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Fucka in esclusiva a ‘1000 Cuori’: “Serve il coraggio di lanciare i giovani”

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Gregor, che dici? Playoff possibili per la Fortitudo? O esageriamo?

“Io credo che sia possibile, perché sono tutti in pochi punti, se la Fortitudo gioca bene due o tre partite è possibile. Ma dall’altra parte bisogna anche stare attenti dietro, ci sono tante squadre che hanno gli stessi punti però giocando bene si può arrivare ai playoff”

Ti aspettavi il fallimento dell’operazione Sacchetti?

“Noi allenatori, e mi ci metto anche io, siamo sempre in bilico, al di là della qualità del tecnico e dell’esperienza che ha. Siamo sempre in discussione, perché tutto dipende dai risultati. Sono cambiati tanti giocatori, sia con Sacchetti che anche dopo. Si cerca di fare le scelte giuste, a volte si sbaglia, ma fa parte del gioco. E’ difficile avere la palla di vetro per capire se la squadra andrà bene o meno. Può capitare a qualsiasi coach”

Domanda da un milione di dollari: il basket italiano, anche per il virus, è in difficoltà da tempo. Tanti giocatori “anziani” come Belinelli, Scola e Datome, fanno ancora la differenza. Quale può essere la ricetta per tirare su la pallacanestro italiana?

“La ricetta, come ho sempre ribadito, è credere e investire nelle giovanili e nei loro allenatori. Ci sono bravissimi allenatori in Italia, sia delle giovanili che delle prime squadre, e avere coraggio. Lanciare i giovani con un disegno e un percorso. I talenti ci sono, ma per esempio anche i giocatori alti magari scelgono la pallavolo. Bisogna essere bravi a dare fiducia a questi ragazzi, la fiducia è fondamentale. Devono capire che possono arrivare migliorando, sempre. E questo è il compito di noi allenatori. E’ chiaro che non è facile inserire in prima squadra giocatori giovani, perché questo può rappresentare un rischio. Io cito Tanjevic, che è quello che ha dato fiducia a me e ha lanciato tanti giocatori. Ma una volta c’era più coraggio. E i giocatori erano anche più pronti. Tenendo presente comunque che oggi nella pallacanestro ci sono difficoltà. Ma lo stesso Tanjevic o anche Recalcati, continuano giustamente a ribadire che bisogna tornare a credere nelle giovanili, l’unica strada è questa”. 

Che consigli dai ai ragazzi che alleni? Ti capita di raccontare loro qualche episodio della tua carriera per aiutarli?

“No, io sinceramente della mia carriera con loro non parlo. Prendo spunti dal mio essere stato giocatore, dalla mia esperienza, ma con loro non parlo di altro. Bisogna tenere le cose ben separate, ora sono un allenatore. La cosa importante è il divertimento: deve venire da dentro i ragazzi stessi. E migliorarsi col lavoro. La cosa importante per tutti quanti è arrivare al punto più alto possibile, è logico che non tutti arrivano in Serie A, ma magari alcuni hanno talento per giocare in seconda o terza serie. Devono sognare il più in alto possibile”

A proposito di allenatori, ho tre nomi sul taccuino. Messina, Tanjevic e Recalcati, che hai già citato. Ettore sta facendo bene anche in Eurolega con Milano. Era così duro anche con voi?

“Con Messina abbiamo fatto grandi cose. Un allenatore duro, certo, ma a quei livelli non ci puoi arrivare se non sei così duro. Ha fatto un grande percorso, tanta strada, NBA compresa. Ha avuto il coraggio di andare a imparare anche lì e per lui è importante. Le prime soddisfazioni con la nazionale le abbiamo avute con lui, come l’argento in Spagna nel 1997. Poi con Tanjevic siamo anche cresciuti di più tutti quanti. Ettore è un grande allenatore, lo rispetto molto”

E Boscia?

“A Trieste mi mise subito nei primi 5 alla prima partita, e avevo 18 anni. Ecco, vedi quanto è importante lanciare i giovani? Avere fiducia è fondamentale, ovvio che lo devi ripagare sul campo poi. Lui ha avuto un credo fortissimo per i giovani e i ragazzi, è stato straordinario. Ha avuto una generazione di giocatori straordinaria, molti hanno fatto tanta strada. Lo prendo davvero come esempio”

Galanda pochi giorni fa ci diceva che Recalcati capiva benissimo i giocatori e instaurava un rapporto particolare con i giocatori

“Un rapporto fantastico con i giocatori, si arrabbiava poche volte e a noi trasmetteva tranquillità. Lo scudetto della Fortitutdo del 2000 è stato frutto di questo. Dopo la prima partita persa in casa ci trasmise grande tranquillità. Lo ricordo con grande piacere e ci sentiamo ancora oggi molto spesso”.

Fucka e la NBA: com’è andata?

“Avevo una proposta dai Clippers, di quattro anni. Ma ho scelto di restare a Bologna. Poi ho avuto altri contatti con gli Indiana Pacers ma anche lì non sono andato”

Scudetto a Milano e scudetto a Bologna… cosa scegliamo?

“Lo scudetto a Milano è stato il primo, è stato certamente molto sentito, ma è uno dei tanti titoli di Milano. Quello a Bologna ha avuto un sapore speciale, è stato il primo titolo della Fortitudo. Un po’ come quando abbiamo vinto la prima Eurolega a Barcellona nel 2003”

Virtus-Fortitudo, che cosa è stato per te? E il rapporto con la città?

“E’ stato bellissimo vivere quegli anni. Hanno sempre fatto meglio loro, meritatamente, ma penso che ci siano state pochissime differenze tra noi. Come Fortitudo avremmo potuto vincere di più, ma io posso solo dire che quando uno vince, vince, e bisogna riconoscerlo. Io ora vivo ancora a Bologna e mi è rimasta certamente nel cuore”

 

@ foto Never Ending Season

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