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L’Atalanta scappa, il Bologna la riprende: al Dall’Ara è 2-2

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Niente otto o nove gol ironicamente paventati da Mihajlovic alla vigilia di questo Bologna-Atalanta, che chiude il 2020 delle due squadre. Un 2-2 invece che vale oro per i rossoblu, anche se gli uomini di Gasperini buttano via una gara ampiamente vinta e che con un poco di precisione e di cinismo in più avrebbero potuto fare loro.

Nelle prime battute il Bologna non tracima, l’equilibrio regna e i rossoblu paiono potersela giocare. Tutto il contrario di quanto accaduto qui al Dall’Ara contro la Roma, due giornate fa, dove dopo un quarto d’ora erano già tre le reti sul groppone. Ma lo scoccare del quindicesimo, dopo che sino a quel momento Da Costa si era prodotto in una uscita a respingere un tiro arcuato di  è comunque fatale ai rossoblu: Schouten mette una gamba di troppo su Ilicic, sbarrandogli la strada. L’impressione è che l’atalantino non andasse chissà dove, nonostante la posizione di pericolo, anche perché, oltre all’olandese, erano già in due a chiuderlo. E invece la frittata è fatta: Chiffi non ha esitazioni (e sinceramente noi con lui) e assegna il penalty che Muriel trasforma per il vantaggio ospite. L’Atalanta spinge soprattutto a destra, con Hateboer e Ilicic che viaggiano in tandem, ma è dal settore opposto che arriva il 2-0 dopo un solo minuto dal rigore di Muriel. E’ ancora il colombiano a incunearsi nella difesa bolognese, dopo un traversone respinto da sinistra, e a fulminare Da Costa nell’angolino per il 2-0. 

Superata la mezz’ora, esce Toloi, infortunato, per far spazio a Palomino nei nerazzurri, e nel frattempo il Bologna non ha ancora prodotto serie occasioni da rete. Barrow pare spaesato ma anche incapace di dialogare con scaltrezza coi compagni, Palacio fa ciò che può. L’Atalanta col passare dei minuti rimette nella propria metà campo il Bologna, e solo per qualche imprecisione nell’ultimo tocco non aumenta ancor più il divario. Su una di queste penetrazioni, è Dijmsiti a centrare basso con il pallone che attraversa tutta l’area e arriva sui piedi di Gosens che calcia alto sul finire della prima frazione, in cui i nerazzurri hanno capitalizzato al meglio le poche occasioni generali che la partita ha regalato: il Bologna chiude il primo tempo con un solo tiro nello specchio. 

La ripresa inizia senza Ilicic, rilevato da Miranchuk, e con l’Atalanta stabilmente nella metà campo altrui. Il prolungato possesso palla degli uomini di Gagliardini non porta però a nuove chances, e la prima parte del secondo tempo si segnala solo per il secondo giallo del match sventolato a Djimsiti. Toh, superata l’ora di gioco c’è anche il Bologna: regalo della retroguardia atalantina a Palacio, che fugge e serve Barrow al limite dell’area, ma il numero 99 calcia alto. E’ in pratica l’ultimo pallone toccato dall’attaccante, che esce per far posto a Orsolini, confermando l’intenzione di Mihajlovic di utilizzarlo almeno per mezz’ora. Fuori anche l’impalpabile islandese Baldursson rilevato da Svanberg. E’ proprio quest’ultimo a creare l’unica occasione degna di nota per il Bologna in questa ripresa, con un tiro a giro respinto da Gollini. Ma l’intraprendenza dei rossoblu è premiata alla mezz’ora: su un suggerimento in profondità proprio di Orsolini, è Tomyasu a superare l’estremo difensore nerazzurro con un pallonetto che si insacca per l’1-2. Dentro poi Dominguez per Schouten e Paz per Dijks, e Bologna non più olandese. Nel frattempo, Mihajlovic protesta con un calcio alla bottiglietta perché Chiffi non fischia un fallo a danno dei suoi a metà campo e si becca il giallo. Ma in questa fase finale è tutt’altro Bologna: Vignato batte un corner ed è proprio il neo entrato Paz a insaccare di testa. Orsolini e Paz: proprio due dei neo entrati cambiano le sorti dell’incontro regalando ai rossoblu il meritato 2-2. 

A questo punto il copione degli ultimi dieci minuti, recupero compreso, è prevedibile: Atalanta che riprende il forcing e Bologna arroccato in difesa del pareggio. E invece i padroni di casa mettono sovente la testa fuori dal guscio, reclamano per qualche azzoppata di troppo degli ospiti, e cercano di togliere loro iniziativa. I tre minuti di recupero paiono un’eternità, ma non succede più nulla: quando Chiffi manda tutti negli spogliatoi, al Dall’Ara partono le note de “L’anno che verrà”. Un anno che speriamo decisamente migliore di quello appena trascorso. E che Mihajlovic ha chiuso almeno con una punta di soddisfazione. 

 

 

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