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Carspillar – ATS 2500 GT, la sfidante bolognese di Ferrari

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supercars.net

Nel 1962, a Bologna nacque una casa automobilistica intenzionata a produrre una vettura da competizione da opporre alla Ferrari. Si tratta di ATS (Automobili Turismo Sport), azienda la cui fondazione avvenne per volere di alcuni progettisti che, dopo essere stati licenziati da Ferrari per alcuni dissensi, vollero perseguire l’audace tentativo di realizzare un’italiana che desse filo da torcere all’emblematico marchio del Cavallino, la Tipo 100 (la cui storia sarà raccontata nei prossimi “I Racconti del Commissario” ).

In questa puntata di Carspillar – rubrica il cui scopo è valorizzare i più famosi prodotti automobilistici “made in Motor Valley” – si intende far conoscere ATS 2500 GT, stradale dalle eleganti forme, costruita per sostenere l’attività agonistica del marchio nella massima categoria.

Il frontale di 2500 GT adotta un paraurti integrato al resto della carrozzeria (Copyright – motorionline.com)

Al comando del progetto c’è l’ex ingegnere Ferrari Carlo Chiti, il quale – affiancato dall’amico Giotto Bizzarrini e dal designer Franco Scaglione – dà vita alla prima sportiva italiana mossa da un V8 posteriore centrale.

Il V8 montato longitudinalmente dietro all’abitacolo (Copyright sconosciuto)

Salone di Ginevra, ATS entra in scena

Alla famosa esposizione elvetica – che dal 1905 rappresenta il fulcro europeo dell’automotive – appare quindi ATS 2500 GT, un’auto le cui linee diedero ispirazione a vetture di serie delle contendenti case Lamborghini e Ferrari. Il prezzo? Adatto a un pubblico appassionato e facoltoso: £4.700.000.

A seguito, un’introduzione al veicolo di un catalogo dell’epoca: “Grazie al Coupé 2500 GT, il marchio ATS presenta una vettura di alto lusso, destinata all’élite degli automobilisti. […] La concezione tecnica deriva direttamente dalle vetture da corsa di Formula Uno e dagli imperativi del turismo di velocità”.

Il motore V8 aspirato da 2.467 cc adotta basamento e testa in lega d’alluminio ed eroga una potenza di 220 CV. Scaricare l’alto potenziale sull’asse posteriore è compito del cambio Colotti a 5 rapporti unito al differenziale; la lubrificazione è a carter secco. 
Grazie al ragguardevole peso di 810 kg, reso possibile dal telaio tubolare a traliccio e dalla carrozzeria in acciaio, la velocità di punta viene attestata a circa 242 km/h.
Questa Gran Turismo costruita in soli 12 esemplari è grandemente rifinita sotto ogni punto di vista, dalla speciale apertura ad ali di gabbiano del cofano motore, al comodo abitacolo rivestito totalmente in pelle.

Sezionando il veicolo si coglierebbe che ogni spazio è assegnato ad una logica: allo scopo di abbassare il baricentro i serbatoi trovano posto lateralmente, sotto le portiere; nel cofano anteriore si trova la ruota di scorta e in coda al veicolo è presente un ampio vano adibito al carico bagagli. Insomma, la GT vanta un’ottimale distribuzione dei pesi e una tenuta di strada senza troppi precedenti!

Lo schema della vettura (Copyright – ruoteclassiche.quattroruote.it)

2500 GTS: nata per correre

Un anno dopo la presentazione della GT, al Salone di Torino esordisce 2500 GTS. Il propulsore ha una nuova messa a punto, il telaio si evolve: la vettura ora eroga 260 CV che trovano alloggio in una struttura interamente costruita in alluminio space frame; il peso scende a 750 kg.
Anche qui gli interni sono un inno al lusso: volante in legno Nardi, alzacristalli elettrici e rivestimenti in pelle pregiata.

I rifiniti interni di 2500 GTS (Copyright – ruotevecchie.org)

Testimonianza della forte indole sportiva di GTS è data anche da un noto mensile americano, Road & Track, il quale – riportando una recensione del giornalista Griff Borgeson – contribuì a dare prestigio al mezzo: “La tenuta alla velocità di 150 miglia orarie (oltre 240 km/h) in autostrada, o nell’affrontare curve ad andatura di gara, hanno suscitato in me la sensazione di un sogno realizzato, di come esattamente una moderna, sofisticata vettura con motore centrale dovrebbe comportarsi. Ma forse l’aspetto più straordinario dell’ATS coupé è l’immensa rigidezza della struttura, la frenata poi è stata una rivelazione. […] Il motore borbotta e inciampa mentre l’ago del contagiri comincia a salire, poi a 3000 giri esplode come un vulcano. […] Non mi sono mai sentito così al sicuro in una vettura che va ad alte velocità, ne sono rimasto davvero impressionato”.

Il profilo di 2500 GTS (Copyright – kidston.com)

La breve storia della piccola Casa bolognese sarebbe di lì a poco destinata a terminare. Sfortunatamente la GT non riuscì mai ad esprimere il potenziale alla base dell’alta tecnica a lei applicata ma, a dimostrazione dell’alto valore datole dagli appassionati, nel 2010 un collezionista vendette due esemplari alla cifra di €240.000 cadauno.

Dopo oltre mezzo secolo ATS venne rilevata da due investitori con l’intento di far vivere una nuova alba al marchio, ma questa è un’altra storia…

 

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