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IL GRILLO PENSANTE – Lo zampino di Murphy

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LaPresse

Ammirare il più bel Bologna degli ultimi 2-3 lustri nell’entusiasmante saccheggio di Roma (terza vittoria consecutiva) sembrava sdoganare il diritto di poter finalmente sognare un piazzamento europeo o, perlomeno, di tentarne la conquista partecipando alla bagarre fino in fondo. Inebriati da rinnovate e rafforzate ambizioni, il doppio impegno domestico con Genoa ed Udinese sembrava il trampolino ideale per spiccare definitivamente il volo, tutta Bologna si è improvvisamente sentita catapultata a Cape Canaveral nella trepidante attesa di assistere al decollo dello shuttle rossoblu; ma, purtroppo o per fortuna, la palla è rotonda e la più celeberrima Legge di Murphy (se qualcosa può andar storto lo farà) ha fatto capolino dalle parti di Casteldebole costringendo la volta celeste a non poter ancora accogliere un Balanzone equipaggiato per dimorare stabilmente a certe altitudini.

La prima contesa è stata sostanzialmente consegnata agli artigli del Grifone al minuto 34 quando il VAR ha convinto l’arbitro Massa a convertire in cartellino rosso la precedente ammonizione comminata a Schouten per un’entrata sulla tibia di Behrami. Con l’Udinese invece l’impresa è stata racimolare 11 giocatori col quale scendere in campo a causa dell’infermeria in sold out e di un paio di pedine appiedate dal giudice sportivo; sembrava anche l’occasione ideale per restituire ad Andreas Skov Olsen il ruolo di diamante grezzo con il quale è stato accolto l’estate scorsa a colpi di fanfara ma il risultato è stato quello di sempre: il talento si intravede, tutto il resto ancora no.

Alla fine dei 7 giorni che avrebbero dovuto spedire il Bologna in orbita è soltanto 1 il punto conquistato; nessun ridimensionamento ma vengono dissolti un po’ di voli pindarici post-Roma all’interno di un quadro surreale marchiato dallo spauracchio Coronavirus.

Un risvolto positivo si può però cogliere tra le pieghe di questa repentina inversione di tendenza: i periodi flagellati da tante assenze ed intoppi risultano perlomeno utilitaristici nel misurare lo spessore tecnico, morale e temperamentale della rosa nel suo complesso, evidenziano elementi che sorprendono positivamente (il baby Baldursson emerso dal nulla), restituiscono delusioni inaspettate (Orsolini, non ancora abbastanza maturo da mostrare leadership nelle difficoltà) e sottoscrivono conferme (Palacio presente è sempre un bene, Soriano assente è sempre un male). Una sorta di stress test i cui risultati non vanno interpretati come sentenze ma come un termometro indicativo dello stato attuale.

Per la complicata trasferta contro la locomotiva Lazio i rossoblu recuperano un po’ di cocci ma non basta per arginare l’avvio straripante dei capitolini, sprint iniziale che sarà sufficiente ad Inzaghi per assicurarsi la vittoria; peccato perché gli uomini di Mihajlovic non solo soccombono in fase difensiva ma appaiono anche poco determinati nelle occasioni da rete create e non capitalizzate. Nel secondo tempo i padroni di casa sono costretti principalmente alla difesa da un Bologna caparbio e propositivo ma ancora colpevolmente soft in zona gol, dato reso ancora più amaro dalle 2 reti annullate tramite VAR ai terzini Denswil e Tomiyasu.

Archiviata la sconfitta di Roma, il periodo tenebroso conduce ad accogliere nel salotto di casa la Vecchia Signora proprio nella giornata dedicata alla Donna…sarebbe fin troppo scontato augurarsi di poterla festeggiare come si conviene ma sarebbe già benaugurante che Murphy, finalmente, possa posare il suo sguardo verso altri lidi.

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