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IL GRILLO PENSANTE – Cambio di mentalità

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Esprimere un giudizio obiettivo e asettico sulla partita di Roma è impresa titanica per il tifoso bolognese medio; perdere una partita tirando 20 volte verso le porte dell’Olimpico, colpendo una traversa sullo 0-0 che grida vendetta e vedendo incoronato come MVP il portiere avversario sono gli ingredienti in una serata che assume le sembianze di un cubo di Rubik su cui scervellarsi abbandonando la Capitale a mani vuote. Da tempo immemore non andava in scena una squadra con una personalità così spiccatamente da maschio alfa, dominante per larghi tratti di partita e con veri e propri sciami di minacciose maglie rossoblu (bianche con inserti per l’occasione) nelle azioni offensive. La scintillante Lupa formato Champions del baby prodigio Zaniolo è stata costretta a piegare ripetutamente le ginocchia sotto i colpi poderosi di Balanzone, tanto fenomenale nel crearsi le occasioni propizie quanto maledettamente colpevole nell’infierire colpi sterili in troppe circostanze.

Per tutto il primo tempo i padroni di casa non hanno compreso cosa stesse accadendo sul terreno di gioco, eccezion fatta per il portiere Olsen che, prestando fede alle latitudini di provenienza, ha mantenuto il sangue freddo togliendo le castagne dal fuoco ai suoi compagni di squadra in più occasioni; se oltre ai prodigi dell’estremo difensore capitolino si somma la caritatevole vena di Soriano incapace di capitalizzare occasioni confezionate su vassoi platinati allora l’unica conseguenza possibile risulta nell’andare al riposo con lo 0-0 cristallizzato sul tabellone.

La ripresa è più equilibrata, la Roma in avvio acciuffa insperatamente il vantaggio su calcio di rigore per una scelleratezza di Helander e, dopo capovolgimenti di fronte continui che mantengono viva l’adrenalina della contesa, riesce addirittura a raddoppiare con una bella coordinazione di Fazio sugli sviluppi di un corner. Bologna barcolla ma non affonda, Sansone inscena uno slalom speciale e finalmente gonfia la rete alle spalle di Olsen aggiungendo pepe ad un finale che però non muterà il risultato maturato. Nelle interviste di fine gara anche Di Francesco ammetterà sportivamente che i rossoblu avrebbero meritato di più, ma sarebbe stata oggettivamente irriverente qualsiasi altra versione…Mihajlovic e i suoi ragazzi avrebbero masticato amaro conquistando un pareggio, figuriamoci ritrovarsi al triplice fischio con un pugno di mosche. Quindi alla cassa solo una pioggia di complimenti, ma le lusinghe non migliorano le classifiche e, purtroppo, tutte le dirette avversario hanno centrato successi più o meno sperati in una giornata concepita sotto una cattiva stella; inoltre piove sul bagnato in quanto l’impegno odierno vede ospite al Dall’Ara la Juventus di sua maestà Cristiano Ronaldo, una belva inferocita dalla batosta incassata in Champions a Madrid con tanto di esultanza fallica del Cholo Simeone. Non ci sarebbe potuta essere prova più tremenda per aspirare ad un pronto riscatto, anche se il Bologna visto a Roma restituisce qualche timida speranza nell’aspirare a far fronte ai campioni d’Italia senza recitare il ruolo di vittima sacrificale. In settimana Joey Saputo ha chiarito esplicitamente che il Bologna dovrà abbandonare al più presto le sembianze di realtà medio-piccola per ragionare invece da grande squadra; sul prato dell’Olimpico i giocatori sembrerebbero aver anticipato le parole del presidentissimo e, auspicando che l’atteggiamento sul terreno di gioco resti il medesimo, confidiamo tutti che anche nelle stanze che contano l’operato futuro rifletta questa dichiarate ambizioni di grandezza.

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