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RdC – Il Bologna piace ma non convince. Donadoni: Dobbiamo credere di più in quello che facciamo – 17 Set

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Un bel Bologna quello visto sul prato dell’Artemio Franchi di Firenze, che però si è sciolto come neve al sole quando la Fiorentina ha schiacciato il piede sull’acceleratore. Finisce 2 a 1 per la Viola, un risultato che cela molte cose ed è in parte anche bugiardo. Si, perché nonostante la sconfitta il Bologna ha disputato una buona gara ed avrebbe meritato almeno il pari, vista la prestazione incoraggiante dopo la batosta patita settimana scorsa contro il Napoli. Donadoni ha apprezzato la prestazione dei suoi, evidenziando pregi e difetti della sua squadra in quel di Firenze: “Siamo stati squadra sempre, facendo una buona prestazione a livello difensivo. Sul primo goal potevamo forse essere più aggressivi su Chiesa; il colpo di testa di Pezzella invece è stato abbastanza fortuito. Il problema è che siamo mancati nell’intraprendenza. Nel primo tempo, ad esempio, nella fase di non possesso palla siamo stati compatti, ma nel ripartire abbiamo avuto poco coraggio nel cercare la porta.” Buona la prestazione di Verdi, che ha lavorato una quantità infinita di palloni, un po’ sottotono Di Francesco che ha accusato qualche problema fisico in settimana. Lode anche alla difesa inedita Helander-Gonzalez, che nonostante il risultato finale ha ben figurato contro l’arrembaggio dei giocatori viola. Ma la vera nota lieta della sfortunata serata del Franchi è di sicuro Palacio, un faro in mezzo al campo che trasuda umiltà nonostante sia evidente come sia un giocatore fondamentale per questo Bologna: “Non sono ancora al meglio e non mi aspettavo di riuscire ad essere subito determinante, ma non dite che sono fondamentale. Io sono solo un giocatore della squadra, sono qui per dare il mio contributo.” All’argentino è riuscito facile quello che non è stato in grado di compiere Destro, quando contro il Benevento si è fatto ipnotizzare dal portiere spedendo la palla a lato, un’occasione analoga a quella capitata sui piedi del “Trenza” ieri sera, che non ha fallito il bersaglio pareggiando momentaneamente i conti. Per il numero 10 ancora a bocca asciutta in campionato, Palacio riserva parole importanti: “Gioco come mi chiede il mister, oggi è stata fatta questa scelta per diversi motivi. Ma prediligo giocare di fianco ad un altro attaccante: Mattia per noi è importante.” L’argentino ha siglato il suo primo goal in rossoblù, ma il merito per la marcatura messa a segno va condiviso con Taider, autore di uno splendido assist che ha permesso al numero 24 di andare in rete alla seconda partita con la casacca del Bologna addosso. L’algerino mastica amaro dopo la sconfitta: “La Fiorentina ha creato poco e ciò perché abbiamo fatto la partita che avevamo preparato stando bene in campo. Dopo un primo tempo equilibrato nella ripresa abbiamo tenuto bene palla, ma siamo stati puniti da un super goal di Chiesa e nel nostro momento migliore (dopo il goal di Palacio ndr) da una gran giocata di Pezzella. Abbiamo provato fino all’ultimo a pareggiare, ma anche a causa di un po’ di sfortuna, vedi il palo di Palacio, non ci siamo riusciti. Abbiamo giocato alla pari con la Fiorentina e dispiace non tornare a Bologna con almeno un punto: lo avremmo meritato.” Lo zaffiro felsineo è da sempre lavoratore oscuro nel centrocampo del Bologna, un lavoro che spesso passa sotto traccia, ma indispensabile per sbrogliare la matassa a centrocampo quando la situazione si complica. Un lavoro svolto egregiamente da Erick Pulgar nella giornata di ieri, autore di un’ottima prova dopo il suicidio calcistico compiuto contro i partenopei domenica scorsa: metronomo di un centrocampo a tre, ha lavorato una gran quantità di palloni, provvedendo a supplire ad una prestazione sottotono di Poli, che nonostante tutto non ha demeritato. Quello di Roberto Donadoni è un Bologna che piace ma non convince del tutto, per farlo dovrebbe prendere esempio da Palacio. Verdi, Di Francesco, Masina ed altri, giocatori che sembrano pronti a fare il grande salto ma che non ci riescono, per un motivo o per l’altro, una cosa che all’argentino viene naturale invece è quella di essere determinante anche non al massimo della condizione. Da qui riparte Donadoni: “Rodrigo ci prova sempre, si propone ogni volta che può, cerca la porta, è un esempio per movimenti e fame agonistica, non si accontenta mai e da questo punto di vista deve diventare un modello per tutta la squadra. Il salto di qualità che dobbiamo fare è questo: credere di più in quello che facciamo, al limite rischiare, ma almeno provarci.”

(Fonte: Il Resto del Carlino; articoli di Massimo Vitali, Marcello Giordano e Nicola Baldini)

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