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Bologna

Mancano i dettagli per completare la metamorfosi

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Corriere dello Sport


C’è tutto o quasi nel nuovo Bologna di Sinisa Mihajlovic, che ieri sera ha dato la conferma di esserci, rispondendo giocando meglio della Roma per lunghi tratti della partita.
Nella prima frazione i rossoblù hanno dominato dal punto di vista tattico, ma soprattutto fisico. Santander e compagni arrivavano sempre per primi sulle seconde palle, vincendo la maggior parte dei contrasti fisici. Alla vigilia avevamo detto che sulla sinistra sarebbe stato interessante il duello Dijks-Zaniolo, proprio perché il talento italiano cerca costantemente lo scontro fisico per poi liberarsi grazie alla sua tecnica sopraffina. Ecco, Dijks il duello individuale contro Nicolò l’ha vinto eccome, riuscendo sempre a metterlo in difficoltà nel primo controllo, facendolo girare in pochissime occasioni. Non è un caso che dopo l’intervallo Di Francesco abbia deciso di cambiare, accentrando Zaniolo sulla trequarti, mettendo Kluivert nella zona dell’olandese, per sfruttare la differenza di passo.

Oltre a questo, c’è da sottolineare ancora una volta l’ottimo atteggiamento tattico imposto da Mihajlovic. Il baricentro in media è sempre rimasto intorno ai 50 metri nel primo tempo, scendendo di pochissimo nella ripresa, in cui la spinta dei giallorossi si è fatta sentire. In fase di non possesso le fonti di gioco della Roma venivano bloccate dal pressing molto alto dei rossoblù, che coprivano ogni linea di passaggio interna costringendo i padroni di casa al lancio lungo. Sono infatti 35 i passaggi lunghi dei capitolini contro i 9 del Bologna, che ha privilegiato una manovra con passaggi più corti – 231 contro i 171 della Roma.

La fase di possesso palla, come testimoniano i numeri dei passaggi, è stata sempre impostata con molto coraggio da dietro, con pochissimi disimpegni errati da parte della difesa e dei centrocampisti rossoblù. Nella fase di primo sviluppo erano bravissimi anche i due esterni Sansone ed Edera, che si staccavano sempre molto bene dalla marcatura; ma soprattutto ancora una volta si è sentita la presenza di Soriano, che si sta dimostrando la vera arma in più per i ragazzi di Mihajlovic.
Comandare il possesso (52% contro 49%) all’Olimpico contro la Roma non è una cosa da poco, ma soprattutto sono i numeri di tiri ad impressionare. Le 13 conclusioni degli ospiti, di cui ben 10 nello specchio, raccontano di un gioco ragionato, pensato e finalizzato sempre alla conclusione verso la porta avversaria.

La metamorfosi è completata? Quasi. I rossoblù nelle tre partite post Frosinone hanno dimostrato di meritare ben altra classifica, ma allo stesso tempo hanno messo in luce una scarsa freddezza offensiva. Sia contro il Genoa, che nella sfida contro la Roma, abbiamo visto due grandi problemi: il primo è la scarsa attenzione sulle palle inattive, il secondo è la poca lucidità sottoporta. E’ vero, ieri sera abbiamo incontrato un Olsen in serata di grazia, ma 7 tiri in porta dentro l’area di rigore sono troppi per pensare di segnare solo un gol nei minuti finali del secondo tempo.

Il bel gioco c’è, l’attenzione tattica pure, ma ancora manca qualcosa dal punto di vista della concretezza. Il tempo non è tanto, ma il Bologna sta correndo forte per recuperare in fretta.

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