso un buon calciatore, inoltre abbiamo perso una settimana di cibo per la squadra”

Cioară si è trasferito così in Spagna, andando a fare il căpşunar, letteralmente il “fragolaio”, il nome con cui i rumeni chiamano quei connazionali che si trasferiscono per lavorare nel settore agricolo. La storia di Marius Cioară, il difensore che vale una grigliata – in pratica – fa il giro del mondo.

Evidentemente, però, non abbastanza. Perché in realtà pare non sia andata esattamente così, e il nostro eroe scopre che si parla di lui per caso. Trasferitosi nei dintorni di Madrid, si è dato da fare nel settore edile e una mattina, mentre si reca al lavoro insieme ad alcuni colleghi e connazionali, li sente ridere. Hanno preso il giornale gratuito della metropolitana e stanno sghignazzando sulla notizia riportata del clamoroso trasferimento di Marius Cioară, il difensore valutato quindici chili di salsicce. Non sanno che si tratta del loro collega, che conoscono soltanto per nome.

Come sia nata, questa storia delle salsicce, nessuno lo sa. Marius racconterà poi di avere avuto parecchi problemi fisici già in un primo tentativo di trasferimento all’UTA Arad, che fu rimandato di una stagione proprio per le visite mediche andate male. Anche quando questo si concretizzò, però, gli acciacchi continuarono a tormentarlo, al punto da costringerlo spesso in tribuna e a una riflessione sul suo futuro. Essendo ormai in declino come calciatore, e deciso a ritagliarsi comunque un futuro, lasciò la Romania e il sogno di diventare calciatore di livello. 

Assai probabile che sia andata come dice lui, ovviamente. Ma per gli appassionati di stranezze calcistiche il suo nome e quello dell’UTA Arad, un tempo nobile e prestigiosa squadra del calcio rumeno, saranno sempre legati a quell’assurdo trasferimento, tanto che ancora oggi i compagni della squadra dilettantistica in cui gioca, quando commette un errore, lo riprendono così. “Non vali neanche una salsiccia!”


Per questo articolo desidero ringraziare sentitamente l’amico Damiano Benzoni, autore di Dinamo Babel, collaboratore presso East Journal ed esperto di calcio est europeo e rumeno in particolare, che ha scoperto la verità su questa famosa e pittoresca storia di calciomercato.

 

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