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Calcio

STORIE DI MAGLIE – Altre squadre

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Siamo arrivati alla penultima puntata di questa avventura, dopo aver raccontato tante curiosità sulle maglie del Bologna, stavolta ci concediamo una divagazione e parliamo un po’ delle maglie di altre squadre… perché se è vero che la maggior parte degli utenti sono tifosissimi rossoblu, non significa che qualcuno non sia curioso di sapere qualcosa anche sulle divise dei nostri avversari, magari proprio perché leggendo le puntate precedenti si è appassionato alle maglie in generale !

Anche questa volta, però, ho scelto di evitare le banalità, quindi qua di seguito non troverete foto e storia delle maglie di squadre famose – o meglio, qualche grande squadra in realtà c’è… – , perché notizie di questo genere le trovate anche da altre parti.

No, anche stavolta ho scelto di parlare e raccontarvi maglie particolarissime, cose che non vedrete tutti i giorni (e comunque sicuramente NON facendo ricerche su google, come sostiene qualche ragazzino acido, invidiosetto e represso….) a cominciare dal colosso che campeggia come foto di copertina: la Monza 1975-76!

Anche i profani si accorgeranno subito che si tratta di un oggetto non comune, un pezzo di storia in tutti i sensi.

Il Monza gioca ancora in serie C, dopo aver fallito la promozione per un soffio (cosa che concretizzerà invece proprio al termine di questo campionato), tuttavia si fregia della coccarda spettante ai vincitori della Coppa Italia di serie C.

La coccarda è completamente plastificata, e coi suoi colori invertiti rispetto a quelle della coppa Italia vera e propria, costituisce uno degli elementi futuristi della maglia (infatti le coccarde col verde esterno vennero utilizzate da metà anni 80 in poi, per poi tornare al passato in tempi recenti). 

Anche il gigantesco numero sulla schiena è in plastica lucida, inoltre il numero del giocatore è riportato anche sulle spalle, usanza presa a prestito dagli Stati Uniti.

Una maglia che definirei unica, e che difatti  mi viene spesso richiesta da altri collezionisti.

Facciamo un grosso balzo in avanti, campionato 1991-92, il Savona gioca in Interregionale e perde per un soffio lo spareggio per la promozione.

Anche in questo caso si fregia della coccarda di Coppa Italia, questa volta categoria Dilettanti, vinta l’anno precedente.

E’ molto difficile reperire informazioni a proposito, trattandosi di campionati minori, comunque la spiegazione del fatto che le due maglie sono così diverse esteticamente risiede probabilmente nel fatto che quella invernale, priva di stemma societario e sponsor, sia una divisa riciclata (è visibilmente più vecchia ed in lanetta, mentre l’altra è in tessuto sintetico), e / o utilizzata nel periodo invernale.

In casi come  questi bisogna affidarsi un po’ all’esperienza e al proprio intuito per riuscire a classificare nel miglior modo possibile questa tipologia di maglie, poi la cosa bella è che ogni tanto, a distanza di anni, escono fuori informazioni che confermano o capovolgono completamente i dati in nostro possesso!

Quelle della prossima foto sono due tra le maglie più belle che ho in collezione.

Sono state utilizzate solamente in Pro Vercelli Savona del 13 ottobre 2013 e sono un’edizione speciale per festeggiare il centenario della nascita di Piola, uno dei più grandi calciatori italiani di tutti i tempi, sicuramente uno dei primi 3, insieme a Schiavio e Meazza.

Fedelissime riproduzioni delle maglie di inizio secolo, rendono magnificamente l’idea della divisa d’altri tempi, con lo stemma “anticato”, i lacci, e il meraviglioso leone tono su tono.

Inutile dire che la nera da portiere è rarissima.

A mio avviso, ci sono maglie d’epoca di 40-50 anni fa che non riescono ad essere così belle come questa riedizione celebrativa…un grosso plauso allo sponsor tecnico che le ha realizzate!

