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Il Personaggio della Settimana – Pedro Rodríguez De La Vega

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Alice Bixler, Gasoline and Magic

Uno dei più caldi e emozionanti circuiti del mondo è intitolato alla sua memoria e a quella del suo fratellino Ricardo. L’autodromo Hermanos Rodríguez di Città del Messico non poteva non essere dedicato a due dei più grandi piloti che il paese abbia mai conosciuto.

Gli esordi del bambino prodigio

Pedro era il maggiore tra i due. Dotato di un talento incredibile, soprattutto sul bagnato, condizione nella quale viene ricordato come uno dei migliori piloti della sua generazione, si è distinto per la sua poliedricità. Ha corso in moltissime competizioni, tra cui Formula 1, 24h di Le Mans e il Mondiale Marche. Inizia la sua carriera nelle corse, prendendo parte a delle gare di ciclismo e poi correndo in moto laureandosi campione nazionale nel 1953 e nel 1954. Pochi anni dopo avvenne il suo debutto internazionale a soli 17 anni nel 1957 alla Speed Week di Nassau a bordo di una Ferrari. Fu notato così da Luigi Chinetti, incaricato di esportare negli USA il marchio della Motor Valley. L’italo americano rimase incantato dalle doti di Pedro e decise di portarlo nel 1958, appena diciottenne, alla 24h di Le Mans con una Ferrari 500 Testa Rossa accanto al compagno di squadra francese José Behra, fratello di Jean. Nonostante l’organizzazione facesse storie per la giovane età del messicano per paura dell’inesperienza, fu ammesso e fece così registrare la prima delle sue altre quattordici presenze alla storica gara di endurance francese.

Questioni di famiglia

Pedro insieme al fratellino Ricardo, comincia ad essere sempre più apprezzato nel mondo delle corse e i due fratelli Rodríguez cominciano a farsi conoscere anche in Europa. Nel giugno del 1961 i due corsero i coppia alla 24h di Le Mans, dando prova del loro immenso talento. L’ovazione del pubblico li accompagnava durante la gara e i due piloti stavano letteralmente volando prima che la loro Testa Rossa accusasse un problema tecnico che non gli consenti di terminare la gara. I due lasciarono il circuito comunque accompagnati dall’affetto di tutti i tifosi, nonostante non avessero tagliato il traguardo. Continuarono a correre alcune gare di durata insieme, fino alla morte del più piccolo Ricardo, scomparso tragicamente in un incidente nel Gran Premio del Messico 1962 a bordo di una Lotus privata. Dopo la tragica perdita del fratello Pedro meditò anche il ritiro dalle corse, mettendosi per qualche tempo in disparte per occuparsi dell’azienda di importazione di automobili che aveva creato.

Un campione poliedrico

Nel 1963 torna però subito in pista. In quello stesso anno vince il Mondiale Marche a Daytona. Competizione alla quale parteciperà anche con la Ferrari 312 P nel 1969 e nel 1970 con la Porsche 917 del team Wyer-Gulf. Stessa squadra con la quale aveva corso nel 1968 con una Ford GT40, vincendo anche la 24h di Le Mans insieme al compagno di squadra italo-belga Lucien Bianchi. Grazie a Rodríguez la Ford e la Porsche riuscirono a vincere il Campionato Mondiale Marche, rispettivamente nel 1968 e nel bienni 1970-71. Mise alla prova il suo talento in moltissimi campionati come il Can-Am e la NASCAR, nei rally e anche nelle corse su ghiaccio laureandosi campione nordamericano nel 1970.

La sua Formula 1

Con la classe regina delle corse automobilistiche non ha avuto un rapporto molto stabile. Ha corso il suo primo Gran Premio con una Lotus nel 1963 negli Stati Uniti e poi in Messico. Fino al 1966 corre solo sporadicamente in Formula 1 alternandosi tra Ferrari e Lotus. Nel 1967 riesce a disputare un intera stagione e ottenere la sua prima vittoria alla gara inaugurale in Sud Africa con una Cooper – Maserati. Negli anni seguenti si alterna tra la BRM, la Parnell BRM e la Ferrari fino al 1971 quando muore a causa di un incidente in una gara del campionato Interserie, al Norisring, in Germania, l’11 luglio 1971, al volante di una Ferrari 512M della Scuderia di Herbert Müller.

Pedro Rodríguez è stato uno dei migliori piloti della sua generazione. Molto apprezzato da tutti per le sue doti e il suo talento. Si è destreggiato in moltissime gare di vario tipo, mettendo in mostra le sue abilità da pilota poliedrico quale è sempre stato. A lui non è intitolato solo il circuito di Città del Messico dove oggi corre la Formula 1, ma anche la prima curva del Daytona International Speedway porta il suo nome. Oltre ad una targa commemorativa posta a Norimberga nel luogo del suo incidente. 

I Fratelli Rodríguez insieme alla 24H di Le Mans nel 1961 (Crediti: YouTube – Luc Ghys)

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