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Bologna

Un Diamanti è per sempre

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Questa vittoria serve come il pane. Un naturale istinto di sopravvivenza ad un passo dal baratro. Cinico il Bologna odierno, sfrutta due palle inattive ed incamera tre punti. Non è una equazione matematicamente provata, tante, troppe volte, la stessa formula si è trasformata nella peggiore delle beffe. Oggi no. Il Bologna è meno squadra dell’Atalanta, il Bologna non ha il gioco dell’Atalanta. Il Bologna però ha un paio di individualità più forti di quelle orobiche ed oggi hanno fatto la differenza. Alessandro Diamanti gioca sotto le Due Torri ed i Diamanti in serie A sono pietre uniche e preziose. Gioca, inventa, tiene palla, salta l’uomo, batte i calci piazzati, protesta, fa goal e li fa fare. A volte è un limite spesso è uno straordinario valore aggiunto. Nel giorno in cui Gilardino è guardato a vista dai centrali bergamaschi, Gabbiadini legge sul 1000 Cuori Rossoblu il gioco della torre di Mattia Grandi e capisce che è la domenica giusta per dare un segnale. E’ l’ex, corre, si sbatte come un dannato, si sacrifica, cerca il goal da antologia dal limite, lo trova sotto misura con una splendida sforbiciata. Bravo Manolo, oggi sei con Diamanti il migliore in campo. La beffa però il Bologna la deve sempre assaporare come una forma innata di masochismo. Se Sorensen non ce la fa fisicamente per un problema, si cambia al volo. Non si aspetta di fare bollare Denis perché 9 volte su 10 poi la partita prende una brutta piega. I seguenti 10/12 minuti di dominio atalantino (Bonaventura sfiora il goal del secolo, comunque Bonaventura è buono parecchio) evidenziano i limiti tecnici e psichici di una squadra ancora troppo schiava delle sue paure e della sua altalenante stagione. Poi c’è Diamanti, c’è la testa di Abero (che è un’ala sinistra mascherata da terzino, non prendiamoci in giro dai…) e c’è il gesto atletico di un ragazzo che voleva, semplicemente, fare goal. Il Dio Pallone a volte queste cose le vede, non sempre, a volte. Oggi sì. Guarente continua a non piacermi, Taider è troppo anonimo (Perez quindi fa reparto da solo, sì!), Agliardi continua a non darmi tutta questa sicurezza da video. Bene Krhin centrale di emergenza, bene Antonsson, Cherubin e discreto Motta che, purtroppo, non sa crossare, non puoi mica ammazzarlo. A Pasquato una mezz’ora la devi sempre far giocare perché è scolpito nell’argento vivo, non sta fermo nemmeno quando dorme, a me questo ragazzo piace. La differenza alla giornata n.15 tra Bologna e Atalanta? Quattro punti in classifica frutto esclusivo di una impostazione di gioco che il Bologna non ha e l’Atalanta sì (in questa domenica si è visto a sprazzi ma in quei frangenti, a mio avviso, era evidente). Oggi per fortuna sale sul carro dei vincitori la determinazione delle individualità, alla lunga non sarà sempre così, in fondo poi questo lo abbiamo già visto e capito. Boccatona di ossigeno che vale oro prima dell’apnea sull’asse Lazio-Napoli. La classifica respira, il gruppone di fondo è folto e compatto, sarà una battaglia fino alla fine. L’elmetto in testa lo lascio a Ciro Ferrara e alla Sampdoria, preferisco i Diamanti che sono per sempre. 

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