Un’altra grande nobile decaduta è la Pro Patria,  che ha disputato parecchi campionati di serie A fino a metà anni 50, molti più del Varese (la Pro Patria è la squadra di Busto Arsizio, comune sotto la città di Varese, che invece fa provincia, ed è anche la quarta più popolosa di tutta la Lombardia!).

Caratteristica di questa squadra è l’adozione di una divisa con le righe orizzontali, tipica del rugby ma assai poco in uso nel campionato italiano.

Ho scelto di inserire anche una maglia particolare, la nera di Pro Patria Casale (altra grande nobile decaduta, non a caso) del 22 dicembre 2012, realizzata proprio per festeggiare l’incontro di queste due, veramente ben realizzata, con tanto di ricamo celebrativo sul braccio.

La numero 15 invece ha i colori classici, ma uno sponsor speciale usato solo in una gara (Pro Patria Bellaria, campionato 2012-13), maglie che sono poi andate all’asta dell’associazione di beneficenza il cui nome compare sul petto (e di cui il sottoscritto è testimonial da parecchi anni).

Forse non si nota molto perché la foto è piccola, ma la maglia ha numerosissime macchie di fango, essendo stata indossata e non lavata.

L’ultima è una 2018-19, indossata da Donato Disabato, ed ha sul petto lo scudetto di serie D, vinto l’anno precedente.

Qua abbiamo due bellissime maglie da portiere del Lecce, non facili da trovare e molto curate nei dettagli.

Si fregiano dello scudetto primavera (2004-05) e della coccarda di Coppa Italia (2005-06), anch’essa della categoria primavera, due trofei che difficilmente vedremo cuciti sulle maglie della prima squadra

Qua sopra due maglie di una big, l’Internazionale di Milano, in versioni rare e molto ricercate.

A sinistra potete ammirare una away indossata da Aldo Serena, con ancora numerosissimi segni di campo.

La particolarità consiste nel fatto che si tratta di una Lecoq Sportif 1986-87 adattata e trasformata in una UHL 1988-89, infatti mentre sul  petto il logo della UHL è sovrapposto a quello originale Lecoq, l’etichetta nel colletto rivela il vero fornitore ufficiale.

L’altra è molto più moderna, ma altrettanto rara: indossata da Philippe Coutinho in panchina nella gara di campionato Catania Inter del 9 gennaio 2011, rappresenta l’unica occasione in cui i nerazzurrri hanno giocato con la maglia bianca nella quale scudetto e Coppa Italia erano affiancati.

Esteticamente la cosa non piacque al patron Moratti, che dopo un’altra gara (giocata stavolta in nerazzurro) ha dato disposizioni affinchè la coccarda fosse spostata in basso.

Il prossimo montaggio rappresenta una doppia eccezione, si tratta infatti non solo di maglie NON del Bologna, ma neanche da calcio: sono quattro magnifici esemplari di maglie di una delle squadre più vincenti di calcio a 5: il Pescara.

Partendo dall’alto, a sinistra abbiamo: 2015-16 scudettata, indossata in supercoppa dallo sfortunato Rogerio Rocha Da Silva, deceduto per un infarto improvviso a soli 38 anni mentre si trovava in vacanza (maglia autografata), poi a destra una terza maglia di campionato dello stesso anno, di Mauro Canal.

In basso a sinistra un vero capolavoro, la maglia da portiere di Antonio Capuozzo, del medesimo campionato, ed infine un’altra Canal ma stavolta del 2016-17, con la coccarda di Coppa Italia che prende il posto dello scudetto.

La squadra purtroppo si è sciolta nel 2018.

Nel prossimo montaggio ci sono quattro maglie di una delle mie squadre preferite in assoluto, con i caratteristici colori verde-arancio (tecnicamente sarebbe rossoverde, ma si tratta di un rosso talmente chiaro che sembra più un arancio), un binomio poco utilizzato nel calcio professionistico ma di grande impatto cromatico visivo: la Ternana, la prima squadra umbra ad approdare in serie A.

