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ESCLUSIVA – Intervista a Giacomo Galanda: rilancio della pallacanestro italiana, arbitri e Fortitudo

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Giacomo Galanda, consigliere federale FIP responsabile del settore scuola ha parlato in esclusiva alla redazione di 1000cuori – Basket City. Dal rilancio del basket italiano, maschile e femminile, e le polemiche sulla classe arbitrale, fino ai progetti con le suole e la stagione della Fortitudo, queste le parole dell’ex azzurro e biancoblu:

Partendo dalle parole promuovere, tutelare ed elevare la pallacanestro italiana utilizzate per lanciare recentemente il nuovo logo Fip, è un periodo di rilancio per il Basket italiano? 

“Credo, come ho detto più volte, che il nostro movimento sia in rilancio già da un po’ di tempo, pre-pandemia c’erano state delle buonissime avvisaglie. Stavamo tornando a difenderci in Europa, giocando a livelli competitivi. Anche la nostra nazionale alle Olimpiadi ha ben figurato come in altre competizioni ufficiali. In Italia sono arrivati grandi giocatori, uno su tutti Teodosic e va dato grande merito alla Virtus e a Sasha Djordjevic, ma anche riportare lo stesso Djordjevic in Italia è stato un colpo. Il fatto che si torni a parlare di grandi nomi e di grande pallacanestro sono segnali molto positivi.

Poi, purtroppo, sembra una banalità ma va detta, abbiamo subito due anni di stop proprio mentre, usando un termine sportivo, caricavamo il salto senza  riuscire ad esprimerlo fino in fondo e prima di rifarlo bisogna ricaricare le forze. Quindi abbiamo un po’ subito l’effetto di una bomba inesplosa. Ricordo, in un momento anche sensibile perché poi da lì vennero fuori diversi casi di contagio, le Final Eight di Pesaro del 2020 come un evento bellissimo, uno dei grandi eventi legati alla Lega Pallacanestro. Poi oggi possiamo fare delle valutazioni europee con l’Eurocup vinta dalla Virtus, la finale di Europe Cup raggiunta da Reggio Emilia, Milano che è arrivata terza in Eurolega l’anno scorso e quest’anno comunque era una delle squadre da battere.

 Stiamo assistendo ad un rilancio della nostra pallacanestro e di questo sono veramente contento. Va detto, però, che non abbiamo ancora la forza oggettiva per farlo. Sicuramente abbiamo un vertice che sta eccellendo nei risultati, una società come Tortona che ha investito tanto, una piazza come Napoli che torna in Serie A e situazioni di una pallacanestro viva ai massimi livelli.

 D’altro canto vedo un movimento di base che ha bisogno di un orientamento migliore. Vedo una LNP che ha sicuramente un buon gruppo ma, come è nell’intento della nuova riforma, deve migliorare il prodotto di basket giocato ed il grado di coinvolgimento. Non abbiamo visto i palazzetti tornare a riempirsi immediatamente: qualcuno preferisce seguire da casa, qualche altro appassionato si è distaccato. L’eccellenza viene seguita, la base ha bisogno di nuova linfa per andare avanti. Allora sicuramente bisognerà fare un’operazione di selezione per capire quali sono le forze in campo e serviranno investimenti continui su quelli che sono i motori di queste forze, ovvero i settori giovanili. Se non creiamo la base potremo avere appassionati di pallacanestro ma un sistema a macchia di leopardo che rischia di rimanere scollegato perdendo la propria forza. Questa è la mia visione, se non riusciamo a dare solidità anche alla base dando un senso compiuto a quello che si fa avremo difficoltà.

 Il vertice non mi spaventa, stiamo tornando grandi, lo dico col sorriso sulle labbra, la Virtus sta lavorando benissimo, l’arrivo di Teodosic ha rivoluzionato il campionato italiano. E’ necessario, appunto, concentrarsi sulla base. 

Anche la pallacanestro femminile vive un momento di crescita, come può continuare a lanciarsi?

Quello che manca nel basket femminile sono i grandi investimenti, ci sono squadre di Eurolega con budget uguali alla nostra serie A maschile. E’ un po’ difficile andarsi a confrontare con squadre come il Fenerbache. Credo che il basket femminile abbia un grande valore, quello di essere un movimento compatto con tanta passione. Mancano sicuramente i fondi ma è un movimento reale che si basa su persone appassionate. Anche qui non si può vivere di sola immagine ma l’immagine è fondamentale. Bisogna far uscire un movimento che c’è. Per tanti anni la pallacanestro femminile non ha avuto il credito di pallacanestro spettacolare ma come nella maschile ci sono partite belle e partite meno belle. E’ una pallacanestro che gioca sulla velocità e sulla condivisione. Molto spesso chi vince non vince grazie alla superiorità fisica ma al gioco di squadra, si vede una pallacanestro più ragionata. Ha una sua credibilità, poi si tratta di un prodotto che ha bisogno di una crescita che non avviene dall’oggi al domani ma va promosso perché si tratta di un movimento reale che va valorizzato. Questa è la sfida. Credo che l’abbinamento di squadre maschili e femminili (come Reyer e Virtus) faccia certamente bene perché attirano l’attenzione, può essere certamente una chiave di lettura per il rilancio del movimento.

Alla luce delle dichiarazioni di coach come Ettore Messina e Sergio Scariolo, esiste un problema arbitri in Italia?

