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STORIE DI MAGLIE – Le maglie speciali

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Oggi parliamo di una serie di maglie fuori dal comune, non semplicemente usate in un’occasione particolare, ma che hanno una storia alle spalle o delle particolarità che le rende davvero uniche.

Alcune di queste maglie non hanno trovato posto nel mio libro La maglia del Bologna perché non sono state giudicate all’altezza, non erano “grandi maglie”, parole testuali.

Va detto che in un’opera scritta a quattro mani, per mettere d’accordo oltre che i due autori, anche l’editore ed infine la società che ci mette sopra il suo marchio (nonché il responsabile della parte grafica, che esige certi spazi, per cui qualcosa bisogna tagliare necessariamente), è giocoforza ascoltare le esigenze di tutti, e questa è una cosa che capisco benissimo, tuttavia ci sono 3 esemplari in particolare, la cui esclusione non ho mai digerito, in quanto ritengo che, anche se certe scelte andavano fatte, certi giudizi spettano solo a chi possiede la competenza e la capacità critica necessaria per giudicare un prodotto di questo tipo.

Nel collezionismo ognuno fa le proprie scelte, nondimeno ritengo che certe cose siano oggettivamente incontestabili.

Ecco perché quando si è trattato di scegliere l’immagine di apertura (o copertina che dir si voglia), non ho avuto dubbi, non poteva che spettare a lei: Bologna Parma, Football Vintage Cup.

Si tratta di un torneo rievocazione del campionato 1923-24, dove le squadre partecipanti schieravano ex giocatori (nel Bologna ad esempio Di Già, Ballotta, Poli) e divise create ad hoc da una sartoria sportiva, fedeli riproduzioni delle maglie d’epoca.

Questo torneo non è mai giunto al termine, e la maglia qua proposta, creata in un numero minimo di esemplari,è stata realmente indossata in campo da un ex giocatore (è ancora sporca), dunque anche se è una riproduzione, trattasi di maglia rarissima e inequivocabilmente da campo; generalmente questa tipologia di maglie è poco considerata, viceversa io la ritengo un pezzo raro e di grande valore.

La seconda coppia di maglie non è da meno: modello rossoblu e da portiere, riproduzione della maglia del 1937 e utilizzata nella partita di vecchie glorie Bologna Chelsea, rievocazione della finale del Torneo dell’ Esposizione di Parigi che ha visto il Bologna trionfare.

Anche queste due, come la precedente, sono state appositamente prodotte da una sartoria sportiva, ne esistono solo 14 esemplari, e di quella grigia da portiere addirittura 1!

Ora, penso che anche un profano, poco pratico del nostro settore, si renda conto che si tratta di esemplari unici, quindi rarità vere e proprie, cimeli di tutto rispetto e non di maglie qualsiasi… come si possono etichettarle dicendo che non sono grandi maglie ?

Fierissimo di averle nella mia collezione, poco ma sicuro; come detto in altre occasioni, non basta accumulare maglie su maglie per farlo essere qualcosa di più di un semplice passatempo: per certe cose bisogna essere portati.

Passiamo ora a due maglie utilizzate in Serie A, ma non in una gara qualunque: la partita del centenario, Bologna Genoa del 4 ottobre 2009

E’ universalmente considerata una delle maglie centenario più riuscite in assoluto, e sarebbe stata ancora più bella se la federazione avesse acconsentito a farci giocare senza nomi sulla maglia (il regolamento non lo permetteva, stranamente però la Juventus ha potuto farlo con la maglia celebrativa dei 120 anni…).

Quella da portiere, oltre ad essere splendida ed elegantissima, dovrebbe essere stata prodotta più o meno in 6 esemplari, in quanto ne sono state preparate 2 a testa per il primo, secondo e terzo portiere, mentre per il quarto portiere, aggregato dalla primavera, non è stata fatta.

Naturalmente la versione da campo presenta alcune sostanziali differenza rispetto a quella venduta in negozio all’interno di un cofanetto celebrativo.

Tra l’altro alla rossoblu, a quando e a come sono riuscito ad averla, sono legati ricordi di una serata e di un periodo che rammento davvero con piacere… ma questa è un’altra storia, che forse racconterò un’altra volta.

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Facciamo un balzo in avanti di qualche anno, dopo il campionato in cui si sono festeggiati i 50 anni dall’ultimo scudetto, il Bologna inaspettatamente precipita in B. E’ un periodo societario molto buio, anche perché si cerca di fare tutto con la massima economia, e questo si riflette anche sulle maglie. La stagione parte malissimo il 17 agosto 2014, perdiamo in casa contro L’aquila in Coppa Italia e veniamo subito eliminati. Giochiamo con maglie ancora senza sponsor, ed il portiere Coppola taglia le maniche lunghe. Per non sprecare una maglia, nell’altrettanto disastroso esordio in campionato a Perugia, viene tolta la toppa di Tim Cup e viene applicato lo sponsor.