Si parte come sempre dall’alto a sinistra: una maglia a manica lunga della prima metà degli anni 70, che non esito a definire meravigliosa, poi a destra una maglia “recuperata”, di quelle che piacciono a me, utilizzata nel campionato 1988-89 ma in realtà molto più datata (infatti è di lanetta), con sponsor su toppa cucito in un secondo momento.

Proseguendo, troviamo una rarissima 2013-14, indossata da Maurizio Lauro il 17 agosto 2013 in un’amichevole contro la Roma, dove la Ternana scese in campo con queste maglie da precampionato, mai più utilizzate, e per di più con applicata sulla manica la toppa di Coppa Italia!

L’ultima maglia è un compendio di “stranezze”: non è una maglia da calcio, bensì da calcio a 5, e per di più, femminile.

Maglia scudettata, autografata da tutta la rosa, indossata da Jociane De Mello Neckel “Neka”, utilizzata in una gara di campionato di Futsal Femminile… difficile trovare una maglia più particolare di questa!

Nel campionato 2004-05 il Milan utilizza delle divise con delle grosse differenze rispetto a quelle in vendita negli store, per la gioia del collezionista che, se ben informato, può acquistare i cimeli della squadra nella piena consapevolezza che, alla peggio, si tratta di maglie preparate, ma comunque provenienti dalla spogliatoio.

Come questa, una cosiddetta maglia double layer, di colore oro : si tratta della terza maglia, mai utilizzata in gare ufficiali ma solamente in amichevole, con un tessuto lucido liscio e setato in simil raso, a mio avviso molto bello, impreziosita dal nome del calciatore, quell’Inzaghi, che ho sempre ammirato perché – ovviamente fatte le debite proporzioni tra un calciatore professionista e un dilettante che gioca con gli amici come il sottoscritto – mi somiglia molto ( infatti dai colleghi di lavoro e di calcetto sono da sempre soprannominato “Pippo” ), essendo dotato di non grandissime capacità tecniche, ma di uno straordinario fiuto per il gol, e che infatti possiede una capacità realizzativa sotto porta non comune.

Per me è stata una gioia immensa vederlo approdare in qualità di allenatore sotto le due torri, e già sognavo un binomio perfetto, immaginandomi il Bologna proiettato nelle parti alte della classifica (dopo tutto, seppur giovane ed ancora inesperto, aveva fatto benissimo col Venezia).

Purtroppo le cose non sono andate bene e a Bologna Inzaghi non ha avuto molta fortuna, probabilmente non era ancora pronto per la serie A, ma sono sicuro che in futuro dimostrerà quello che vale anche in panchina (e difatti in serie B col Benevento sta  facendo vedere che le qualità ce le ha e che l’ottimo campionato col Venezia non era stato solo un’eccezione ), e voglio comunque sottolineare che, se non dai risultati, dal punto di vista umano ha lasciato ottimi ricordi, a  detta di tutti.

Spero quindi, un giorno non troppo lontano, di rivederlo seduto sulla nostra panchina.

L’altra è la terza maglia del Perugia 1996-97, con righe verticali di due tonalità di grigio diverso.

Ha lo scudetto cucito perché è della primavera campione d’Italia.

Ma non è tutto: vedete quello strano sponsor, in alto a sinistra? E’ stato applicato in un secondo momento, quando questa muta è stata donata ad una squadra amatoriale !

Penultimo montaggio.

A sinistra una maglia a cui sono particolarmente affezionato, proprio in questa versione.

E’ la terza maglia del Napoli, stagione 1987-88, indossata da Fernando de Napoli.

In realtà la terza maglia rossa era diversa da questa: tessuto molto più pesante, stemma sulla manica cucito e non verniciato (la stessa cosa venne fatta per la seconda bianca e la prima celeste, di cui esistevano più varianti)  e righine bianco-celesti sia nel colletto che nel bordo delle maniche.

