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Alé Bulåggna: Dṡnôv

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Dnôv

(19)

 

Non è possibile, in una settimana come questa, sottrarsi alla varżûra mistico-tranviaria che ha assalito Bologna. Dopo aver ringraziato i nostri e segnatamente il greco, ormai cittadino onorario ed San Lâżer, per una vittoria che ci ha fatto fare di balànz dala cuntintazza giù per i gradoni della curva Bulgarelli. Såtta dånca a vedere come al dnôv, il diciannove inteso come numero cardinale, si sia preso martedì una discreta rivincita su un ruolo poco lusinghiero nei detti bolognesi.

Tant par cminzipièr, per cominciare, i giovani legali che si sentissero chiamare Avuchèt Dnôv (…ch’al n à mâi vént) potranno valersi di rimando del gol partita segnato dal numero diciannove, inteso come żugadåur.

Tanto tempo fa un soldo, un sôld, detto anche góbbi, da un baiocco settecentesco dello Stato Pontificio che riportava la parola GUBBIO, prima di indicare genericamente il denaro, era il nome popolare della moneta da cinque centesimi. E’ un peccato che questa denominazione non sia stata ripresa con l’avvento dell’euro. Forse perché non c’è più quasi nessuno che se ne ricorda. Forse perché con cinque cent al dé d incû non ci si compra neanche äli òs dla pulänt e non vale più la pena dar loro un nome.

E allora, tornando a noi, mentre al DG Zanzi ai rédd anc al cûl che l’acquisto di gennaio bolli alla prima (e che prémma!), il presidente Guaraldi, con la cassa della società che appare sempre più na ed vudâm, ha almeno, una volta tanto, un buon motivo per non sentirsi dire ch’ai amanca sänper…dnôv sôld par fèr un franc.

 

Alé Bulåggna !!!

Prémm dé d mèrz 2013

Gallo

 

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