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Premier League: il punto dopo la quarta giornata

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Correvano gli anni Ottanta quando Howard Kendall e il suo Everton davano battaglia a Paisley, Dalglish e Fagan, i tre allenatori che in quel decennio fecero grande il Liverpool in Inghilterra e in Europa. Poi quei tempi non sono più tornati: campionati medio bassi dei blu, e una maledizione per i rossi, che non sono mai più riusciti a vincere il campionato inglese e ce l’hanno fatta dopo un trentennio di digiuno. Ebbene, questo primo scorcio di Premier League 2020-21, alquanto rabberciata da stadi ancora senza pubblico per via delle porte chiuse (unico sistema per vedere stadi vuoti in Inghilterra…) e con il fantasma del coronavirus che aleggia sulle teste delle squadre che ha già mietuto vittime importanti, le ultime Mané e Thiago Alcantara in casa Klopp, pare riproporsi dopo tempo immemore la sfida cittadina che manca troppo a una città che ultimamente ha visto solo rosso.

Il Liverpool invece domenica sera ha visto i sorci verdi: non accadeva dal 1963 (fu il Tottenham a vincere 7-2) che i reds non cadevano così in basso in campionato; l’Aston Villa, che lo scorso anno si è salvato all’ultima giornata dopo aver speso circa 140 milioni di euro sul mercato, ha calpestato i campioni in carica senza ritegno, riportando sulla terra Salah e compagni. Un altro record, stavolta al contrario, di una squadra che pareva invincibile e che invece grazie a una serata no, con l’estremo difensore Adrian che regala il primo gol e tre deviazioni su altrettante reti avversarie, che non esentano comunque la squadra di Klopp da colpe. Il Liverpool, chiuso 1-4 il primo tempo, ha abbandonato ogni velleità anzitempo, in barba a quella tradizione che lo vuole così indomito e capace di rimontare qualsiasi risultato. Beffa doppia: lo United ne aveva prese 6 dal Tottenham poche ore prima, e per i tifosi rossi non c’è stato nemmeno il tempo di godere della sconfitta dei rivali. Tripletta per Watkins, vice capocannoniere della Championship lo scorso anno con il Brentford e autore di una tripletta.

L’Everton invece viaggia spedito: 12 punti, gol a grappoli e di conseguenza le certezze che aumentano a dismisura. Ancelotti rivede dopo molto tempo la testa della classifica, Calvert-Lewin gioca molto più vicino alla porta rispetto al passato, e i risultati si vedono: 6 reti in quattro partite, quanti ne ha segnati Son del Tottenham, con l’inconcludente Moise Kean spedito al PSG e James Rodriguez che vive una sorta di seconda giovinezza, anche se anziano non è, e sta trovando ciò che ultimamente gli è sempre mancato, ossia la continuità di rendimento. E il 17 ottobre, voilà: a Goodison la super sfida ai dirimpettai rossi, un match tutto da vedere anche se non avrà la cornice che merita. Dello United, abbiamo già detto: Cavani, in arrivo, non potrà essere la soluzione. Servirebbe un difensore, verrebbe da dire, ma dal 2014 in poi il club ha speso circa 300 milioni in questo ruolo. Con risultati ben poco edificanti…

Non c’è stato tempo di decantare invece i successi del Leicester, che stava quasi per rinverdire la rincorsa al titolo del 2016, che la squadra di Rodgers è stata martellata in casa dal West Ham, vittorioso con un perentorio 3-0. Se qualcosa è stato detto in queste prime giornate, è che molte protagoniste dormienti della passata stagione sono tornate in carreggiata, e gli “hammers” sono nella lista. Dopo aver speso anch’essi un bel gruzzolo l’anno passato, avanzando sogni di Europa League, hanno dovuto guardarsi alle spalle allo stesso modo. Naturalmente è presto, troppo presto per pensare che tra due o tre mesi la classifica potrà essere più o meno identica. Di certo regna l’equilibrio: ciò che accade un sabato, non si ripete a quello successivo, e probabilmente le tante vittorie in trasferta non sono un caso, in un panorama calcistico che deve fare i conti con questo inedito scenario dovuto all’emergenza sanitaria.

Le neopromosse? Il Leeds continua il suo egregio ritorno in Premier dopo 16 anni bloccando anche il Manchester City sull’1-1, il West Bromwich e il Fulham invece sono ancora a secco. Dopo aver tirato alle ortiche il 3-0 col Chelsea, divenuto 3-3, il WBA cade in casa del Southampton e resta a un solo punto, mentre il Fulham non ha ancora infilato un punto e dimostra una povertà in zona gol sconcertante, pur avendo il capocannoniere della scorsa edizione di Championship, Mitrovic, che aveva trascinato in massima serie i suoi. Troppo presto per tracciare la via. Come in tutte le corse, i cavalli di razza verranno fuori alla distanza. Ma se le outsider tengono botta, sarà una Premier tutt’altro che scontata. 

 

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