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Repubblica – Intervista all’ex rossoblù Pietro Mariani

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Fonte immagine: www.calciomercato.it

Nell’intervista in uscita oggi su Repubblica Bologna a firma di Simone Monari, possiamo leggere l’intervista al doppio ex di Bologna e Torino Pietro Mariani, che come suo solito non ha peli sulla lingua né timore a dire quello che pensa sulla situazione dei rossoblù e non solo.

Partendo dalla partita di oggi, Mariani sottolinea come il Torino senza dubbio stia dimostrando di avere problemi, che però a suo avviso, aveva dimostrato di avere già nelle amichevoli pre-campionato, ma che nella gara odierna, chi rischia di più è il Bologna, in quando i granata non possono fare peggio di come stanno andando ora, e Giampaolo in realtà ha più scelte e qualità di quante ne abbia Sinisa.

E Mariani bacchetta anche Mihajlovic, a suo parere reo di aver troppo personalizzato le critiche che solitamente devono andare al gruppo, o al massimo ad uno specifico reparto, e mai ad un giocatore. Questo potrebbe portare a incrinare equilibri di spogliatoio fondamentali per il proseguo di un campionato. Un allenatore non può voltare le spalle ai giocatori, o rischia di perdeli.

L’ex rossoblù ne ha anche per Saputo, sottolineando come attualmente il potenziale societario del Torino sia superiore a quello del Bologna, perché Chairman e Dirigenti non sembrano avere una linea chiara sul progetto e la crescita è in realtà impercettibile. Per Mariani Mihajlovic ha poche alternative, ad esempio non può cambiare modulo. Secondo Mariani al Bologna manca un po’ di qualità in panchina, dove è fondamentale avere subentranti validi per poter crescere.

La sferzata finale è sul modo di difendere e sui difensori del nostro tempo. Sollecitato da Monari sul fatto che il Toro sia una delle formazioni che prende più reti nonostante Giampaolo sia noto per curare molto la fase difensiva, Mariani chiarisce che attualmente il grande problema sono proprio i difensori: «Ci sono i difensori, ma nessuno sa più marcare». E a sostegno della propria tesi sottolinea come alcuni attuali difensori che militano in grandi squadre, non avrebbero mai potuto giocare nella Serie A del passato.

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