Non è finita qui, perché lo sponsor quadrato “+energia” nelle partite successive diventa rettangolare, ed inoltre, osservando bene le lettere che formano il nome del giocatore, notiamo che sono tutte separate (non fanno parte di un unico kit)  ed infine alcune lettere sono ricavate modificandone altre (ad esempio la L era una E riadattata). 

Una maglia specialissima, e non solo perché è stata indossata due volte!

La gialla invece presenta sotto lo stemma un ricamo, Bologna Pro Vercelli : la storia scende in campo, che entrambe le società hanno deciso di mettere in onore di una partita storica che non veniva giocata da tantissimi anni, ricordando che c’erano ben 14 scudetti in campo!  

Nella maglia della Pro Vercelli la scritta era ricamata, nelle nostre era solo termoapplicata, peccato perché sarebbe stata tutta un’altra cosa, oltretutto, come nella rara maglia della foto, è facile che si stacchi qualche frammento, ma come già detto, quell’anno si andava al risparmio su tutto.

Questa bellissima maglia verde è in realtà un modello 2012-13.

Nel novembre 2015, prima di Torino Bologna, nascono delle problematiche legate alle nostre divise da portiere, che a parere degli arbitri non si distinguono abbastanza dalle casacche dei padroni di casa.

Viene approntata una soluzione di altri tempi, quando tra gli anni 70 e gli anni 80 queste cose succedevano, non dico con regolarità, ma sicuramente con più frequenza di adesso: viene procurata la maglia in foto ed approntata dai magazzinieri con sponsor, numero e personalizzazione, ma c’è ancora un particolare da sistemare: lo stemma del Bologna in plastica termoapplicato, che non viene gradito, ed allora la maglia viene ulteriormente modificata cucendone uno “tradizionale”.

Episodi del genere sono la gioia dei collezionisti più esigenti, anche se poi diventa difficile procurarsi il cimelio… ma è il suo bello!

La penultima maglia di questa rassegna ha davvero un’aspetto insolito: non è esattamente una maglia del Bologna, ma è quella utilizzata da una delle due formazioni scese in campo il 29 maggio 2000 per l’addio al calcio di Giancarlo Marocchi.

La maglia dell’altra formazione era identica ma bianca, presentano entrambe il ricamo con la data della partita e sia nella fascia trasversale che nel colletto abbiamo i colori che richiamano le uniche due squadre dove ha militato nella sua carriera professionistica, Bologna e Juventus.

E chiudiamo con una vera opera d’arte, una maglia che porta addosso i segni di una vita avventurosa, che più vissuta di così non si può.

All’inizio era una 1973-74 in cotone leggero, la famosa maglia con il triangolino dello sponsor tecnico Cam Sport nascosto in basso, usata anche nel 75-76.

Il numero ci indica che con tutta probabilità era appartenuta al mitico Tazio Roversi, bandiera rossoblu.

Nel 1978-79 è stata riutilizzata nella famosa trasferta di Roma, giocata con le vecchie maglie per il ben noto problema dello sponsor tecnico Admiral non conforme al regolamento (ne abbiamo parlato ampiamente in Storie di Maglie – I primi sponsor)

Nel 79-80 è stata nuovamente utilizzata in campionato, questo lo sappiamo perché gli è stato ricamato il simbolo della Tepa Sport, che possiamo vedere all’interno, rivoltando la maglia.

La maglia è arrivata poi alla Scuola Calcio Bologna, il simbolo Tepa è stato coperto da due grosse toppe della Farnesina Sport.

Dopo tutti questi riutilizzi, anche il tessuto migliore del mondo avrebbe avuto qualche cedimento e difatti la maglia cominciava a mostrare l’usura del tempo : numero in scai semi-distrutto, fascia rossoblu idem, vari buchi.

Ma qualcuno ha deciso che non era ancora il momento di mandarla in pensione ed ha effettuato un accurato restauro: le parti mancanti del numero sono state ricostruite (con un altro materiale), la banda rossoblu è stata asportata ed al suo posto ne è stata cucita una nuova, ricavata da una vecchia maglia casalinga, ed infine è stato cucito un toppone sul petto con la scritta Scuola Calcio Bologna FC, ed è stata nuovamente usata per chissà quanti anni, prima di ritirarsi dalle scene.

Questa maglia, seppur alterata e devastata dal tempo e dagli interventi subiti, ha acquisito con gli anni un fascino incredibile, diventando un pezzo assolutamente unico, degno di un museo; per cui, quale esemplare migliore per chiudere in bellezza questo articolo?

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