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L’editoriale del lunedì: Virtus, un passo alla volta, con ritrovata determinazione

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photo Virtus/Giulia Pesino


Sono bastate due partite perché cambiasse quasi del tutto l’atmosfera attorno alla Virtus Segafredo: lo scorso week end squadra sbagliata e velleitaria, per tanti, da ieri nuovamente corazzata all’inseguimento di tanti trofei. È evidente che è nello status del tifoso questo andamento altalenante dell’umore, però ci chiediamo per quale motivo si debba per forza accelerare i tempi delle valutazioni e non avere invece la pazienza di registrare progressi e arretramenti della squadra nell’ottica di risultati futuri, che la storia anche recente ha dimostrato di non essere necessariamente legati alle vittorie e le sconfitte di questa prima fase. Quello che si constata, ora come ora, in casa bianconera è che il gioco sta progredendo a vista d’occhio: sia con Monaco che con Varese la Segafredo ha divertito, con la sua predisposizione a coinvolgere un po’ tutti in fase d’attacco, tanto da trovare spesso protagonisti differenti di partita in partita (fa eccezione ovviamente Santeodosic, ma è beato anche per questo). Sta migliorando la difesa, che risentiva soprattutto della precaria condizione fisica di diversi giocatori: non che tutto sia attualmente a posto, ma anche questo non si può concretizzare dall’oggi al domani. Il dio Milos è tornato a giocare per gli altri, smazzando i suoi magnifici assist, forse perché li sta ritrovando più in palla e affidabili di prima; Hunter guadagna un  etto alla volta ma la sua efficacia è ormai incontrovertibile, vedremo quando potrà permettersi minutaggi maggiori; Pajola è tornato con più determinazione di prima, ed ora non è poi così raro che si prenda anche responsabilità offensive; Adams sta finalmente convincendo quasi tutti e così via l’intero roster assomiglia sempre di più al progetto costruito idealmente in casa Virtus la scorsa estate.

Però, visto che non si può mai stare tranquilli, adesso incombe la spada di Damocle della chiusura dei palasport. Che la Virtus sia da sempre contraria a giocare senza pubblico si sa dal giugno scorso, non ha senso oggi fare dietrologie insensate. L’AD Baraldi peraltro pare chiederebbe una sospensione, nulla di più, in attesa di poter riportare i tifosi in tribuna, anche perché la probabilità che una buona parte delle società fallisca senza sbigliettamento è ipotesi mica tanto remota. Si avrà solo da passare la nottata? Speriamo di sì, mentre dietro l’angolo c’è una trasferta ad Anversa più insidiosa di quanto potrebbe sembrare. Abbiamo già visto fin troppo partite abbordabili trasformarsi in calvari, per cui vietato ogni rilassamento. In Europa è fondamentale non buttare via alcunché.

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