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Anche il campionato alla Piscina dello Stadio

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Foto Virtuspedia


Avevamo già parlato delle amichevoli disputate dalla Virtus allo Stadio: in particolare il derby contro la Fortitudo giocato al Littoriale il 16 maggio alle 9 del mattino; poco più di un anno dopo, il 28 maggio 1938, le V nere, trascinate dai 15 punti di Galeazzo Dondi Dall’Orologio, avevano battuto una Selezione di Alsazia e Lorena per 55 a 44, sul campo ricavato nella piscina dello Stadio; nel dopoguerra, “sfrattate” dalla Santa Lucia, le V nere, in attesa che i propri dirigenti venissero assolti dall’accusa di connivenze con il fascismo, prepararono il rientro in campionato, al posto della squadra mista Virtus-Fortitudo, che sotto il nome di Fortitudo Sisma aveva affrontato le prime fasi del torneo, nuovamente allo Stadio, sul campo ricavato sopra la piscina dello Stadio, divenuto Comunale. Così nell’impianto solitamente adibito a nuoto, tuffi e pallanuoto, il 10 marzo 1946 si giocò la Coppa Franco Mariani e Tonino Rosini, in ricordo dei due ex cestisti delle V nere, morti da partigiani sulle colline di Monte San Pietro. Lo vinse la Virtus battendo in semifinale l’Asip  65 a 37 e in finale la Timo 53 a 37½. questa la classifica finale: 1) Virtus Bologna; 2) TIMO Bologna 3) Gira Bologna; 4) Asip Bologna; 5) Matteotti; 6) Sempre Avanti Bologna. Sempre in amichevole, sullo stesso campo la Virtus, perse una settimana dopo, contro il CS Lombardo Milano sezione Triestina 23 a 17. In una sfida petroniana – giuliana a pochi metri di distanza il Bologna aveva battuto poco prima la Triestina 1-0, gol di Totti. Nello stesso luogo il 31 marzo la Virtus incontrò l’eterna rivale Reyer, battendola 31-30 con un canestro decisivo di Marinelli. Gare amichevoli che furono di buon auspicio perché, una volta ripreso il proprio posto in campionato, la Virtus si aggiudicò il titolo. Su quel campo della piscina i bianconeri tornarono però a giocare in qualche occasione in campionato, anche quando la loro casa era diventata la Sala Borsa. Il 14 dicembre 1947 si gioca la sesta giornata di quello che è il secondo campionato che le V nere giocano in Via Ugo Bassi, ma in quella domenica i bolognesi si devono recare verso lo stadio per assistere all’incontro dei propri beniamini, in una giornata in cui il campionato di calcio è fermo per l’impegno della nazionale a Bari contro la Cecoslovacchia. Partita mai in discussione, anche se la squadra di casa si è rivelata un po’ imprecisa al tiro e un po’ troppo veemente nel portarsi all’attacco, esponendo il fianco a numerosi contropiedi pavesi. Va sempre, infatti, ricordato che la pallacanestro di allora era, influenzata dal calcio, strutturata in attacco e difesa anche come suddivisione dei giocatori: c’erano quelli che erano portati prevalentemente ad attaccare il canestro avversario e chi, invece, aveva come compito primario di evitare di subire punti. Terminato il primo tempo sul 15 a 7, la Virtus vinse senza patemi per 41 a 29. I migliori tra i bianconeri risultarono Bersani, Ferriani e Rapini, quest’ultimo mattatore del tabellino con 17 punti. Le V nere conclusero quel campionato conquistando il terzo scudetto consecutivo. Il 10 aprile del 1949, la Virtus fece poker aggiudicandosi matematicamente il campionato successivo ancora contro Pavia, in Sala Borsa. Sette giorni dopo la penultima giornata si giocò alla piscina dello stadio. Poco dopo il termine di Bologna – Inter di calcio, conclusasi con la vittoria degli ospiti per 3 a 1, la Virtus affrontò la Gallaratese. Numeroso il pubblico presente e partenza sparata dei bolognesi che si portarono sul 17 a 5, ma gli ospiti reagirono immediatamente e alla fine del primo tempo solo quattro punti a dividere le due squadre, 19 a 15.  Inizio del secondo tempo favorevole alle V nere, 23 a 16, ma poi ritorno della Gallaratese fino al meno due, 24 a 22 subito dopo la metà tempo. Quando il pubblico cominciava a temere una delusione, i campioni d’Italia sprintarono e, con un parziale di 11 a 3 chiusero la gara 35 a 25. Migliore realizzatore bolognese Ranuzzi con 10 punti. Poco più di un anno dopo, il 7 maggio del 1950, nuovo appuntamento alla piscina. Dopo un insipido 0-0 tra Bologna e Padova sul prato verde del Comunale, si disputa l’ultima giornata di campionato di pallacanestro, anche se la Virtus dovrà ripetere sette giorni dopo l’incontro di Varese, che nella prima effettuazione il 23 aprile, era terminato 32 pari, ma inficiato da un errore tecnico. Delusa per quel pareggio che precludeva la possibilità di confermarsi campione, la Virtus perse il 30 aprile a Gallarate, un incontro che, se vinto, avrebbe aperto nuove speranze dopo la decisione di far ripetere la partita di Varese, che poi la Virtus avrebbe vinto concludendo il campionato in seconda posizione a quota 40, gli stessi punti di Varese e due in meno della Milano campione. Chiaramente grande rammarico per la sconfitta a Gallarate. Tornando all’ultima giornata, la Virtus ospitò la Polizia Civile Trieste. Brutto inizio dei bolognesi che andarono sotto 6 a 14, ma con un parziale di 17 a 3, chiusero il primo tempo avanti 23 a 17. Raggiunto il più nove sul 28 a 19, le V nere videro il vantaggio lentamente diminuire fino al 33 a 30. I bolognesi furono bravi a domare la reazione ospite e vinsero 35 a 32, mettendo in mostra soprattutto Ranuzzi, 12 punti, e Carlo Negroni, 11.

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