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Il Resto del Carlino – Gigi Cagni: “Mihajlovic sta usando la forza dell’esperienza. E come corre Palacio…”

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Virgilio Sport


“Ci sono da tre mesi e mi diverto. In un minuto di video riesco a esprimere tanti concetti. E vedo che i followers non mi mancano”, risponde Gigi Cagni alla domanda di Massimo Vitali su come sia il suo feeling con Instagram, nell’intervista uscita ne “Il Resto del Carlino”.
Potremmo ripartire da qui, perché – alla fine – lui è solamente un allenatore che si è spostato dalla panchina al piccolo (piccolissimo) schermo, consigliando a chi lo ascolta (giocatori o persone virtuali che siano) come giocare per vincere. Quello che, effettivamente, sta facendo ultimamente il Bologna: “Tra tutte ha le probabilità maggiori di salvarsi. L’Empoli ha il suo punto debole nei tanti gol che prende. La Spal è abituata a lottare. Quanto all’Udinese, anche là hanno preso il brutto vizio di cambiare gli allenatori. Ma io dico: occhio al Sassuolo, perché se perde anche al Dall’Ara…”.
A gennaio, anche i rossoblù hanno cambiato allenatore: “Diciamo che in estate non ha trovato una situazione semplice: squadra costruita senza spendere tanto, un ambiente nuovo, una piazza ricca di storia. Tutti ingredienti che potevano mettere in difficoltà un allenatore giovane. Gli ho detto che se vuole fare sul serio questo mestiere, se ha dentro la vocazione da allenatore, questo passo falso può solo aiutarlo a crescere”.
Ora, però, c’è Mihajlovic: “Beh, Soriano e Sansone sono giocatori veri: Pippo li ha avuti solo per due partite. E anche gli altri due che il tecnico serbo si è portato dal Torino hanno rinforzato l’organico. Poi vedo i messaggi che l’allenatore trasmette alla squadra: lavora sia sulla tattica che sulla testa, sdrammatizza con la battuta, ma senza rinunciare a dire cose importanti. Questa è la forza dell’esperienza”.
In zona retrocessione, comunque, è una bella lotta: “Una lotta che fa bene al nostro campionato, così come quella che in testa si gioca per entrare in Europa. Poi bisogna vere lo spirito di battaglia nel dna. La Spal ce l’ha da sempre. Ce l’avrebbe anche l’Empoli, ma è una squadra giovane che subisce troppi gol”.
E poi ci sono quelli che esonerano, un vecchio pallino di Cagni: “Sono abituato a un calcio in cui le società studiavano per sei mesi i metodi di lavoro di un allenatore prima di metterlo soto contratto. Oggi vedo una girandola di panchine il cui senso mi sfugge”.
Domanda quasi ‘inutile’ su chi, il mister, preferisca del Bologna: “Dico Palacio, che un allenatore vede e apprezza soprattutto come corre: in fase di non possesso si posiziona sempre dove rubando la palla può far male alle difese. E’ il piccolo CR7 del Bologna”.

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