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IL GRILLO PENSANTE – Il problema del gol

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Foto Sport Mediaset


Dalle stelle alle stalle, in soli 7 giorni. Vedendola in modo superficiale sembrerebbe che, dopo una partenza in quarta, il Bologna abbia bruscamente scalato marce ridimensionando tutti i voli pindarici figli delle prime 3 giornate. In appena una settimana il cielo sopra le Due Torri si è addensato di nuvoloni neri e minacciosi: 1 solo punto in 3 partite, 1 sola rete segnata (peraltro su rigore) contro la Roma e poi 180 minuti a secco di marcature contro avversari non certo imperforabili come Genoa ed Udinese. Briciole o poco più.

La gara in terra friulana è l’emblema delle difficoltà piombate sul Bologna, impantanatosi nella melma udinese al cospetto di una truppa di fabbri ferrai privi peraltro del proprio giocatore più rappresentativo; al gol di Okaka (il 4° di testa su 7 subiti, allarme aereo) i rossoblu non hanno reagito con l’impeto che ci si sarebbe potuto e dovuto aspettare, è sembrata una squadra inerme, impreparata, alimentata da un’improvvisazione che si infrangeva sul muro difensivo avversario senza quasi scalfirlo. A peggiorare il già nefasto pomeriggio domenicale ci ha pensato il pessimo arbitro Giua; al limite del comico la mancata seconda ammonizione a Samir (col difensore già rassegnato ad abbandonare anzitempo la contesa), protagonista nello sconfessare a più riprese le indicazioni dei suoi collaboratori e reo di non aver permesso di giocare l’effettivo tempo di recupero. Se questo giovane direttore di gara rappresenta realmente una delle migliori speranze dell’arbitraggio italiano allora Rizzoli dovrebbe perdere il sonno.

Purtroppo il corto circuito di Giua non giustifica neppure lontanamente la prova incolore degli uomini di Mihajlovic (che in ospedale avrà demolito il monitor a craniate dalla frustrazione), la delusione di Udine enfatizza solamente difficoltà già presenti…in primis la squadra fatica tremendamente a segnare. Osservando i freddi numeri, dei 7 gol segnati ben 4 sono da registrarsi nella remuntada di Brescia, e pertanto solamente 3 riguardano le restanti 5 partite (score ancora più preoccupante se si considera che soltanto la rete vincente di Soriano nel derby con la Spal è stata siglata su azione).

Ritorna l’annoso problema del bomber, del centravanti capace capitalizzare quanto creato e di spezzare le partite bloccate con una giocata fai da te; al Bologna di oggi manca come l’aria una figura del genere. Destro è tutt’ora un’enigma sul quale si sono dilapidati tempo ed energie oltre (forse) il lecito, Santander è attaccante utile ed affidabile ma non è un cecchino e Palacio, oltre a possedere una carta d’identità purtroppo non favorevole, viene utilizzato sovente come terminale offensivo ma ha caratteristiche da seconda punta.

Lo staff tecnico rossoblu sta studiando sottotraccia come risolvere il problema, ed intanto Sinisa ha richiesto a gran voce l’arrivo a Gennaio dell’astro nascente Dominguez che in Argentina sta segnando e stupendo ripetutamente.

Sarebbe scriteriato emettere sentenze dopo appena 6 giornate di campionato, si tenta soltanto di analizzare i freddi numeri i quali riflettono un Bologna a metà del gruppo avendo affrontato soltanto 1 delle prime 10 squadre della graduatoria; il match casalingo contro una Lazio in netto progresso (che celebrerà anche il 110° compleanno del glorioso squadrone “che tremare il mondo fa”) svelerà un’ulteriore nota della colonna sonora che accompagnerà i rossoblu nel corso della stagione, l’ultima che purtroppo ha visto comparire il grande imprenditore Giorgio Squinzi tra i presidenti della Serie A. Un facoltoso gentiluomo capace di ricordarci col suo Sassuolo che la leggenda di Davide e Golia non è poi così tanto leggenda.

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