Non posso dire che le parole di Ettore o di Sergio siano sbagliate, forse lo è la chiave in cui le hanno poste.  Sicuramente era una critica costruttiva ma le avrei preferite in fase propositiva. Facciamo qualcosa assieme perché il problema c’è, non sono i primi che si esprimono in questo senso per cui ci può stare. Non voglio, però, puntare il dito, alla fine nello sport si commentano tanti errori che possono commettere giocatori, allenatori, dirigenti e anche arbitri. Bisogna cercare di commetterne il meno possibile, di limitarli perché comunque gli errori rimarranno. 

Ci sono alcuni aspetti sui quali ragionare. Uno: semplificare, più si aggiungono dettagli più errori avremo, sarà sempre più difficile poter arbitrare e fare la scelta giusta. Due: creiamo occasioni in cui giocatori e tecnici possano confrontarsi con gli arbitri perché da un lato gli arbitri ragionano in un modo, dall’altro gli allenatori allenano giocatori a fare dei gesti tecnici ripetuti nel tempo. Se queste due parti non dialogano non si può pretendere che ciò che hai allenato per anni improvvisamente non vada più bene per un dettaglio. L’allenamento non può essere cambiato in breve tempo, ci vogliono anni o mesi per adattarsi a certe situazioni. Più semplifichiamo e meglio stiamo.

 Io preferisco un gioco molto più fisico che è quello che si trova in Europa e questo è un’altra componente da considerare. Non lo dico perché ero lungo, particolarmente falloso, etc…Ma per un semplice motivo: il basket è uno sport fisico, in Eurolega le partite sono più scorrevoli, ci sono meno falli ed nel gioco si inseriscono meglio i giocatori più fisici, i lunghi. Quante volte ci lamentiamo del fatto di non avere lunghi? Se appena entrano in campo al minimo contatto prendono fallo contro faticano a giocare in Serie A, viene meno la fiducia del giocatore e dell’allenatore. Perdiamo la possibilità di giocare con giocatori che sono fondamentali nella pallacanestro, imprescindibili  ad alto livello europeo. Se si migliora questo aspetto si creano più spazi per giocatori del genere. Io preferisco questa pallacanestro che agevola e semplifica.

Una domanda sulla Fortitudo è d’obbligo. Che idea di sei fatto sulla stagione ed il futuro biancoblu?

Domanda che può essere molto semplice ma al tempo stesso molto complessa. Una stagione complicata, iniziata in una maniera e finita in un’altra. Purtroppo quando succede questo ci sono pochi punti di riferimento e questo si è visto nell’epilogo, sono mancate fiducia e convinzione. I due derby dovevano essere due partite assolutamente a favore della Virtus ed invece la Fortitudo si è dimostrata assolutamente all’altezza, addirittura più in quello fuori casa. Quindi la squadra aveva dei valori, aveva delle capacità. Poi ci sono state sfortune e infortuni ma quello che è mancato sono stati i punti di riferimento in una stagione nella quale la Fortitudo è cambiata davvero troppo e questo ha creato confusione, polemiche, alti e bassi di difficile gestione quando poi ci si va a giocare traguardi così importanti come la permanenza in LBA.

Certamente la serie A sarà orfana della Fortitudo, che ha il palazzetto più riempito d’Italia ma non si può piangere sul latte versato, vanno fatti investimenti a partire dal prossimo campionato, il settore giovanile deve essere la chiave per la Fortitudo, deve, anche come indole propria, puntare su questo, essere società di riferimento per i ragazzi come fa la Virtus. Mi auguro ci riesca presto, deve ricostruire dalla produzione di giocatori propri. Ha una grande occasione, può farlo. Siamo sempre a Basket City , la Fortitudo non morirà mai perché la passione c’è, gli appassionati ci sono. Non c’è da piangere ma da lavorare su un percorso che può essere quello della massima eccellenza, mattoncino dopo mattoncino, partendo dai più giovani e da una produzione propria.

 A proposito di giovani, in Federazione sei responsabile del settore scuola. Come state lavorando in questa direzione?

Ieri a Roma per la giornata dello Sport per le scuole primarie ero presente insieme a Katrhin Ress in qualità di consigliere federale ma anche in rappresentanza di “Sport e Salute” che oltre al Coni ci sta aiutando nei progetti federai di tutte le federazioni. Sono molto contento della giornata nella quale è stato presente anche il ministro dell’istruzione Bianchi e tante Legends dello sport. E’ stato un bel momento per il nostro e per tutti gli sport. Abbiamo fatto una bellissima figura sia verso le istituzioni ma soprattutto verso le scuole e i ragazzi, ricevendo ottimi feedback.

Non fa molto notizia ma stiamo tornando nelle scuole, io sono 5 anni che sto lavorando su questi progetti poi sotto pandemia la pallacanestro ha avuto grandi difficoltà ma quest’ultimo anno è andato molto bene. Sono contento, ci hanno ringraziato per quanto fatto, anche il presidente Petrucci è molto contento per quello che stiamo facendo. Ho preso questa responsabilità che considero molto importante e sto provando a fare qualcosa, sicuramente è migliorabile è questo il nostro obiettivo, migliorarci sempre ma devo ringraziare EasyBasketinClasse per tutto quanto stanno e stiamo facendo. Oltretutto abbiamo portato anche Junior NBA ad interagire con le nostre scuole creando esperienze. Sentire nella giornata di ieri bambini che dicevano che era il giorno più bello della loro vita è stupendo e ci fa pensare che forse stiamo centrando l’obiettivo. 

 

Un ringraziamento da parte della redazione a Giacomo Galanda per il tempo che ci ha concesso ed un augurio per i progetti futuri volti alla crescita della pallacanestro in Italia.

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