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Il bis di successi non arriva. La Virtus esce sconfitta dal PalaDesio – 10 Dic

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La Virtus cede nel finale. Vince Cantù per 94-87 (parziali: 25-22; 50-38; 71-63).

 

RED OCTOBER CANTU’: Smith 13, Culppper 28, Pappalardo n.e., Cournooh 2, Parrillo 2, Tassone n.e., Crosariol 4, Maspero n.e., Raucci n.e., Chappell 15, Burns 17, Thomas 13. All. Sodino.

SEGAFREDO BO: A. Gentile 21, Umeh 11, Pajola n.e., Baldi Rossi 10, Ndoja 7, Lafayette 11, Aradori 13, S. Gentile 5, Lawson 7, Slaughter 2. All. Ramagli

 

Ancora una sconfitta per la Segafredo che non riesce a dare seguito al vittorioso finale thrilling di settimana scorsa. Commemorata la scomparsa di PieFrancesco Betti, ex Ds di Cantù, il match comincia proprio nel segno dei padroni di casa. Il duo Culpepper-Chappell punisce con facilità disarmante gli ospiti che solo con un paio di jumper dalla media di A. Gentile trovano la forza di controbattere. Il copione non muta e prima Burns, poi nuovamente Culpepper con una poderosa schiacciata costringono coach Ramagli a rifugiarsi nel timeout. Lafayeffe prova a scuotere i suoi con cinque punti in fila, nonostante i canturini rimangano al comando delle operazioni. La Virtus gira bene palla e con i primi punti di Baldi Rossi, a bersaglio con due triple consecutive, si porta ad una sola lunghezza di distanza, per poi sorpassare con il bel canestro di Aradori. Smith annulla il vantaggio bianconero segnando da sotto prima che il gioco venga interrotto per sedare gli animi incandescenti da ambo le parti, a causa di qualche contatto di troppo. Al 10’ Vu nere costrette ad inseguire sul 25-22. Dopo alcuni passaggi a vuoto di ambo le compagini, l’equilibrio sembra farla da padrone. La difesa bianconera continua a vivere momenti di pausa preoccupanti che la Red October sfrutta cinicamente, ricacciando indietro gli avversari che avevano trovato il guizzo giusto con la bomba di capitan Ndoja. Coach Sodini gioca la carta della zona inceppando le scorribande della Segafredo che, ancora una volta, mostra le proprie difficoltà nell’attaccarla. Il dominio di Culpepper continua inesorabile mentre Chappel troppo spesso viene dimenticato dalla distratta retroguardia ospite, costantemente punita dall’esterno a stelle e strisce. Alla pausa lunga i padroni di casa controllano con 12 lunghezze di margine (50-38) sulla Segafredo.

 

Al rientro in campo gli ospiti mostrano una ritrovata verve difensiva che si tramuta in due recuperi in fila, finalizzati dal contropiede di Lafayette. Baldi Rossi non trova un gioco da tre punti sbagliando il libero, prima della bomba di A. Gentile che costringe coach Sodini al timeout. La gara sale di livello ed intensità e lo spettacolo ne beneficia. All’invenzione di Culpepper su difesa di A. Gentile risponde Lawson allo scadere dei 24”, ma la terna, ingiustamente, non convalida il canestro per la disperazione di staff e tifosi bianconeri. Le compagini continuano a scambiarsi colpi a ripetizione ma le distanze rimangono invariate. Lawson prova a rifarsi cercando, e trovando, con insistenza il fondo della retina a cui aggiunge una bella stoppata. Di S. Gentile i liberi che, al 30’, portano gli ospiti sotto la doppia cifra di svantaggio (71-63). Cantù riprende da dove aveva lasciato, sfruttando tutti gli errori di una Virtus decisamente opaca. Troppo confusionari gli attacchi ospiti che portano solo ad un nulla di fatto, mentre sulla sponda opposta continua la serata di grazia di Culpepper, letteralmente immarcabile. Nonostante le difficoltà la Ramagli band crede nella rimonta grazie al proprio tandem azzurro A. Gentile-Aradori, sulle iniziative dei quali ritorna a -8. L’errore ai liberi di Thomas viene cinicamente punito ancora da A. Gentile che riporta i suoi a sole 5 lunghezze di svantaggio (85-80) quando mancano ancora 3’ da giocare. Burns taglia in due la retroguardia bianconera con troppa facilità, Lafayette risponde con un semplice appoggio prima che Slaughter e A.Gentile, sbaglino in sequenza due canestri apparentemente già fatti. I fischi del PalaDesio accompagnano all’uscita la Segafredo che, negli ultimi istanti di gara, non ha più le forze per reagire. Cantù vince meritatamente per 94-87.

 

 

Gli errori cominciano a pesare nell’universo bianconero, soprattutto quando sono sempre gli stessi ad essere ripetuti. La rosa incompleta (e non è una novità) a cui si aggiunge una fase difensiva che non è stata quella che il pubblico delle Vu nere è abituato a vedere, non possono essere scuse dietro cui nascondersi. Urge un cambiamento, o più di uno. Nel sistema di gioco, nel coinvolgere maggiormente l’intera rosa in ambo le fasi ma in particolare nella testa di tutti i singoli. Si può ancora fare, ma è obbligatorio crederci. 

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