Questo è il modello estivo, in cotone leggerissimo, e secondo me molto più bella di quella “classica”;  i collezionisti partenopei stanno cercando disperatamente da anni qualche foto o filmato dove si riesca ad avere una testimonianza visiva dell’uso di questa maglia : sappiamo tutti che è stata utilizzata, non in gare ufficiali ma sicuramente in precampionato ed altre amichevoli, ma nessuno è mai riuscito a trovare uno straccio di documentazione fotografica.

A destra un’altra maglia davvero particolare: se pochi avrebbero scommesso sul ritorno del Livorno in serie A dopo ben 55 anni di assenza, era pura fantascienza anche solo immaginare che al terzo anno la squadra avrebbe partecipato alla Coppa Uefa, dove peraltro se l’è cavata egregiamente, considerando che si trattava di una super-matricola.

La maglia della foto è molto particolare non solo per l’azzardo cromatico, ma anche per il fatto che era stata inizialmente preparata proprio per essere usata in Europa, ma alla fine non venne mai utilizzata, e difatti molte di quelle di campionato presentano la toppa di serie A applicata sopra a quella blu di Coppa Uefa ; il nostro esemplare è uno dei pochi scampati alla “trasformazione” ed ha la toppa europea ancora intonsa.

Ultimo blocco, ho voluto fare un compendio di squadre e periodi molto diversi tra loro, ma tutte comunque “strane” o fuori dal comune.

La Brescia 2011-12 non ha solamente il colore giallo a renderla bizzarra : la toppa di lega infatti non è quella originale, ma è stata fatta al pantografo, difatti la maglia è stata usata solo in precampionato (dove la presenza di suddetta toppa, tra l’altro, non era affatto obbligatoria…).

A seguire abbiamo una splendida maglia del Foggia dei miracoli di Zeman, una 89-90 (primo anno col boemo in panchina) trasformata in 90-91 (presenta infatti il doppio sponsor, col secondo su toppa cucita sopra al primo), ed indossata – nonché autografata – dal bomber Giuseppe Signori, uno dei miei giocatori preferiti di sempre (alla fine anche in questa puntata siamo riusciti a mettere una maglia legata in qualche modo al Bologna !).

La terza è davvero una maglia che non esito a definire meravigliosa (si, lo so, ho detto la stessa identica cosa della Ternana anni 70, ma la frase calza così a pennello per quest’altro cimelio, che mi sono concesso la licenza poetica di usarla due volte nello stesso articolo ! ): nazionale femminile fine anni 60, indossata da Emanuela Epiri, che ha difeso anche la porta del Bologna.

La foto parla da sola, non penso servano altre parole… questa maglia mi ha dato tante soddisfazioni,  moltissimi collezionisti me l’hanno chiesta, anche un importante museo, e addirittura la signora Epiri, quando alcuni anni dopo aver reperito il cimelio glielo ho mostrato nel corso di una piacevole chiacchierata, ha messo la foto che gli ho spedito come foto profilo su whatsapp!

Ultima maglia, una di quelle che mi ha insegnato che nel nostro campo (il collezionismo sportivo) non c’è niente di scontato: Monza 1991-92.

Il Monza, l’anno precedente, aveva vinto la coppa Italia di serie C, ma la coccarda cucita sulla maglia è quella della Coppa Italia “classica”, per così dire… pensavo non fosse buona, ma poi ho visto un’altra maglia, stavolta da giocatore di movimento, con la stessa coccarda.

Ero ancora giovane ed inesperto, ma non abbastanza da non capire che poteva esserci una spiegazione razionale.

Ho contattato il Monza calcio, ed una persona molto gentile mi ha messo in comunicazione col magazziniere dell’epoca, il quale ricordava benissimo che la lega non aveva fornito alla squadra le coccarde giuste e lui si era dovuto arrangiare con quello che aveva trovato.

Una delle prime ma significative soddisfazioni di un collezionista in erba!

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